La Fionda

Veleno nei libri di testo elementari: l’Agenda ONU 2030

Quante volte vi è capitato di leggere sui giornali o su qualche sito polemiche feroci perché in qualche libro di testo delle elementari o delle medie appare un esercizio o un concetto non politicamente corretto? Talvolta basta l’immagine di una donna ai fornelli o che stira, di un papà (le poche volte che si degnano di raffigurarlo) in giacca e cravatta o seduto a leggere il giornale e apriti cielo! Parte la lagna isterica sugli stereotipi, sul maschilismo, sulla donna sminuita o sui “ruoli di genere” che vengono imposti a forza ai giovani studenti e alle giovani studentesse. Sicuramente vi è capitato spesso, sono polemiche calcolatamente cicliche, per tenere alta la tensione sulla versione della realtà e del futuro che si vuole imporre a tutte le società del presente, ma soprattutto del futuro. Addirittura esiste una commissione di controllo presso il Ministero dell’Istruzione incaricata di supervisionare con attenzione i libri di testo e assicurarsi che non ci sia nulla di “scorretto”, da un lato, e che anzi dall’altro in ogni libro scolastico di qualunque materia ci sia sempre, come competenza trasversale, il capitoletto dedicato alle donne, all’ecologia, alle minoranze etniche o religiose o di altro tipo.

Dato che il lavoro di “ripulitura” tipo MinCulPop ormai è giunto a un altissimo livello di purezza, nel senso che è davvero raro trovare libri delle elementari o medie non allineati, ora l’operazione prevalente è quella di incarnare nel profondo delle coscienze delle future generazioni la “visione” costruita a tavolino dalle lobby sovranazionali. Ecco allora che case editrici e controllori istituzionali si impegnano senza sosta a produrre materiali propagandistici e di indottrinamento tanto ben studiati quanto sfacciati. Parentesi: qualcuno leggendo il nostro riferimento ai “poteri sovranazionali” avrà sicuramente storto il naso e iniziato a pensare: “eccoli lì i soliti complottisti del webbe, con la Trilaterale, il Gruppo Bielderberg e compagnia bella”. Tranquilli, niente di tutto questo: qui siamo abituati a starcene dei fatti concreti e in questo senso vinciamo facile, visto che ormai i mandanti del lavaggio del cervello mettono tranquillamente la firma su ciò che producono. Come nel caso dell’inserto pubblicato dalla Cetem segnalatoci da un lettore e allegato a un libro scolastico adottato in moltissime scuole elementari (tra cui quella frequentata dal figlio del nostro lettore). L’inserto si intitola “Mission 2030“, in riferimento esplicito alla “Agenda 2030” dell’ONU. A pagina 26 si declina in particolare l’Obiettivo 5 dell’Agenda. Ammirate:

libro mission 2030 scuola elementare

Carta buona per incartare i resti del pesce.

Dentro c’è di fatto tutto ciò che conosciamo e che commentiamo praticamente ogni giorno su queste pagine, ma con un paio di cose in più a carattere profondamente diabolico. Primo: è un libro per bambini di quarta o quinta elementare, dunque non c’è alcun bisogno di citare le fonti per avvalorare ciò che si scrive. Questo consente agli autori di buttare lì tutto ciò che l’ONU ha deciso sia la verità e di proporlo come dato di fatto agli uomini e alle donne del futuro, oggi in età di prima formazione. La bellezza di costoro è proprio la purezza, ovvero, vista dall’altro lato, l’incapacità di mettere in dubbio ciò che gli viene proposto dal mondo degli adulti e ancor più dai libri scolastici. Solo più avanti sentiranno l’irresistibile sollecitazione dello spirito critico, per il momento prendono tutto per oro colato. E se qualche maestra sarà tanto folle da utilizzare questo inserto, avremo di fatto bambini violentati nella mente, con un cervello totalmente infarcito di bugie, dati falsi e mistificazioni assolute, prodotte calcolatamente a tavolino dalle lobby che si sono impadronite fin dagli anni ’90 del secolo scorso di quell’inutile carrozzone postbellico che è l’ONU. A causa di libri così, quei bambini e quelle bambine dalla mente intossicata si porteranno dietro gli uni un senso di colpa, le altre un vittimismo e un senso di rivalsa che renderà a tutti impossibile più avanti relazionarsi in modo normale, appagante e utile.

Abbiamo pensato inizialmente di produrre il solito articolo di debunking delle frottole contenute in quelle due pagine, ma poi abbiamo deciso di soprassedere: avremmo ripetuto concetti già più volte espressi, da un lato, dall’altro sarebbe stata opera improba, in assenza di fonti esplicitamente espresse. La violenza del testo proposto è tutta lì, letteralmente nero su bianco, e passa attraverso micidiali meccanismi generalizzanti: «la popolazione femminile è spesso svantaggiata», ma spesso quanto e in cosa? «Rinunciando a volte a possibilità lavorative», ma a volte quanto? E se la rinuncia fosse voluta e consapevole? «In molte parti del mondo bambine e bambini hanno diverse prospettive di vita», ma in quali paesi e perché capita? E le varie percentuali fornite da dove vengono? Sono questioni che non si possono affrontare né spiegare a bimbi delle elementari e allora passa il messaggio general-generico, e attraverso di esso passano la bugia, la discriminazione e l’utopia mescolati assieme. Una su tutte: «traguardo: mettere fine a tutti i tipi di violenza contro le donne e le bambine». Appunto: impossibile e discriminatorio. Una follia anche solo concepire una roba del genere, un crimine scriverlo sui libri scolastici elementari, con in più l’esercizietto infingardo a destra, per fissare bene il tutto. Ebbene, non vedrete alcun articolo sul mainstream che si strappa i capelli per una porcata del genere, essendo il mainstream ampiamente complice di questo tentativo di indottrinamento. Al termine del quale resta il dilemma di sempre: quale mondo stanno realisticamente immaginando i malati psichiatrici che hanno concepito tutto questo? Pensano seriamente che tutta questa violenza alla natura umana potrà attecchire? È sconcertante pensare che davvero siano convinti che funzionerà. Nel frattempo consigliamo a tutti ciò che abbiamo consigliato al nostro lettore: si usi l’inserto per incartare i resti del pesce e si mandi un’email di protesta alla casa editrice. Magari facendoci avere la sua risposta, se ne darà una.



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