Di seguito sottopongo alla vostra attenzione alcuni dati sulla violenza sessuale a danno delle donne e degli uomini che sfidano la nostra percezione della realtà, il nostro immaginario costruito dopo anni e anni di martellante propaganda unidirezionale. La fonte principale è il governo degli Stati Uniti. Nel 2010 la più grande indagine al mondo sulla violenza sessuale inflitta dal partner – la National Intimate Partner and Sexual Violence Survey del Centro statunitense per il controllo delle malattie – rilevò che i tassi di uomini costretti a penetrare le donne nell’anno precedente alla realizzazione dell’indagine erano identici a quelli di donne che riferivano di aver subito uno stupro: 1,1%. Di seguito gli altri dati.
A pag. 1: Quasi 1 donna su 5 (18,3%) e 1 uomo su 71 (1,4%) nel corso della loro vita sono stati violentati negli Stati Uniti, inteso come penetrazione forzata completa, tentata penetrazione forzata o penetrazione completa facilitata da alcol/droghe. A pag. 2: Circa 1 uomo su 21 (4,8%) ha riferito di essere stato costretto nel corso della propria vita a realizzare una penetrazione su qualcun altro; la maggior parte degli uomini che sono stati costretti a penetrare qualcun altro ha riferito che l’autore della coercizione era stato il partner (44,8%) o un conoscente (44,7%). Si stima che il 13% delle donne e il 6% degli uomini abbiano subito nel corso della loro vita coercizione sessuale (ad es. realizzare una penetrazione sessuale indesiderata dopo essere stato pressato in modo non fisico); e il 27,2% delle donne e l’11,7% degli uomini hanno subito contatti sessuali indesiderati. Sempre a pag. 2, sullo stalking: Una donna su 6 (16,2%) e 1 uomo su 19 (5,2%) nel corso della loro vita sono stati vittime di stalking negli Stati Uniti, durante il quale si sono sentiti molto spaventati o hanno avuto la sensazione che loro o qualcuno vicino a loro potesse essere danneggiato o ucciso. Più di 1 donna su 3 (35,6%) e più di 1 uomo su 4 (28,5%) nel corso della loro vita hanno subito stupro, violenza fisica e/o stalking da parte del partner negli Stati Uniti.
Un’ampia diffusione delle aggressioni sessuali nelle prigioni federali.
A pag. 3: Circa 1 su 20, donne e uomini (rispettivamente il 5,6% e il 5,3%) hanno subito violenza sessuale diversa dallo stupro da parte di qualsiasi autore nei 12 mesi precedenti alla realizzazione dell’indagine. Si stima che 1 donna su 17 e 1 uomo su 20 (rispettivamente il 5,9% e il 5,0%) abbiano subito stupro, violenza fisica e/o stalking da parte del proprio partner nei 12 mesi precedenti alla realizzazione dell’indagine. A pag. 19: Coercizione sessuale. Circa 1 donna su 8 (13%) ha riferito di aver subito coercizione sessuale nel corso della sua vita, il che si traduce in oltre 15 milioni di donne negli Stati Uniti. Il 2,0% delle donne nei 12 mesi precedenti alla partecipazione all’indagine ha riferito di aver subito coercizione sessuale. Il 6% degli uomini ha riferito di aver subito coercizione sessuale nel corso della propria vita (quasi 7 milioni di uomini) e l’1,5% nei 12 mesi precedenti all’indagine.
A proposito dei riformatori per i minorenni, il 95% degli abusi sessuali è perpetrato da donne assistenti. Le donne rappresentano meno della metà della forza lavoro. Le vittime sono prevalentemente maschi. In La grande menzogna del femminismo, a pag. 790: “ Circa 2,6% della popolazione carcerata minorile (700 casi) [9,1% di minori femmine e 2,0% di minori maschi] ha denunciato un’aggressione o un abuso sessuale da parte di un altro minore detenuto , e 10,3% (2 730 casi) [10,8% di minori maschi e 4,7% di minori femmine] ha denunciato un’aggressione o un abuso sessuale da parte del personale di prigione. […] Le vittime del personale di prigione hanno denunciato che l’aggressore era stato una donna nel 95% dei casi. Nel 2008, le donne rappresentavano il 42% del personale del carcere minorile» (Sexual Victimization in Juvenile Facilities Reported by Youth, 2008-09, U.S. Department of Justice, p. 1)”. La fonte originale è il Dipartimento di Giustizia americano. A proposito degli stupri a danno di uomini nelle prigioni, nel 2013 il Daily Mail riferisce: “Negli Stati Uniti ci sono più uomini vittima di stupro di donne, secondo i dati che includono gli stupri avvenuti in prigione. […] Secondo le stime del Dipartimento di Giustizia nel 2008 sarebbero stati stuprati 216.000 carcerati durante la loro reclusione. Nello stesso anno, fuori dalla prigione, ci sarebbero stati 90.479 casi di stupro a danno delle donne”. Nel 2009, la National Prison Rape Elimination Commission denunciò la ampia diffusione delle aggressioni sessuali nelle prigioni federali, cifrò in 60.000 il numero delle vittime annuali.
Il raccoglimento e il rispetto che meritano tutte le vittime.
Ecco un promemoria di altri dati segnalati negli interventi precedenti: 1) In Colombia il 12 per cento del totale delle vittime di aggressioni sessuali del conflitto armato interno registrati nell’organismo pubblico Unità per le Vittime dal 1985 sono uomini. 2) In Cambogia, un’indagine nazionale condotta dall’UNICEF e dal governo cambogiano rivelò che il 5,6% dei maschi di età compresa tra i 18 e i 24 anni riferì di aver subito abusi sessuali prima dei 18 anni, rispetto ai 4,4% delle femmine. 3) In El Salvador, il 76% dei prigionieri politici maschi intervistati nel 1980 descrisse almeno un episodio di tortura sessuale. 4) Nell’ex Jugoslavia l’80% degli uomini prigionieri nei campi di concentramento di Sarajevo dichiarò di essere stato stuprato. 5) In Uganda tutti i pazienti maschi (e meno del 80% femmine) indirizzati dal RLP (Progetto per i Rifugiati) ai dottori denunciano un qualche tipo di abuso sessuale.
Nel frattempo, l’ONU, le ONG e i media, che commemorano la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fanno finta che tutto ciò non esiste. Solo dal 2013 l’ONU riconosce l’esistenza di uomini adulti vittime di aggressioni sessuali nei conflitti armati. Non solo lo sanno e l’hanno sempre saputo, ordinano attivamente di ignorare e censurare la violenza sessuale sull’universo maschile: durante la loro permanenza in Afghanistan, i soldati americani furono istruiti a ignorare gli abusi sessuali sui bambini maschi da parte delle milizie afghane alleate, anche quando gli stupri avvenivano nelle loro basi militari. Concludo quindi come avevo iniziato il mio primo intervento del giorno 25 novembre: sia vissuta ogni ricorrenza del 25 novembre con il dovuto raccoglimento e rispetto che meritano tutte le vittime, e con il dovuto sdegno e disprezzo che meritano l’ONU, i governi, le ONG e i media che la commemorano.