Non ci sono parole per descrivere il nostro stupore, dobbiamo ammetterlo. Una settimana fa pubblicavamo questo articolo, dove in sostanza dicevamo che non potevamo più permetterci i costi dell’hosting per questo sito, divenuti insostenibili anche per le molte spese legali che dobbiamo affrontare. La prospettiva, in mancanza di quella cifra, era di chiudere il portale, mettendo i contenuti pregressi a disposizione in formato scaricabile da qualche drive online e senza più nuovi articoli. Sarebbe stata, in sostanza, la fine dell’esperimento de “La Fionda”. Nell’articolo, consci che il periodo è durissimo (e tendente al drammatico) per tutti, facevamo presente che un aiuto economico sarebbe stato utile ma, per sincerità, non ci aspettavamo grandi reazioni. Un po’ perché un appello del genere fatto a fine agosto rischia facilmente di cadere nel vuoto, un po’ perché da mesi “La Fionda” marcia per sua volontà a scartamento ridotto: gli articoli non sono più due al giorno, ma saltuari, riguardanti in genere temi di peso e non più legati a singole vicende di cronaca o a prese di posizione individuali di questa o quella femminista fuori di testa. Si trattava di una scelta editoriale fatta tempo fa, alla luce del fatto che una più forte coscienza critica collettiva rispetto alle falsificazioni femministe e LGBTQ sembrava essere emersa, anche grazie all’azione di molti altri siti e pagine social che hanno più o meno coscientemente raccolto il nostro lavoro e lo stanno portando avanti con grande efficacia, alleggerendo il nostro impegno.
Insomma, c’erano tutti i presupposti perché il nostro appello cadesse pressoché nel vuoto. Invece a partire da dieci minuti dalla pubblicazione dell’articolo siamo stati letteralmente seppelliti da piccole donazioni e da alcune di donazioni significative. Ciò ci ha messo in condizione di pagare l’hosting e di mettere da parte ancora qualcosa (che con buona probabilità finirà sul conto corrente degli avvocati…). Dunque il progetto de “La Fionda” prosegue ancora quest’anno, grazie allo sforzo dei donatori. Ma non è questa la vera notizia. La vera notizia è la mobilitazione che si è innescata: decine e decine di persone, tutte probabilmente alle strette con conti personali e familiari da far tornare, che decidono di versarci 5 o 10 euro, fino a coprire la cifra necessaria e anche oltre. A questi si aggiungono i moltissimi esperti di informatica che si sono resi disponibili a costruire spazi di hosting totalmente gratuiti con prestazioni simili a quelle di SiteGround, ipotesi su cui lavoreremo nel corso di quest’anno affinché il prossimo agosto non ci si ritrovi di nuovo punto e a capo. Non è per fare quelli che si schermiscono, ma in piena e umile sincerità: non credevamo di essere così seguiti e amati. Al contrario avevamo segnali, specie dai social, di essere particolarmente invisi, quando non odiati, all’interno dello stesso campo antifemminista e per la parità. Siamo felici e orgogliosi di esserci sbagliati e le dimensioni del nostro errore di valutazione ci ha lasciati davvero attoniti.
Superato lo stupore, a tutti i tantissimi che ci hanno sostenuto non resta che porgere un gigantesco e profondissimo grazie. Continueremo a dare il massimo per meritare questa vostra stima e fiducia, con lo scopo di dare il nostro contributo per preparare il terreno a un modo nuovo, più pacifico e davvero paritario di rapportarsi tra uomini e donne, ripulito da quante più brutture ideologiche possibili. E ora abbiamo la prova di non essere soli in questa difficile missione.