La Fionda

Una separazione con trappola annessa

Da messaggio privato. Mi chiamo Roberto e sono un architetto di una città in una provincia siciliana. Nel 2014 mi sono sposato con una donna conosciuta sul lavoro. Sapevo che aveva un figlio, avuto con il suo precedente fidanzato. Il matrimonio con lei è saltato in aria non appena ho scoperto che nell’atto di matrimonio avevano trascritto quel suo figlio come nato dall’ unione tra me e la mia ex prima del matrimonio. Avevo molti amici che vivevano la separazione con preoccupazioni per via degli accordi e scontri che si proponevano nelle aule giudiziarie, così decisi di cercare un avvocato che non fosse conosciuto né da me e neanche dalla mia ex moglie.

Mi sono avventurato alla ricerca di un avvocato per affidare la mia causa di separazione in un sito internet. Trovai e contattai un avvocato siciliano. Iniziarono anche le varie udienze e incontri con il professionista a cui affidai tutta la mia fiducia. Credo che fin qui tutto rientrava nella normalità anche perché lui mi aveva riassicurato e tranquillizzato, dicendomi che presto il giudice sapendo dei fatti (perché era ben risaputo che il figlio non fosse mio e che la legittimazione avvenuta alla mia insaputa era il frutto di un dolo) avrebbe presto chiesto la prova del DNA e risolto tutto. Alle varie udienze la mia ex non si è mai presentata e il mio difensore ogni volta mi tranquillizzava con frasi del tipo che il giudice è una persona severa e che presto l’avrebbe convocata, invece la causa procedeva con lentezza e nel frattempo per motivi di lavoro io mi sono trasferito in Toscana. Non potendo seguire le udienze di persona i nostri contatti avvenivano esclusivamente per via cellulare.

avvocato carte

Spero che le registrazioni mi salvino.

Un giorno ho ricevuto una telefonata dal mio avvocato “preso su internet” che mi comunicava che il giudice aveva chiesto ad entrambi gli avvocati di raggiungere un accordo altrimenti il processo sarebbe stato come un’Odissea. Io chiesi subito in cosa consistesse questo accordo. Lui mi rispose che essendo amico del giudice, la Dott.ssa gli avrebbe confidato che era meglio un accordo tra le parti. Lui mi comunicò che l’avvocato della mia ex gli aveva avanzato una richiesta di € 50.000,00 in favore del bambino e che la causa in questo modo si sarebbe chiusa subito. Io risposi che non era mia intenzione pagare una somma del genere perché non ero il padre del bambino. Dopo qualche giorno ho ricevuto altre telefonate in cui con tono aggressivo e quasi intimidatorio il mio difensore tentava di forzarmi a recuperare quella somma. Ovviamente ho registrato il tutto e quando mi sono ribellato a tale sistema perché era impossibile che un giudice in un’aula di tribunale applicasse un tale sistema estorsivo, lui mi attaccò verbalmente dicendomi che si sarebbe dimesso dell’incarico e io sarei stato costretto a mantenere il bambino della mia ex fino a 18 anni.

Successivamente mi viene fatta una seconda richiesta per un importo inferiore (€ 10.000,00) che rifiutai, perché  cominciai a capire, che non si trattava di un accordo ma un modo per spillarmi del denaro, infatti i due si fingevano mediatori di un accordo voluto dal giudice. A questo punto il professionista trovato attraverso il sito internet, dopo il mio rifiuto, non riuscendo a concludere il suo colpo grosso, rinuncia al mandato e abbandona senza valide giustificazioni la causa. Oggi la mia separazione non è ancora conclusa, ho dovuto affidare la causa ad altro legale il quale si è trovato di fronte ad un procedimento pieno di omissioni e lacune, nel frattempo il professionista precedente è ricomparso e sta tentando di spillarmi altro denaro. Ha nominato un suo difensore, mi hanno citato in giudizio, dove io risulto il creditore di una somma di denaro, residua di un preventivo firmato al momento del conferimento dell’incarico di separazione, incarico interrotto dallo stesso professionista senza valide motivazioni, solo perché io mi sono opposto alla proposta di versare somme ingenti di denaro alla controparte per concludere la causa di separazione. L’udienza per mancato pagamento sarà presto discussa e il professionista che ha avanzato una parcella milionaria, ha richiesto un importo per prestazioni non solo non completate e mai effettuate ma camuffate da estorsioni con ricatto. Ho le registrazioni telefoniche e quelle avvenute nel suo studio che spero mi salvino e nel frattempo mi sono riservato di una denuncia con segnalazione non solo all’ordine ma anche al sito internet che pubblicizza lo studio del professionista.



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