Mi segnalano un post comico che parla di false denunce e che incitava alla sollevazione popolare. Credevo fosse Lercio, invece mi hanno assicurato di averlo copiato da un profilo serio, o che perlomeno crede di essere serio:
Ah però! L’avvocata Luciana Sergiacomi dice la verità e viene criticata ferocemente da chi vive, anche economicamente, sull’assistenza alle donne che fanno denunce a raffica. Fondate o meno è un dettaglio insignificante, basta che le facciano. Però questa è una verità che non si può dire, allora deve partire uno tsunami di proteste per far capire quali siano gli argomenti intoccabili. Molto ci sarebbe da dire sul ruolo dei centri antiviolenza – o perlomeno di alcuni centri antiviolenza – nel pilotare accuse che alla verifica giudiziaria si rivelano infondate. Perché l’importante è farne parecchie, poi l’esito non è rilevante dato che il tormentone delle associate al Vittimificio Srl è “l’ho denunciato mille volte”, senza mai preoccuparsi di chiarire che le denunce si sgretolano appena arrivano in Tribunale. La Sergiacomi nel 2021 non ha inventato nulla, le strategie delle false accuse sono ben note da oltre 12 anni e vengono rilevate da operatrici giudiziarie di ogni ordine e grado. Una per tutte la Dr.ssa Carmen Pugliese, PM presso la Procura di Bergamo:
«(…) è appurato che molte volte le versioni fornite dalle presunte vittime sono gonfiate ad arte. Solo in 2 casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri. Il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione. “Se non mi concedi tot benefici, io ti denuncio”, è la minaccia che fanno alcune mogli. Carmen Pugliese una tiratina d’orecchi la riserva anche alle associazioni che operano a tutela delle donne: «Non fanno l’operazione di filtro che dovrebbero fare: incitano le assistite a denunciare, ma poi si disinteressano del percorso giudiziario, di verificare come finirà la vicenda. Mi sembra una difesa indiscriminata della tutela della donna che viene a denunciare i maltrattamenti, senza mettere in conto che questa donna potrebbe sempre cambiare versione».
Una lunga lista di persone da zittire.
“È appurato” dice la PM Pugliese, non “abbiamo la sensazione che …”. Non opinioni ma fatti concreti. E si tratta di un estratto dall’intervista del giornalista Stefano Serpellini al Sostituto Procuratore Dr.ssa Carmen Pugliese, autorizzata dal Procuratore Generale Addano Galizi, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario 2009. Intervista completa su L’Eco di Bergamo, 29 gennaio 2009. Sulla stessa lunghezza d’onda la Dr.ssa Jacqueline Monica Magi (Procura di Pistoia), la Dr.ssa Barbara Bresci (Procura di Sanremo), poi la Dr.ssa Sara Pezzuolo, l’Avv. Clara Cirillo, l’Avv. Paola Tomarelli, la Dr.ssa Maddalena Cialdella, la Dr.ssa Loretta Ubaldi e tante altre ancora. Tutte operatrici giudiziarie, tutte donne. Oltretutto la Dr.ssa Pugliese biasima proprio le associazioni che operano a tutela delle donne, che a suo parere incitano a denunciare a prescindere da come finirà la vicenda.
Quindi lo sconosciuto autore dell’indignatissimo post (o autrice, visto l’appello di sorellanza alle compagne femministe) dovrebbe sollecitare bordate di proteste social contro Stefano Serpellini, contro il direttore e l’editore dell’Eco di Bergamo, contro Carmen Pugliese, Monica Magi, Barbara Bresci e un esercito di avvocate, psicologhe forensi, criminologhe, nonché contro tutti i giornalisti, i direttori e gli editori delle testate che hanno dato spazio alle loro dichiarazioni. “Al mio segnale scatenate l’inferno”, diceva quello… roba da far venire le vesciche ai polpastrelli. Ah, da ultimo le truppe chiamate a raccolta dovrebbero, per coerenza, scatenarsi anche contro tutti i Presidenti del Senato degli ultimi 10 anni, visto che un dossier sulle false accuse riconosciute dalle operatrici giudiziarie è pubblicato sul sito del Senato a partire dal 2011, e contro la Senatrice Alessandra Gallone, che ha raccolto la documentazione nelle audizioni del 26 luglio 2011.
Gli attacchi ciechi e a testa bassa.
Visto che ci sono, perché risparmiarsi? Un bell’attacco anche a Luigi Lucchetti (psicologo della Polizia di Stato) e al direttore di “Polizia Moderna” poiché ha osato pubblicarne un articolo che recita: «(…) si registra una epidemia di denunce nei confronti di ex mariti e padri degeneri accusati, fra l’altro, di maltrattamenti ed abusi sessuali sui loro stessi figli. Alcune di queste accuse sono purtroppo fondate come recenti e terribili fatti di cronaca confermano, ma molte di esse, spesso le più infamanti, si dimostrano, dopo un iter doloroso e certamente non breve, false o inattendibili. Le denunce “false” costituiscono un’ampia gamma di resoconti non corrispondenti alla verità/realtà dei fatti che vanno dalle dichiarazioni menzognere sostenute dalla precisa volontà e finalità di danneggiare l’ex marito-padre (…)», (Polizia Moderna, giugno 2011). Su compagne femministe, forza con le tastiere… Ma il vertice di comicità l’anonimo fomentatore lo tocca quando scrive:
Oltre alla falsità appena dimostrata, poiché quello delle false denunce è un fenomeno riconosciuto da Polizia, sostitute procuratrici e fior di professioniste, è divertente notare la capriola logica del post: non contesta l’affermazione nel merito (anche perché sarebbe impossibile) ma la contesta in quanto il fenomeno delle false denunce viene rilevato anche da associazioni misogine che negano la violenza sulle donne. Quindi la Sergiacomi non poteva dire ciò che ha detto perché prima di lei se ne sono accorti moti altri, tra cui le associazioni che negano la violenza sulle donne. Me-ra-vi-glio-so! Se io odio qualcuno devo contestare qualsiasi cosa dica, a prescindere dai contenuti. Posso anche negare che Chiellini abbia strattonato Saka come si fa con le redini di un cavallo imbizzarrito: se ne lamentano gli inglesi, io odio gli inglesi quindi non è vero. Il poveretto (o poveretta) del post dimostra di non essere in grado di capire ciò che legge, ammesso che legga e non attacchi a testa bassa senza conoscere ciò che critica.
Quelle che sulle mistificazioni ci campano.
Ciò che scrivono da una ventina d’anni le “associazioni misogine” non è affatto la negazione della violenza sulle donne, ma la demistificazione delle falsità in merito alle violenze sulle donne. C’è una enorme differenza che solo chi è intelligente sa cogliere. Se l’arruffapopolo non ci riesce, problemi suoi. Smascherare i numeri falsi a sostegno dello slogan “un femminicidio ogni due giorni” (o le variabili ogni tre giorni, ogni 72 ore) non significa negare che le donne possano essere uccise, significa dimostrare – analizzando le notizie di cronaca una ad una – che i casi reali sono circa un terzo di quelli spacciati per femminicidi. Dire “è falso che vi sia un femminicidio ogni 72 ore” non significa negare che alcune donne, una frazione di quelle propagandate, muoiano a causa della gelosia morbosa di partner o ex partner. Fenomeno gravissimo che nessuno nega. Ciò che viene contestato è la menzogna dei dati gonfiati. Ma chi osa farlo è misogino.
Allo stesso modo non si deve rilevare la differenza tra il numero complessivo di denunce e quelle che alla verifica giudiziaria si dimostrano fondate: chi dice e dimostra che certe accuse e certe denunce sono strumentali è misogino. Il Vittimificio Srl si basa su falsità, equivoci e mancata trasparenza, chi lo dice è misogino anche se dimostra ciò che dice. Chiellini non ha strattonato nessuno, punto, neanche di fronte al filmato di Chiellini che strattona. Nessuno hai mai negato che esistano l’omicidio di una donna (il termine femminicidio non ha alcuna rilevanza criminologica e/o giuridica, né come fattispecie autonoma di reato né come aggravante), lo stalking, i maltrattamenti e la violenza sulle donne in generale. Ciò che i “misogini” rifiutano sono le mistificazioni. Ma non è accettabile da parte di chi sulle mistificazioni ci campa.