di Fabio Nestola. Impazza online un grido di dolore: maledetto diritto alla bigenitorialità, maledetta Legge 54/2006! Animata dalla passione della barricadera d’assalto, una tizia tuona contro una legge dello Stato approvata dai due rami del Parlamento. Un migliaio di Deputati e Senatori, donne e uomini, l’hanno votata all’unanimità con solo 14 astenuti, ma nessuno aveva capito niente. Se la tizia strilla che è maledetta, è maledetta. Punto. Però tanta energia è sprecata sui social: sbraitare insultando non serve a niente se non a raccogliere una manciata di like, “brava”, “sei tutte noi”, “forza”, “continua così”.
Mi dicono si chiami Veronica qualcosa, non saprei dire che tipo di formazione abbia, ma se avesse dato almeno un’occhiata a un paio di testi Giuffré conoscerebbe la gerarchia delle fonti giuridiche e le sarebbe chiaro che le leggi si fanno in Parlamento, mica sui social. Quindi, il giorno che smettesse di giocare alla paladina senza macchia e senza paura, le converrebbe provare ad essere un po’ più concreta. Che so, potrebbe candidarsi con qualche partito politico e presentarsi alle prossime elezioni. Con un po’ di fortuna, chissà, riuscirebbe forse a conquistare uno scranno e potrebbe finalmente smetterla di insultare le leggi e fare qualcosa di efficace per cambiarle. È proprio nei palazzi della politica che si può legiferare, qualcuno le riveli ‘sto segreto. Da parlamentare avrebbe maggiori possibilità rispetto alle urlatrici da piazza virtuale, potrebbe organizzarsi cercando la politica delle larghe intese, potrebbe arringare colleghi di partito e non solo di partito per convincerli con la profondità delle argomentazioni, potrebbe rivelare all’intero panorama politico la verità che fino ad oggi solo lei ha capito: la legge 54/06 è maledetta.
Forse dovrebbe studiare un po’.
Una volta costruito lo zoccolo duro sulla maledetta legge 54/06 potrebbe presentare una riforma normativa a più firme per modificare ciò che a lei e a quelli come lei non piace. Potrebbe farla assegnare alla Commissione Giustizia della Camera, potrebbe esserne la relatrice, potrebbe aprire i termini per gli emendamenti, potrebbe convocare delle audizioni di esperti… insomma, invece di invocare le folle in piazza potrebbe attivare un normale iter legislativo per ottenere quello che le sta tanto a cuore. Se fosse in Parlamento. Magari le folle in piazza sarebbero più utili per velocizzare il percorso di una legge, ma quando la legge ancora non c’è si tratta di protesta fine a se stessa. Altrimenti un bel referendum abrogativo: cittadine e cittadini italiani vogliono vivere felici senza la maledetta bigenitorialità, si o no? Pensa quante possibilità avrebbe se riuscisse a farsi eleggere.
Certo, per convincere i colleghi le servirebbero motivazioni leggermente più robuste del semplice “è maledetta”. Forse non conosce la genesi della riforma che prende vita nel 1994. Magari quando in Parlamento si cominciava a discutere di bigenitorialità lei stava ancora alle medie, non saprei. Comunque il lungo iter è passato attraverso 12 anni e 4 legislature, con prolungate audizioni del Gotha di discipline come Diritto, Psicologia dell’età evolutiva, Pedagogia, Neuropsichiatria infantile… oltre all’analisi delle esperienze maturate in Paesi dove la shared custody è arrivata molto prima che da noi. Diversi saperi e diverse competenze convergevano e convergono sulla necessità di garantire ai figli il principio della bigenitorialità. Tutti incompetenti, è ovvio. Ah, se ci fosse stata lei in Parlamento nel 2006! Avrebbe potuto spiegare a colleghe e colleghi, nonché a tutti gli esperti in audizione, che non dovevano approvare la legge maledetta. Beh, magari smantellare tutto con “è maledetta” è poca roba. Forse dovrebbe studiare un po’, così poi se riuscisse a farsi eleggere…
In Parlamento funziona così.
Come? È già stata eletta? Ma dai… Siede in Parlamento? Non ci posso credere… Ma allora perché sbraita su Facebook? Deve esserci un motivo. Perché, visto che è Deputata, invece di fare leggi nuove insulta quelle che ci sono? Non è capace di raccogliere consensi nemmeno all’interno del suo partito, quindi ne cerca sulle piazze virtuali? No, il motivo non può essere questo. Sta cercando di cucirsi addosso un abito che le dia qualche speranza di rielezione alla prossima tornata elettorale? La crociata pro-mamme potrebbe essere un ottimo biglietto da visita, ma forse non basta di fronte all’intero mondo giuridico, e non solo giuridico, che odia madri e figli, considera la bigenitorialità un diritto inalienabile dei minori e una conquista di civiltà. Poi il vessillo di paladina della diade donne-bambini è inflazionato, se lo contendono in tante, non c’è posto per tutte. Che credibilità può avere al di fuori della cerchia ristretta di affezionate supporter? Oltre alle maledizioni iniziali mi arriva il resto dell’accorato messaggio, uno dei tanti, mi dicono, che la Nostra sparge a piene mani sulle vetrine pubbliche.
Ha esppresso (con due p, rafforzativo) le sue proposte al Ministro, ma evidentemente la cosa non ha avuto seguito. Poi anche in Commissione Giiustizia (con due i, rafforzativo), ma anche li non le hanno dato troppo credito. Non è dato di sapere se quando è uscita stessero ridendo. Un consiglio: invece di espprimere proposte, provi a scriverle. Depositare proposte, non espprimere. In Parlamento funziona così. Attendiamo fiduciosi la Proposta di Legge, gentile Veronica qualcosa (ed altri).