La Fionda

Un eroe moderno contro il modello “Sex and the city”

Da messaggio privato. Ci conosciamo all’università, ci innamoriamo e ci sposiamo. Entrambi di bella presenza e con ottimi lavori. Dicevano che eravamo una coppia da “Mulino Bianco”. Una settimana dopo il matrimonio scopro che, qualche giorno prima di sposarci, mi ha tradito con il suo ex. La perdono perché intanto aspetta il nostro primo figlio. Sembra allora serena e felice, come moglie e come madre. Ha tutto ciò che ha sempre detto di desiderare.

Dopo due anni scopro che ha una tresca con un suo cliente. Di nuovo la perdono perché nel frattempo mi chiedeva un altro figlio, che anch’io volevo. Passano altri due anni, lei è indaffarata coi piccoli, e si mostra ancora più felice di prima. Madre apparentemente perfetta e moglie stupenda, pentita. Per errore resta di nuovo incinta, ma decidiamo di tenerlo. Mentre è in gravidanza, mi tradisce di nuovo, stavolta con l’allenatore del figlio. Ancora la perdono. Per noi, per l’amore che le porto, per i nostri figli, la nostra realtà.

Dopo tredici anni di matrimonio, non appena i figli sono diventati un minimo indipendenti, sfascia tutto, tradendomi ancora, stavolta con un collega. Io non ce la faccio più a perdonarla, e faccio la mia battaglia per mostrare al giudice che razza di persona è. Chiaro, non è stata una separazione consensuale, ce ne siamo detti di tutti i colori, e ho avuto modo una sera di dirle in faccia tutto lo schifo di essere che era e quanto fosse colpevole della distruzione di quattro vite, la mia e quella dei figli. Quel cumulo di colpe sbattuto in faccia, senza rabbia e senza violenza, ma con piena sincerità e tanto tanto tanto dolore, ha avuto poi uno strascico ancora più amaro via email e via messaggi.

A quelli si è appigliata per denunciarmi per stalking, tentando di mettermi in difficoltà davanti al giudice. E in parte c’è riuscita. Una come lei, coi suoi pregressi (e non scendo in dettagli) non avrebbe mai ottenuto la custodia, e invece ora la abbiamo congiunta. Ho provato a togliergliela quando i ragazzi mi hanno detto che nei quindici giorni con lei, lei ha iniziato a picchiarli. Ho fatto un esposto in procura, con tanto di prove. Archiviato quasi senza alcuna indagine, senza nemmeno sentire me o i bambini. Spiegazione data dal mio legale: “Il PM ha probabilmente ritenuto che il suo esposto fosse una vendetta”. E anche il commissario di Polizia che mi ha notificato i vari atti ha detto la stessa cosa.

Fa male parlare di queste cose, ed è difficile lasciare una testimonianza, per paura di passare altri guai, ma chi ha aperto questo blog ha ragione da vendere. Questa legge si presta ad abusi allucinanti, che però non fanno notizia. Saluti a tutti da uno che non è mai stato e non sarà mai stalker, né tanto meno violento o assassino. Ma soprattutto che è fiero di non essersi rassegnato alla “fine della storia”, fiero di aver tenuto duro fin quando è stato possibile. I mostri non sono gli uomini che non si rassegnano, ma le donne che distruggono tutto per capriccio o pazzia, come se niente fosse.



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