Dopo le linee-guida di Tivoli, il DDL Femminicidio, le proposte di Franceschini e l’indignazione delle dem per i manifesti bolognesi, la misura non è ancora colma. Mancava lui, Lorenzo Cesa. Non si è fatto scappare l’occasione di apparire gender oriented, evidentemente proporre qualcosa “a favore delle donne” garantisce visibilità. A prescindere dalla reale efficacia di ciò che viene proposto. L’iniziativa è una geniale proposta di legge che cancella l’affidamento condiviso in caso di denunce di violenza; l’affido esclusivo va al genitore sedicente vittima poiché l’altro, l’accusato, essendo violento non può essere un buon genitore. Non conosciamo il testo integrale della proposta di legge, dobbiamo quindi limitarci a riportare ciò che dice l’articolo del Sole24ore: «Il provvedimento interviene sul Codice Civile rivedendo gli articoli 337-quater e 337-quinquies e stabilendo che nei casi in cui uno dei due genitori abbia messo in atto condotte riconducibili alla violenza fisica, psicologica o sessuale perda la responsabilità genitoriale che sarà garantita in via esclusiva all’altro genitore. È inoltre previsto che soltanto in caso di assoluzione per non aver commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato il tribunale possa valutare il ripristino della responsabilità genitoriale in capo al genitore che la abbia persa».
Perfetto, ormai la strategia delle false accuse è diventata un’autostrada a sei corsie. Di contro, il fenomeno devastante delle false accuse continua ad essere ignorato dai nostri parlamentari, nonostante abbia raggiunto ormai dimensioni bibliche. Al Segretario dell’UDC sfugge, forse, la tempistica non proprio fulminea dei nostri tribunali:
- Oggi, marzo 2025, viene presentata una denuncia a carico di Tizio, accusato dalla ex moglie di maltrattamenti e stalking.
- Codice Rosso, misure cautelari immediate ed ora, se passasse la proposta di Cesa, arriva anche la revoca della responsabilità genitoriale.
- Poi con calma, piano piano, senza fretta, il sistema giudiziario prenderà i suoi tempi per valutare se in effetti c’erano reali motivi per limitare la libertà e i diritti di Tizio, compresa la responsabilità genitoriale.
- Nella migliore delle ipotesi dopo un paio d’anni – o anche di più, molti di più – arriva l’assoluzione da accuse che il tribunale accerta essere infondate.
- 2027 – «scusa Tizio, ci siamo sbagliati».
Parliamo solo del primo grado di giudizio, in caso di Appello e Cassazione l’assoluzione con sentenza passata in giudicato può arrivare ben oltre il 2030.

Il solito giochetto sulle denunce.
Immancabile, per rendere tutto più credibile, il richiamo di Cesa e dei media al seguito ai dati della Criminalpol che testimonierebbero un aumento dei maltrattamenti. Al tempo. L’equivoco è sempre lo stesso, non riescono proprio a farne a meno: la Criminalpol registra il numero di denunce, non l’esito. Vuol dire che è in aumento il numero delle denunce, non delle effettive condanne. Quindi il 35% in più di sedicenti vittime dicono di sentirsi maltrattate; nessuno dice che poi, alla verifica giudiziaria, il 90% delle accuse si rivela privo di fondatezza e termina con archiviazione, proscioglimento o assoluzione. Ripetiamo un passaggio importante: «soltanto in caso di assoluzione per non aver commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato il tribunale possa valutare il ripristino della responsabilità genitoriale in capo al genitore che la abbia persa». L’assoluzione perché il fatto non sussiste non rientra tra le opzioni valide per correggere l’errore della magistratura? E le archiviazioni? Ne vogliamo parlare?
Oltre il 50% dei reati da Codice Rosso viene archiviato, vale a dire che non presentano nemmeno i requisiti minimi per incardinare un processo. Denunce strumentali, confezionate ad arte per creare ostacoli all’ex, ed oggi la gamma degli ostacoli si arricchisce di un elemento in più: ma si, crepi l’avarizia, mettiamoci anche la perdita della responsabilità genitoriale. Il ripristino della quale – ingiustamente persa in caso di assoluzione – può essere valutato dal tribunale. Cosa c’è da valutare? Normalmente funziona così: ti arresto per furto, vieni processato e riconosciuto innocente, ti scarcero. Non ho la facoltà di valutare se scarcerarti o meno, devo renderti immediatamente la libertà e pure, se fai istanza, risarcirti per i giorni di ingiusta detenzione. Diverso, secondo Cesa, dovrebbe essere il percorso per i padri: ti tolgo la responsabilità genitoriale, vieni processato e riconosciuto innocente, valuto se è caso di ripristinarla. Mala tempora currunt.