Qualche femminista si sente offesa per il titolo di questo intervento? Sinceramente non capisco il motivo. L’ideologia femminista ci ha abituato a ragionamenti e generalizzazioni simili. Non tutte le donne sono puttane allo stesso modo che non tutti gli uomini sono violenti. Avrei potuto proporre una formula perfettamente speculare, ma la connotazione del concetto “violenza” non è la stessa per uomini e donne. Per un uomo essere accusato di violenza su donne o bambini è una grande offesa, un’immensa onta. Per una donna oggigiorno essere accusata di violenza su uomini è quasi un vanto, basta leggere molti dei commenti su notizie che vedono ucciso un uomo per mano di una donna: “ha fatto bene”, “uno di meno”… Il termine corrispettivo più adatto di violento per l’uomo non è violenta ma puttana, è altamente offensivo per qualsiasi donna e non pregiudica le conclusioni logiche alle quali arriva il femminismo da queste generalizzazioni. Al giorno d’oggi a nessuno stupisce se gli uomini vengono assimilati a degli orsi o a degli squali o a dei cioccolatini avvelenati (m&m’s), tutto questo in nome di un obiettivo moralmente ineccepibile: il contrasto della violenza contro le donne. Il fatto che, nei tempi che furono, gli ebrei fossero assimilati dai nazisti a dei polipi o a dei funghi avvelenati, anche tutto questo in nome di un obiettivo moralmente ineccepibile come era la sicurezza dei cittadini ariani, è solo una fortuita coincidenza del caso.
La violenza sulle donne, conseguenza dell’oppressione storica e attuale che hanno subito e subiscono le donne per mano di tutto l’universo maschile, non scagiona alcun uomo. Gli uomini sono tutti presunti colpevoli, tutti potenziali stupratori, picchiatori, assassini, tutti esseri “tossici”: la mascolinità tossica. Nessuno escluso. Generalizzazione. Similmente agli uomini, tutti gli ebrei venivano raffigurati come pericolosi, malvagi e/o parassiti, cioè esseri tossici, la gravità del pericolo che rappresentavano trattato nelle scuole e raffigurato nei libri per bambini (Der Giftpilz, Il fungo velenoso), così come oggi bambini e ragazzi vengono istruiti spesso nelle scuole contro la mascolinità tossica e la violenza sulle donne. Generalizzazione. Ma tutto ciò, come ho già detto, scacciamo da subito le dicerie dei maldicenti, è solo una fortuita coincidenza del caso. È normale quindi che di tanto in tanto si ipotizzi – a volte in maniera di scherzo, a volte un po’ più sul serio – lo sradicamento di quell’essere tossico denominato ebreo… scusate… intendevo uomo. A proposito della giornata internazionale delle api: «ha bisogno il mondo degli uomini? Quando gli uomini non saranno più necessari, buttateli fuori. Durante le stagioni autunnale e invernale, è normale che le api operaie scaccino i maschi, sfrattandoli dall’alveare. E questo è tutto. Questa è la lezione. Cacciate via gli uomini ogni inverno».
La ciotola di m&m’s.
Alcune persone malintenzionate hanno travisato in queste continue e giuste denunce femministe della violenza maschile una pericolosa generalizzazione, un’inosservanza di un principio sacrosanto: la responsabilità personale. Questi farabutti hanno avuto l’audacia di inventare un hashtag con la scritta #NotAllMen (nontuttigliuomini). Per fortuna l’intellighenzia femminista ha confutato con veemenza un’audacia simile. «Perché gli uomini dovrebbero smettere di dire #NotAllMen. Subito. Punto». A proposito di squali: «Sai cosa dicono a una donna che descrive gli uomini come violenti? “Non tutti gli uomini sono così”. Ma se si accetta che si possa avere paura degli squali e che gli squali siano considerati un pericoloso predatore per l’uomo quando uccidono solo 7 esseri umani all’anno… perché dovrebbe essere diverso per il predatore più pericoloso della donna: l’uomo? La verità è che a te conviene convincerti di non essere come gli altri. Poiché tu non hai ucciso, pensi di non aver mai stuprato, pensi di non essere mai stato violento con una donna, allora questo giustificherebbe il fatto di non dire “tutti gli uomini”. Eppure tu sei un uomo». Infatti, come si permettono questi uomini?! Gli uomini non sono solo violenti, a volte sembrano anche stupidi, non riescono a capire. Ecco spiegato in maniera semplice semplice: «sostieni che non tutti gli uomini sono mostri? Immagina una ciotola di m&m’s (cioccolatini). Il 10% di essi sono avvelenati. Va avanti! Mangia una manciata! Non tutti gli m&m’s sono tossici». Gli uomini, si sa, sono corti di cervello e bisogna spiegarli per quale motivo non si dovrebbero arrabbiare se vengono tutti assimilati a degli orsi: «può essere utile questo video in cui si immagina una “Women Airlines” con le sue misure di sicurezza e un uomo che rifiuta di passare attraverso il metal detector perché lui non è un terrorista e se non gli si crede sulla fiducia partono le offese tipo, “allora spero che un vero terrorista ti faccia saltare in aria”. Che è proprio la reazione di molti al discorso uomo vs orso: basta scorrere i commenti di qualche post sul tema per leggere auguri di questo genere. Che, in pratica, dimostrano perché molte donne hanno affermato di preferire un orso». Vale la pena di riprodurre per esteso la metafora del metal detector:
«Hostess: Buongiorno signore, passi sotto il metal detector / Passeggero: non sono un passeggero pericoloso / H: è una procedura standard, signore / P: ma come le ho detto non lo farei mai / H: capisco, ma purtroppo qualcuno lo farebbe e noi non possiamo sapere chi / P: ma io non sono mica musulmano / H: i malintenzionati possono essere di tutte le etnie e di tutte le religioni, signore, e se posso permettermi è una cosa po’ razzista questa / P: ma non è che tutti sono dirottatori / H: lo so bene signore, ma è per colpa di qualche individuo che dobbiamo diffidare dalle intenzioni di tutti i passeggeri / P: in ogni caso le probabilità che io sia un dirottatore sono pochissime / H: lo capisco ma non possiamo correre alcun rischio / P: non le sembra di generalizzare un po’ troppo / H: è una questione di sicurezza, signore, è meglio diffidare troppo che troppo poco / P: adesso mi sto incazzando perché ho già detto che non sono un passeggero pericoloso, ho già detto che non lo farei mai e invece lei continua a generalizzare dicendo che tutti i passeggeri sono possibili malintenzionati, “all passengers” quindi / H: ho ripetuto già più volte che le misure di sicurezza che si adottano verso tutti i passeggeri derivano da alcuni bruttissimi episodi da alcuni passeggeri malintenzionati e siccome non sappiamo quale passeggero è malintenzionato, diffidiamo delle intenzioni di tutti i passeggeri per motivi di sicurezza affinché non ci sia la più piccola possibilità, la più microscopica percentuale che quei brutti episodi ricapitino, quindi signore se lei non passa sotto il metal detector io non posso farla imbarcare sull’aereo / P: allora le auguro di trovarsi in un aereo dirottato / H: scusi? / P: Sì, esatto, se lei non crede che io non sia un passeggero malintenzionato, le auguro di trovarsi con un terrorista che la faccia schiantare contro un grattacielo».
Tutti i passeggeri.
Tutti gli uomini, quindi. Ammessa e non concessa la colpa di tutti gli uomini, quale sarebbe lo scopo pratico di questa metafora? Cosa vorrebbe significare per gli uomini “passare sotto il metal detector”? Corsi di ri-educazione obbligatori per tutti di nuove mascolinità? La limitazione della libertà di movimento maschile? L’espiazione collettiva della colpa? In che modo? La metafora del metal detector sembra un argomento valido, ma c’è qualcosa che non funziona. La chiave sta nel nome della compagnia Women airlines (aerolinea delle donne). Nel mondo reale, negli aeroporti, non esistono aerolinee di uomini o di donne, tutti passiamo sotto il metal detector: bambini, anziani, donne, uomini, cristiani, musulmani… Ma nella metafora femminista del metal detector non passano tutti, passano soltanto gli uomini. La metafora vuole confutare l’asserzione “non tutti gli uomini sono violenti”, quindi tutti gli uomini devono passare sotto il metal detector. Questa metafora non si propone di confutare l’asserzione “non tutte le donne sono violente”, perché nell’immaginario femminista le donne non sono violente, non sono “tossiche”, non esistono campagne femministe che denunciano la violenza delle donne contro gli uomini, non ci sono donne malintenzionate, quindi le donne non sono costrette a passare sotto il metal detector. Per questo motivo il passeggero rappresentato è un uomo, malgrado l’attrice che lo rappresenta fosse una donna.
Per i nazisti non c’erano ariani assimilati a dei polipi o a dei funghi avvelenati, non c’erano ariani malintenzionati, solo ebrei. Sbagliato: «i malintenzionati possono essere di tutte le etnie e di tutte le religioni». Fare discriminazione in base alla razza o alla religione, come ci spiega l’hostess nella metafora, è «razzista». Per le femministe non ci sono donne assimilate a degli orsi o a degli squali o a degli m&m’s avvelenati, solo uomini. E questa discriminazione, in base al sesso, nelle loro menti, e nella mente dell’hostess della Women airlines, non è sessismo. «La forma mentis di una femminista è la stessa di un nazista: in questa forma mentis non esiste il concetto di umanità…», ma tutto ciò, ribadisco con enfasi, smentiamo le malelingue, è solo una fortuita coincidenza del caso. A rigor di logica l’analogia dell’uomo con l’orso o con lo squalo è giustificata in numeri assoluti, ma è anche vero per qualsiasi altro gruppo sociale vi venga in mente, compresi gli ariani, gli ebrei, le donne e qualsiasi altro gruppo femminile. Annualmente sono molti di più gli uomini uccisi da donne o i figli uccisi da madri, che gli individui uccisi da orsi o da squali. Per il discorso che ci interessa è superfluo far notare che le conclusioni tratte da questo confronto statistico sono una sciocchezza, che gli elementi da valutare prima di poter trarre delle conclusione in qualsiasi ambito da un confronto statistico sono molteplici, e non basta constatare che sulla superficie del sole non è morto mai nessuno mentre nell’acqua muoiono annualmente nel mondo migliaia di persone annegate per sostenere che per l’essere umano la superficie del sole sia più sicura dell’acqua. Ma non è la mia intenzione fare un corso accelerato di statistica di base alle femministe, ma far presente che tutte queste analogie (il)logiche degli orsi, squali o m&m’s avvelenati con gli uomini possono essere realizzate parimenti con le donne, e si arriva alle stesse conclusioni. Tutti possono essere malintenzionati, tutti devono passare sotto i metal detector, ebrei e ariani, uomini innocenti e uomini violenti, ma anche le donne, tanto le innocenti quanto le violente e le puttane. Per questo motivo la metafora del metal detector non funziona: «all passengers», women are passengers.