Quella che segue è l’elencazione dei valori e dei principi che fanno da premessa ideale a questo sito e a tutto ciò che vi viene pubblicato.
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I principi dello Stato di Diritto, come frutto dell’evoluzione di altri precedenti equilibri e dinamiche, sono la base del vivere comune, fonti di giustizia ed equità. Il principio di realtà, fondato su fatti dimostrati o dimostrabili, è la base dell’etica discorsiva e del confronto razionale, unici strumenti per l’esplorazione e la scoperta del vero.
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Quello alla libertà in generale, e in particolare alla libertà d’opinione ed espressione, è il diritto più importante in assoluto. Esso assume piena legittimità sotto il profilo etico solo a fronte della piena assunzione delle responsabilità discendenti dal suo esercizio. Senza responsabilità connessa, il godimento di un diritto diventa pretesa di licenza e imposizione di privilegi a danno del prossimo.
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Esistono soltanto due generi, corrispondenti ai due sessi definiti dal patrimonio genetico: il maschile, proprio degli uomini, e il femminile, proprio delle donne. Uomini e donne sono diversi sotto un’infinita molteplicità di aspetti, ma detentori di eguali diritti e doveri. Essi scelgono liberamente se realizzarsi in piena indipendenza o completandosi reciprocamente sulla base della loro naturale complementarietà e a seguito di loro libere scelte. Ogni altra diversa distinzione è o una rara aberrazione dei processi fisio-biologici, o un costrutto socio-culturale, meritevoli di rispetto qualora non mettano a rischio l’incolumità fisica e psichica del prossimo, specialmente dei minori, e qualora la loro esistenza non induca a imposizioni di legge limitative delle libertà individuali e collettive.
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Paternità e maternità, rispettivamente ed esclusivamente esercitati da uomini e donne, hanno perfetta ed eguale dignità, di per sé e nei confronti della prole che essi per natura generano. La genitorialità deve essere una scelta condivisa, responsabile, libera e consapevole, connotata da pari diritti e doveri, esercitati all’insegna della reciproca trasparenza, correttezza e lealtà.
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La famiglia naturale è la cellula costitutiva del corpo comunitario e principale motore di sviluppo e tutela degli individui. La sua esistenza non è in contrapposizione con il riconoscimento della dignità o dei diritti e doveri naturali fondamentali per altri tipi di unioni basate sul reciproco sentimento e sul rispetto.
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I bambini sono un investimento nell’umanità del futuro. È un dovere garantire ad essi giuste condizioni di nascita, una crescita e uno sviluppo armonici ed equilibrati. Ogni condotta finalizzata a sopprimere, sfruttare, mercificare, spettacolarizzare o sessualizzare i bambini rappresenta un orrendo abuso.
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La denigrazione del genere maschile e la sua arbitraria e infondata descrizione come violento, aggressivo, inumano e insensibile, come soggetto non degno di essere compreso nelle sue esigenze e desideri, nel suo diritto alla felicità e nella sua umanità, né degno di essere apprezzato e valorizzato per i suoi pregi e le sue eccellenze, e dunque come pienamente sacrificabile o secondario, è una mistificazione. Essa non trova riscontri nella realtà, bensì scaturisce da forzature politico-culturali imposte da un permeante estremismo ideologico e distruttivo, che trae benefici, privilegi, potere e risorse dall’indiscriminata colpevolizzazione del genere maschile, dal conseguente conflitto tra uomini e donne, e dalla distruzione delle loro comuni agenzie normative, la famiglia in primis.
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Il femminismo, asserendo falsamente di lottare per la parità tra uomo e donna contro un asserito “regime patriarcale”, in realtà conduce una guerra di annientamento della figura dell’uomo e del padre, con lo scopo di acquisire privilegi, primazie e vantaggi per una minoranza ideologizzata che si autodefinisce rappresentante di un’intera comunità connotata dal genere. Nel ritenere apertamente la metà maschile del mondo un nemico da combattere, il femminismo è il maggiore portatore di squilibrio e il maggiore ostacolo alla realizzazione di una piena e armonica parità tra uomini e donne.
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La dialettica tra gerarchia e inclusività è motore principale di evoluzione e miglioramento collettivo, a patto che a tutti gli individui senza distinzione vengano riconosciuti pari diritti e assoluta uguaglianza nelle condizioni di partenza, venendo con ciò respinta come inaccettabile l’imposizione di condizioni di parità negli esiti.
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Il raggiungimento di pari diritti e doveri tra uomini e donne è possibile attraverso un percorso concorde, condiviso e comune tra i due generi, che avvenga senza alcun tipo di inquinamento ideologico, politico o economico. Obiettivo ultimo è che uomini e donne di buona volontà tornino a parlarsi, conoscersi, confrontarsi e riconoscersi per lavorare assieme alla costruzione di nuove modalità relazionali soddisfacenti e dunque per un futuro sostenibile e felice.