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Magistratura da incubo: una storia vera a puntate (50)

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La narrazione in corso non fa registrare grandi novità. Le condizioni di salute delle congiunte del nostro amico sono stabili. Entrambe gli hanno chiesto dei generi di conforto e qualche farmaco da banco proprio nel giorno di Natale. La sorella ha da poco ricevuto la notifica dell’udienza per la sospensiva del decreto che la riguarda emesso dal G.T. l’11 agosto 2021. La piattaforma “Il Cannocchiale”, dove, quando ci è consentito, riportiamo i nostri aggiornamenti, da alcuni giorni, è fuori servizio, come accade frequentemente. L’evento non ci scoraggia dall’incamminarci per accidentati sentieri e realizzare altre sinapsi. Attualmente, dato il contesto, lo scrivere critico non può influenzare qualche decisore per la salvaguardia del bene comune, ma per lo storico di domani potrebbe tornare utile. Il periodo natalizio ci ha dato lo spunto per annotare come l’U.E., al servizio della globalizzazione, stia progredendo nel rimuovere la storia dei Popoli, nell’uniformare le diverse culture, nel condurre le masse verso il nichilismo in nome del massimo profitto, nel porre le genti sotto la guida di sinedri farisaici, nel cancellare diritti fondamentali e libertà insopprimibili. Il programma di vigilanza/sudditanza redatto dalle classi egemoni, avvalendosi di interfacce tecnopolitiche sempre più evolute, non sta lasciando nulla al caso.

Appare vicino il tempo in cui anche le Istituzioni , per rendersi meglio impermeabili alle istanze delle persone, metteranno a loro disposizione solo la lista delle faq sul Web e/o centri telefonici con Interactive Voice Response. Imporranno alla gente di rapportarsi con delle macchine programmate, la cui risposta, probabilmente più aleatoria di come accadeva già nei call centers presenziati, potrebbe non essere adeguata alle necessità del soggetto richiedente, come peraltro, con determinate società private (ad esempio le Poste) già avviene. Detto quadro sarà la conseguenza logica delle menzogne, delle antinomie, delle insulsaggini, delle diseguaglianze sociali, della geopolitica praticata dalle multinazionali, delle pseudo verità scientifiche, dell’asservimento agli interessi delle grandi case farmaceutiche, delle violenze psicologiche agite sui cittadini messi nelle condizioni di non potere scegliere serenamente sul green pass, della spaccatura sociale prodotta tra i buoni (vaccinati) ed i cattivi (non vaccinati) coltivata dal governo. I potentati del farmaco, che non sono sottoposti a controlli e verifiche di alcun genere, non sono motivati ad estirpare la pandemia, il loro interesse è quello di mantenere i paesi sotto loro influenza in una fase sanitaria endemica e permanentemente emergenziale.

giudice

Per la scelta consapevole compiuta dai padri costituenti la nostra Costituzione non contempla lo stato d’emergenza, dichiara invece fondamentale il diritto individuale alla salute, che dunque dovrebbe prevalere su tutti gli altri diritti ed interessi consacrati nel testo costituzionale. Ricordiamo che, grazie alla firma del Trattato di Lisbona, approvato all’unanimità dal Parlamento italiano nel luglio del 2008, il diritto nazionale è finito subordinato alla legislazione prodotta dall’Unione Europea, la quale sempre più frequentemente reclama il suo primato in tal senso. Comunque, quanto disposto dall’art. 32 della nostra Carta potrebbe essere superato dall’interesse collettivo se non esistessero misure alternative a quelle dei vaccini obbligatori come, ad esempio, quella volutamente “ignorata” del sangue iperimmune messa a punto dal dott. Giuseppe De Donno (https://rostec.ru/en/news/rostec-develops-unique-medication-for-coronavirus-treatment-based-on-blood-plasma-donated-by-cured-m/). I vaccini impiegati, secondo il nostro opinabile punto di vista, ci appaiono ancora “sperimentali” e non in grado di immunizzare, come illo tempore assicuravano i comitati scientifici di cui si avvaleva l’esecutivo. Per associazione d’idee il disquisire sulle tutele costituzionali, sempre maggiormente intaccate dalle disinvolte prassi dei governi “tecnici”, ci fa tornare al calderone in cui fermenta la giurisdizione.

Gli altarini scoperti da Luca Palamara non sono stati di stimolo per rimodulare l’intero sistema, che quindi rimarrà pressoché invariato, con l’aggiunta della crescente “diserzione” dei magistrati dai tribunali ordinari, dove i carichi di lavoro sono maggiori, le gratificazioni sono minori ed il prestigio derivante dall’indossare la toga è scomparso per molteplici fattori. Parte dei mali della magistratura ai quali nessuno mai porrà fine (almeno nei prossimi anni) viene da lontano. Troppi innocenti finiscono indagati o peggio in carcere. Andiamo con il pensiero a Olindo Romano e a Rosa Bazzi (ritenuti responsabili della strage di Erba), pensiamo al recente suicidio di Angelo Burzi (ex assessore regionale in Piemonte). Non ignoriamo la pena detentiva, percepita da alcuni magistrati di sorveglianza, come vendetta. Esiste l’orientamento del pensiero che inficia tutti i vari gradi del giudizio, come ad esempio lo percepiamo in questi casi: “L’insipienza dei giudici italiani nelle sottrazioni internazionali: un nuovo caso” (https://www.lafionda.com/linsipienza-dei-giudici-italiani-nelle-sottrazioni-internazionali-un-nuovo-caso/) ; “Matrimonio bianco? Per la Cassazione l’uomo paga lo stesso” (https://www.lafionda.com/matrimonio-bianco-per-la-cassazione-luomo-paga-lo-stesso/) ; “Lei lavorava, lui si è laureato. Sì all’assegno di divorzio” (https://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/cassazione-assegno-divorzio-1.7182372). C’è il ritornante problema degli affidi dei minori all’esterno della famiglia che esplode ad intervalli regolari. Ultimamente la procura di Torino ha avviato un’inchiesta per verificare il sistema di affido relativa a due minori sottratti alla madre e dati in custodia ad una coppia omosessuale.

anziana

Un altro episodio riguarda un bimbo di nove anni abitante nella provincia torinese per il quale, invece di fornire un supporto alla famiglia, il tribunale per i minorenni competente ha confinato il bimbo dentro la comunità terapeutica, da cui non esce nemmeno per andare a scuola. C’è l’ideologia che, pure in presenza della legge 54/2006, induce i tribunali a continuare ostinatamente nel produrre disparità fra genitore prevalente e genitore marginale. Il padre prima dell’affido condiviso era, e continua ad essere nonostante l’esistenza della norma citata, il genitore marginale nel percorso di crescita della prole. Nel 2016, dieci anni dopo la riforma, persino l’ISTAT ha dovuto ammettere la sua disapplicazione e l’estesa difficoltà della magistratura nell’affrancarsi dal modello di affido monogenitoriale costruito sulla maternal preference. L’ISTAT conferma che l’affido condiviso non è stato sostanzialmente adottato, scrivendo testualmente a pag. 13 del report che “(…) al di là dell’assegnazione formale dell’affidamento condiviso, che il giudice è tenuto a effettuare in via prioritaria rispetto all’affidamento esclusivo, per tutti gli altri aspetti considerati in cui si lascia discrezionalità ai giudici, la legge non ha trovato effettiva applicazione (…)”. Non va dimenticato il nuovo Eldorado costituito da anziani e disabili sottratti alla cura dei familiari ed affidati ad avvocati nella veste di amministratori di sostegno.

Secondo dati AIASS in Italia ci sono 260000 beneficiari di questo istituto giuridico, ma l’utenza potenziale è di circa 4 milioni soggetti. Il 26% di queste A.d.S. (ovvero riguardanti 67600 persone) sono state conferite da giudici tutelari a non familiari. E’ ormai consuetudine che il giudice non si periti di interloquire con il beneficiario, ancora “capace”, per ascoltare i suoi desideri e per garantirgli la continuità dei rapporti affettivi da lui coltivati, ma lasci tutto nelle mani dell’amministratore di propria fiducia. Non ci sembra casuale la slavina di problematiche penali sorte e che continuano ad emergere intorno ai casi curati dal sodalizio avvocati-giudici. “Il business degli amministratori di sostegno non si arresta” (https://www.ilpostscriptum.it/post/untitled-51/). Da oltre un anno seguiamo con interesse il caso del prof. Carlo Gilardi (https://www.facebook.com/pg/liberiamocarlo/posts/?ref=page_internal) ; (https://www.youtube.com/watch?v=6V_LMUjbR-E). Insomma in Italia di malagiustizia ne abbiamo d’avanzo. Se ci aggiungiamo tutto il resto, l’affermarsi del laicismo, la cancellazione della storia nazionale, lo squallore del crollo demografico ed il numero dei suicidi (4000 all’anno) non possiamo certo dire che la “classe dirigente” dell’ultimo trentennio ci ha condotto a vivere nel Paese di Bengodi.



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