La Fionda

Magistratura da incubo: una storia vera a puntate (32)

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Ci sfugge (ma non del tutto) il motivo del lunghissimo interrogatorio al quale è stata sottoposta la sorella del reclamante, da tempo addolorata sia per le “misteriose” circostanze in cui è morto il figlio e di cui l’uffico del G.T. dovrebbe avere vasta conoscenza per la mole di documenti depositati dal suo A.d.S (oggi nella veste di reclamante), che per le imposizioni subite in casa della madre, con annessa rimozione forzata dei suoi riferimenti affettivi di sempre. Visto che il giudice tutelare è stato tempestivamente ed ampiamente documentato sullo stato di salute della donna dal nostro amico, quale è stata la “ratio” dell’escussione di un’ora e mezza condotta su una disabile particolarmente segnata dalla sofferenza? Conosciamo quello che purtroppo, nel corso della storia giurisdizionale italiana, si è verificato dentro o a ridosso dei tribunali. Disegni innocenti o frasi messe artatamente in bocca a dei tutelandi (per tutelare ben altri interessi!) hanno distrutto irreversibilmente intere famiglie. Personalmente siamo scettici sulle audizioni di persone fragili come minori e disabili. Quando certe audizioni non sono finalizzate e realizzate scientemente contro qualcuno, palesano solo poca sensibilità nei confronti della sofferenza altrui. Spesso appaiono solo tentativi maldestri per legittimare l’epilogo delle storie trattate, già deciso ancor prima di iniziare l’usuale recita. Il verbale del 10 maggio 2021, se rapportato all’estrema lunghezza dell’udienza ed alla sua prolissità, appare scarno. Prima di riprodurlo integralmente, affidandolo solo alle capacità critiche del lettore, ci concediamo una sola considerazione: Il desiderio del Procuratore della Repubblica (che generalmente si occupa di cause più gravi e non già di vecchi disabili o di procedimenti analoghi a quello che coinvolge/travolge il nostro istante/reclamante). Il P.d.R., nella veste di P.M. “insiste per la nomina di un amministratore di sostegno con nomina a favore di un terzo estraneo al nucleo familiare”.

Prendiamo atto che detto magistrato fa parte della scuola di pensiero consolidatasi dall’epoca dei “Diavoli della Bassa Modenese”, passando per la Val d’Enza, approdando poi a Lecco. E’ ormai la prassi che davanti a qualunque fragilità-difficoltà familiare si decide secondo copione: fuori i familiari, dentro gli specialisti. E’ un mantra in ossequio del quale, ed è soltanto un tragico esempio, il prof. Carlo Gilardi (uno dei tanti rimasto impigliato nelle maglie delle reti a strascico usate da premurosi avvocati a pesca di “deboli” da salvaguardare) è finito rinchiuso in una RSA. Naturalmente per essere protetto dalle possibili mire dei suoi familiari. Qualche tempo fa, a proposito dell’odierno rapporto tra legge e famiglie, messe sotto tutela, abbiamo ampiamente discettato: “Lo spazio occupato, ope legis, dagli esperti, a detrimento dei componenti “più forti” della famiglia in difficoltà, molto spesso, impiegando strumentalmente denunce penali e consulenze di comodo, invocando i riti farlocchi della tutela di Stato, ha cancellato le reali tutele per i soggetti più fragili, come i figli minori, i vecchi ed i disabili. C’è lo psicologo, c’è la badante, c’è la sua sostituta per le ferie ed i permessi della titolare, c’è il notaio, c’è l’avvocato, c’è l’assistente sociale, c’è la comunità per bambini, c’è l’ospizio, c’è il giudice.”

giudice

TRIBUNALE Dl xxx, Ufficio del giudice tutelare, VERBALE UDIENZA DEL 10/05/2021 Causa xxxx/2020 V.G. Successivamente all’udienza del 10.5.2021 , davanti alla dott.ssa A. P., in funzione di giudice tutelare, sono comparsi PROCURA DELLA REPUBBLICA Dl CIVITAVECCHIA, dott.xxxxxxxxx tramite collegamento TEAMS, e nonché la signora xxxxxxxxxxxx, con avv. G. C. e avv.xxxxxxxxxxx in rappresentanza di xxxxxxxxxx (reclamante), nonché la collega di studio xxxxxxxxxx. Gli avvocati si riportano ai rispettivi scritti depositati già telematicamente. L’avv. xxxxxxxxxxxxx (del reclamante) precisa che la scorsa volta è stata prodotta una procura che non è inerente la procedura tutelare, da ciò deriverebbe la incapacità di firmare della signora xxxxxxxxxx. L ‘avv. C. (autonominatosi procuratore della sorella del reclamante) precisa semplicemente di aver confuso le due procure. L’avv xxxxxxxxxxxxx precisa che il xxxxxxxxx (reclamante) si era già accorto della condizione della sorella e per questo avrebbe intrapreso le varie iniziative. A questo punto viene audita xxxxxxxxx (sorella del reclamante), alla domanda specifica replica:” credo di essere qui per capire se sono capace di intendere e volere. Credo di essere stata al centro d’igiene mentale quando mio figlio è stato male, credo che avesse dei disturbi mentale. Il problema è che è stato ricoverato in ospedale, si chiama xxxxxxxxxx. Xxxxxxxxxxxxxx era mio papà che è morto ed è mio nipote. (Non riesce a raccontare cosa sia accaduto a suo figlio). ADR era un paio di anni. ADR non è più vivo. ADr non ero depresso, mi sono trovata quasi costretta ad andare a casa di mia madre, andavo avanti e dietro da un’altra casa, mia madre non voleva stare sola.

All’inizio quando sono andata in pensione, sono adnata da mamma, quando c’era il problema di mio figlio che non stava bene. Cl sono dei problemi (Gt che problemi??) io sto male per mio figlio, io non ho bisgono di aiuto vorrei solo essere lasciata trqnquilla, ecco qua. lo sono una persona che si confida molto raramente. E’ una cosa tremenda. Ci sono state un serie di cose che mi hanno lasciato perplessa: io non accetto che mio figlio sia morto. lo ho chiesto alla dottoressa per capire un attimo come era successo. Ho problemi perché vedo delle persone ogni tanto, che mi parlassero. Le sento, una volte le ho visto, mi dicono delle cose. (Gt la hanno mai fatta preoccupare queste voci?) si una volta (piange) riguardano mio padre. Mio papà era una persona speciale, mi è stato molto vicino, era una persona che forse mi capiva di più. Non voglio che venga offeso mio padre, sempre cose cattive diceva mia madre. Venivano quando mio figlio stava male. Quello che mi fa più male è la superficialità degli altri. (Gt che lavoro faceva?) con la Montedison, e poi in Ferrovia, ho una pensione di anzianità. ADr non mio figlio non mi ha dato sempre problemi, a parte gli ultimi periodi in cui si è comportato un po’ in modo particolare gli ho voluto un gran bene. ADr in parte gestisco da sola la pensione, per quello che mi da mio fratello. (Gt che c ‘entra suo fratello?) perché va lui a prenderla. Lo ho autorizzato io molto tempo fa quando mio figlio era ricoverato, io ho paura di parlare non voglio mettere nei problemi nessuno. Sono stata messa sotto pressione da lui e dal figlio, probabilmente non lo ho capito subito, non lo so.

anziana

È stato Un modo che mi ha portato a fare certe scelte, (Gt la procura notarile la ha firmata? Lo sa?) si però (Non ha letto l’atto??) no, io mi sono fidata. Mio fratello ha detto di firmare. Mi è stato detto che mi buttavano fuori di casa lo avrei voluto andare a casa mia ma mia mamma mi tratteneva da lei. (Gt le è mai capitato di essere convinta da altre persone a fare delle cose di cui non era convinta?) da mio fratello, mi diceva di firmare ed io firmavo. Allinizio mi fidavo, poi sono successe delle cose..(Gt scusi ma se uno no è convinto di qualcosa dovrebbe dire di no…giusto??) non risponde. lo non so come dirlo, io voglio molto bene a mia mamma, forse le lascio troppa libertà nel gestirmi. Parecchio tempo fa sono caduta dalle scale di casa e per parecchio tempo non riuscivo a muovermi. (Gt ho capito bene che lei si fa gestire da suo fratello e da sua madre) l signora xxxxxxxxxx pensa di non aver bisogno di un amministratore di sostegno. IL giudice tutelare allora le chiede se preferisca chiedere aiuto a sua madre o suo fratello, risponde:” io sono sempre stata autonoma..(GT signora se fosse autonoma allora dovrebbe revocare la procura e decidere per sé lontano dagli altri) …..io amo molto stare da sola. (Gt perché non va a vivere da sola, non ha una casa?) la casa c’è (Gt di suo cosa le è rimasto?) (la signora è restia a rispondere, guarda (l’avvocato diffidato dal fratello) ma tace).

(Gt signora ma quando deve prendere delle decisioni lei è sempre così restia?) io le prendo ma mia madre e mio fratello- Quella cosa che sta scrivendo per chi la scrive? Glie lo chiedo perché se deve decidere un amministratore c’è già mio fratello che si occupa di questa cosa. (GT a lei va bene come si è occupato finora?) … Non risponde. (AVV. xxxxxx (del reclamante): chiede chi si occupava di fare la spesa ad esempio?) se ne occupava mio fratello Avv. C. (quello diffidato dal fratello) se sapeva dell’ammanco di xxxxxxx euro?) (Gt ha mai visto questi xxxxxxx euro sul suo conto?) …c’erano xxxxxxxxx euro sul libretto, su un conto corrente cointestato, su un libretto postale …. giusto? Erano su un libretto. ADR ora non credo che siano. “L’avv. xxxxxxxxxx (del reclamante) precisa che non si tratta definire l’operazione come ammanco, in quanto è stata prodotta una dichiarazione del xxxxxxxx in cui si rappresenta il titolo e entità dell’operazione. Aggiunge che fu lo stesso xxxxxxxxxx (reclamante) a volere approfondire le dinamiche della morte di xxxxxxxxxxxxx, in quanto egli stesso era il suo amministratore di sostegno. Il P.M insiste per la nomina di un amministratore di sostegno con nomina a favore di un terzo estraneo al nucleo familiare. Su richiesta dell’avv. xxxxxxxxx (del reclamante) si concede un termine di giorni dieci per note. Il GIUDICE TUTELARE si riserva all’esito della scadenza del termine suddetto. Del verbale viene data lettura alle parti presenti che non sottoscrivono in quanto redatto in forma digitale.



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