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La vicenda narrata si riferisce a una novantunenne disabile, a una figlia anche lei invalida e a un figlio che si occupa di tutto, prevalentemente di cose burocratiche fin dal marzo 2006. L’anziana è persona semianalfabeta e diffidente per natura, non firma alcun documento e crea sistematicamente difficoltosi problemi amministrativi al figlio. Agli inizi del 2020 il postamat con il quale la donna può riscuotere la pensione termina il numero di operazioni disponibili prestabilite dalle Poste. Il figlio provvede personalmente a rifornirla di denaro, ma comunque nascono altri problemi per la cui soluzione serve la firma e/o la presenza della novantunenne che, tra l’altro, manifesta l’intenzione di vendere una sua casa inutilizzata, così decide di firmare al figlio una procura generale stilata da un notaio. Quando l’atto è pronto per la firma le restrizioni normative dovute alla pandemia di Covid-19 costringono il notaio, che avrebbe dovuto recarsi in casa della cliente per la sottoscrizione del documento, a rimandare l’incontro al 10 giugno 2020. In detto giorno, quando il notaio ed il suo collaboratore si recano sul posto, trovano la donna (accompagnata da una parente) che ha cambiato idea. Le due affermano di essersi affidate ad un avvocato per risolvere tutti i problemi. Al notaio non resta altro da fare che ritirarsi in buon ordine.
Il figlio della anziana, preoccupato per tutto quello che dovrebbe essere risolto, telefona al medico della donna che gli fissa un appuntamento per il giorno successivo. L’11 giugno 2020 il medico firma un certificato dove attesta il gravissimo stato di salute fisico della novantunenne, fa richiesta di visita geriatrica e di visita psichiatrica. Per le stranezze comportamentali che caratterizzano la donna, che tra l’altro gli dice di essere stata costretta a vendere un sacchetto di preziosi per il bisogno di denaro liquido, il medico consiglia al figlio di rivolgersi ai carabinieri. Il 15 giugno 2020 il figlio dell’anziana deposita nella cancelleria del giudice tutelare un’istanza che recitava così: «Al Giudice Tutelare Presso il Tribunale di . Io sottoscritto dichiaro quanto segue. La signora non appare più in grado di amministrarsi e di provvedere autonomamente a se stessa. Da molti anni è stata riconosciuta invalida al 100%. Per ragioni burocratiche da tre mesi non può usufruire della sua pensione mensile e lo scrivente la sta finanziando in tutto e per tutto. Sembra che, attraverso l’aiuto di terzi, stia alienando con eccessiva facilità i beni di famiglia, in particolare gioielli.
È avvicinata da persone che tutto appaiono tranne capaci di agire nel suo interesse. Il giorno 12/6/2020 ho trovato in casa di mia madre una persona che si è qualificata come avvocato. Il soggetto ha rifiutato di darmi ulteriori spiegazioni. L’ho comunque diffidato dal prendere iniziative per conto della novantunenne signora , gravemente inferma. Da dichiarazioni mediche si evince infatti che mia madre necessita urgentemente di protezione ed aiuto. La figlia è seriamente malata (così come ha attestato il perito nominato dal giudice adito di codesto tribunale) e dunque non può prendersi cura di lei. Per quanto esposto chiedo di essere nominato Amministratore di Sostegno di mia madre, con espresso conferimento di potere di querela». La storia di questa famiglia si svolge dunque in un clima di grande responsabilità per l’uomo, solo a gestire una situazione difficilissima. La sorella è stata precedentemente già raggirata e lui (procuratore generale per ogni sua necessità) è costretto a “fare la guardia” ai suoi soldi. La madre lamenta furti e sparizioni: vecchi buoni postali di colore verde cointestati con il defunto marito, scomparsa di bambole antiche, il libretto postale cointestato con la figlia (quello dove viene accreditata anche la sua pensione), un PC portatile, varie fotografie antiche, una grande spilla d’oro da foulard, etc.
L’anziana spesso si barrica in casa adducendo ragioni inverosimili come la paura che il figlio la possa uccidere di notte. In questa realtà Il 12 giugno 2020 l’uomo trova a casa delle due donne un personaggio che si accredita come avvocato ed una parente che fa da intermediaria tra il dichiarato avvocato e la vecchia. Si ricorda che il medico che aveva prescritto la visita psichiatrica e geriatrica per sua madre lo aveva indirizzato dai Carabinieri per esporre i problemi dei preziosi venduti ed altri problemi simili. Il 16 giugno 2020 l’uomo fa denuncia ai Carabinieri contro ignoti per possibile (non può avere la certezza) furto e raggiro di madre e sorella. Riportiamo qui i testi delle sue segnalazioni e denunce perché sono un elemento chiave rispetto all’assurdo percorso giudiziario che dovrà subire nel prosieguo, e che racconteremo nelle puntate successive. Così dunque recitava la sua denuncia: «Al Comando Stazione Carabinieri di . Oggetto: Denuncia contro ignoti per possibile furto e raggiro di due persone invalide. Io sottoscritto denuncio quanto di seguito. Ripetutamente ho trovato la porta di casa di mia madre sbarrata o con la serratura cambiata e non sono potuto entrare. Ho sempre portato in quella casa tutti i soldi che mia madre (invalida al 100%), ora per una ragione, ora per l’altra, mi ha chiesto di prelevare dal suo libretto postale, incluse le pensioni mensili. Per ragioni burocratiche il libretto della pensione di mia madre è stato bloccato dalle Poste da tre mesi. Da quel momento ho provveduto personalmente a fornire alla stessa alcune migliaia di euro di tasca mia.
Insieme a mia madre vive mia sorella, anche lei invalida (psichiatrica) al 100%. Da parecchi anni provvedo anche ai suoi approvvigionamenti periodici di soldi. Oggi entrambe le donne dicono di essere rimaste senza più denaro e me ne chiedono dell’altro perché a loro avviso è troppo poco quello che hanno a disposizione. Anche se lo conservo per conto di mia sorella (già precedentemente raggirata nella sua banca da una società poi fallita) non mi sembra il caso, date le sue condizioni di salute, di metterlo tutto a sua disposizione. Oltre ai soldi, dalla casa di sembra scomparsa una quantità imprecisata di carte, di oggetti e di gioielli di famiglia, di cui poi mia madre spesso mi chiede conto. Probabilmente mia madre e mia sorella sono state avvicinate da persone che le raggirano e contemporaneamente le istigano contro di me. Appaiono plagiate. Personalmente non sono in grado di riferire se sono state indotte a firmare qualche documento. Il giorno 12/6/2020 ho trovato in casa di mia madre, una sua nipote ed una persona che si è qualificata come avvocato. Il soggetto ha rifiutato di darmi ulteriori spiegazioni. L’ho comunque diffidato dal prendere iniziative per conto delle donne e segnatamente della novantunenne, gravemente inferma e per la quale il medico di famiglia ha prescritto visita psichiatrica e visita geriatrica. Dalle ultime certificazioni stilate dal suo medico si evince che mia madre necessita di aiuto. Non può rimanere in balia di chi forse la spinge a barricarsi, a staccare il telefono o a cambiare la serratura della porta di casa. Ho già fatto istanza al Giudice Tutelare per farmi conferire il potere di querela».