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Al termine della nostra esposizione forniremo un altro documento in versione integrale, connesso alla richiesta di amministrazione inoltrata il 15 giugno 2020. Per adesso le novità sono le seguenti: STORICO DEL FASCICOLO consegnato dal reclamante in Corte d’Appello il 15 gennaio 2020: iscritto al ruolo il 03/02/2021 – 02/02/2021 DEPOSITO ISTANZE GENERICHE – 03/02/2021 Apertura Sub-procedimento DI INIBITORIA/SOSPENSIONE – 09/06/2022 UDIENZA DI MERITO!!! Prima di riprendere la storia della vecchia disabile, ora novantaduenne, ci prendiamo la licenza di spaziare su dei temi che dovrebbero costituire motivo di attenta riflessione per tutti. La giornalista Nina Palmieri ha partecipato all’avvocato Barra che non abbandonerà al suo destino il prof. Carlo Gilardi, “incarcerato” (contro i suoi desideri) in una RSA di Lecco dal 27 ottobre 2020. Ha assicurato che userà qualunque mezzo a sua disposizione per riuscire a liberarlo. Se ne avverte davvero il bisogno perché le strade “ordinarie” dell’attività giurisdizionale (segnatamente in casi analoghi) sono piene d’invalicabili asperità. Solo fugacemente va detto che uno dei requisiti per ricorrere alla Corte Europea di Strasburgo è l’esaurimento delle vie di ricorso nazionali, ovvero la richiesta deve essere presentata solo dopo aver esperito l’impugnazione ed esaurito i gradi della stessa alla quale il ricorrente può accedere, nell’ambito dello stesso ordinamento statale, al fine di far valere le proprie ragioni.
C’è stato un tempo in cui quando s’incontravano determinate istituzioni non si rischiava di finire sotto un rullo compressore. Quel tempo popolato da galantuomini (ci sia consentito di non indulgere a circonlocuzioni politicamente corrette scrivendo pedestremente “di donne, di lesbiche, di uomini e di omosessuali adusi a rispettare i diritti dei propri simili”) sta alle nostre spalle. Oggi la prevaricazione dell’altro, specialmente se questi si trova in una posizione di debolezza, è fenomeno diffuso. L’intervento delle istituzioni o il ricorso ad esse, per affrontare un problema, non può tramutarsi nell’apertura di una linea di credito sulla quale poter contare. Purtroppo l’establishment, nel trascorrere del tempo, ha perduto l’alone di quasi sacralità che gli era proprio. Carlo Gilardi è un uomo gentile, benestante, altruista ed amante della libertà, non può vivere rinchiuso per stare al riparo dai supposti profittatori della sua generosità, per non cadere nell’incuria del suo vestire o per evitare che tenga nel disordine l’abitazione. La perdita della sua libertà non può e non deve essere strumentalmente giustificata con gli accertamenti in corso su possibili e non ancora provati reati commessi da soggetti entrati in contatto con lui. La libertà delle persone è cosa irrinunciabile e non può essere lasciata nella disponibilità di istituzioni come quelle che hanno “tutelato” Franco Mastrogiovanni, morto dopo 87 ore di contenzione ininterrotta, digiuno e solo, legato mani e piedi ad un letto del reparto di psichiatria, dove era stato forzatamente ricoverato per un trattamento sanitario obbligatorio.
Di certo non possono essere appoggiati neanche quelli che hanno “tutelato” Dario Musso per “aiutarlo” tramite TSO. L’autonomia operativa di qualche agente di polizia non può tramutarsi in abuso fino ad uccidere delle persone, l’invocata indipendenza esecutiva di qualche magistrato non può celare impunemente aberrazioni interpretative della legge. Bastano ed avanzano i limiti all’interno dei quali viene esercitata l’attività giurisdizionale: distrazioni, ricorrenti deleghe a consulenti esterni e sistematici rinvii d’udienze. Il tutto con strumenti di “offesa” molto più potenti di quanto, ad esempio, possa avere un “attenzionato” per difendersi nel corso di un procedimento di volontaria giurisdizione. Le “confessioni” di L. Palamara sono destabilizzanti, tutti gli uomini onesti e di buona volontà (non soltanto giuristi), che occupano posizioni apicali nella società civile italiana, dovrebbero finalmente incontrarsi e lavorare per la rinascita del dovuto decoro nelle funzioni giurisdizionali. Data l’età e la prostrazione causatagli dai suoi zelanti “soccorritori”, a Carlo Gilardi forse non potrebbero rimanere i mesi necessari al “progetto” ideato dalla giustizia (di cui ha parlato il suo amministratore) per poi fargli ottenere reale Giustizia. Tempo fa l’anziano internato diceva:” Mi sono trovato in una situazione di depressione morale. Desideravo morire con il coronavirus e sono andato vicino a persone che erano infette. Mi è andata male, non sono crepato e devo campare ancora purtroppo sotto le grinfie degli avvocati”.
Il 15 febbraio scorso ha detto al magistrato, subentrato a quello che ha nominato l’attuale amministratore: “Voglio tornare a casa mia. Mi tenete prigioniero, portatemi in prigione, almeno lì non pago”. Abbandoniamo il dramma in corso nella RSA della provincia di Lecco per fare alcune precisazioni sulla storia di cui abbiamo cominciato ad occuparci dallo scorso mese di giugno. Sul documento riportato nella precedente puntata si legge che la verbalizzazione si è conclusa il 4 settembre 2020 alle ore 11,30. Probabilmente l’orario è da intendersi come 23,30. Nel corso dell’escussione del neurologo si parla solo di due certificati medici e mai delle due richieste di visite specialistiche da lui sollecitate, peraltro entrambe in possesso sia del G.T. (dal 15 giugno 2020) che dei carabinieri (dal 3 agosto 2020). Solo per caso il reclamante, che poi non è un investigatore, qualche giorno fa, è venuto a sapere che l’avvocato, con la procura speciale firmata dalla vecchia disabile, è vicino di casa e datato amico, insieme alla famiglia, del medico escusso. La nipote (quella che ha contribuito a far rifiutare la firma dell’atto notarile predisposto per il 10 giugno 2020) della vecchia invalida, affidata dal GT ai servizi sociali comunali, è paziente del medico prima menzionato. Come preannunciato all’inizio di questo scritto riportiamo di seguito il verbale d’indagine dei carabinieri relativo alla madre del nostro appellante, senza aggiungere commenti di sorta.
Legione Carabinieri, Stazione di xxx. OGGETTO: verbale di sommarie informazioni rese da xxx. Il 7/9/2020, in xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx, viale xxxxxxxxxxxxx alle ore 15,40 Avanti ai sottoscritti xxxxxxxxxxxxxx e xxxxxxxxxxxxxx Uff.li e ag.ti di P.G. effettivi al suddetto Reparto, è presente la persona indicata in oggetto la quale, in qualità di persona informata sui fatti, riferisce quanto segue. DOMANDA: Ci riferisce se abbia mai notato ammanchi di denaro dal c.c. di famiglia, ovvero di preziosi? RISPOSTA: Sul mio c.c. non c’è più niente perché ha preso tutto mio figlio xxxxxxxxxx. xxxxxxxxxx ha prelevato xxxxxxxxxxx euro dal mio libretto postale un anno fa. Io e xxxxxxxxxxxxxx non sapevamo nulla di ciò. xxxxxxxxx in seguito mi diceva che xxxxxxxxxxxxx euro li aveva versati sul suo c.c.. Consegno copia del libretto postale predetto. Io percepisco complessivamente xxxxx euro circa mensili di pensione, che vanno accreditati sul citato libretto, che gestisce mio figlio xxxxxxxxxxxxxx. Quest’ultimo mi dava xxxx + xxxx euro al mese, poi dal virus covid non mi ha dato più nulla, pertanto ho dovuto vendere dei miei gioielli per vivere e pagare le bollette di casa. Consegno copia ricevuta vendita gioielli che incaricavo mia nipote xxxxxxxxxxxxxxxx che mi consegnava tutti i soldi ricavati dalla vendita dei gioielli. A.D.R. non ho mai dato soldi ad alcuno, per nulla, né mai ne abbia prestati. Alla mia nipote xxxxxxxxxxxxx consegnavo 10 euro l’ora per le pulizie di casa. A.D.R, Ho messo l’avvocato xxxxxxxxxxxxxxx per farmi assistere. L.C.S. in data e luogo di cui sopra.