Erano gli anni 70 quando nei cortei le donne mostravano le mani con le dita a forma di vulva urlando il famoso slogan “l’utero è mio e lo gestisco io”. Sono passati circa 50 anni, ciò nonostante, le donne non sanno ancora come funziona la fisiologia del corpo femminile. Qualche tempo fa girava il tweet sullo sciopero del sesso dell’americana Alyssa Milano, che di mestiere fa l’attrice. Era l’anno del #MeToo e Phoebe di Streghe si era messa in testa che le donne dovessero tornare ad avere “il controllo legale del proprio corpo e fino a quando questo diritto non diventava effettivo, niente sesso per non correre il rischio di rimanere incinta“. Dopo un veloce consulto con Rachele, una levatrice di mia conoscenza, siamo arrivate alla conclusione che ad Alyssa mancavano le nozioni base su come nascono i bambini e come evitare il rischio di una gravidanza non desiderata.
Purtroppo, Phoebe, non è l’unica a non sapere quando una donna è fecondabile. Come tutte noi, nonostante le ore di educazione sessuale dove le bambine vengono erudite su come infilare preservativi e come utilizzare gli anticoncezionali, a scuola le informazioni su come funziona e come si regola il corpo femminile non vengono date. Le ragazze, e perfino le donne, hanno due possibilità, o si affidano alla chimica oppure osservano a che grado di maturazione è il muco vaginale. Una competenza pratica che aiuta a saper distinguere un periodo ovulatorio da una fase mestruale e permette di regolarsi durante il periodo fertile. Che la signora Milano ignori cosa avviene al suo corpo, si evince da fatto che non aveva scritto: “non possiamo rischiare di rimanere incinte nel periodo fertile, per cui non facciamo sesso durante l’ovulazione“, ma: “non possiamo rischiare di rimanere incinte“. È evidente che non sa che una donna è fertile solo per 5/6 giorni al mese, e che per evitare gravidanze indesiderate basta astenersi in “quei giorni”. In tutta sorellanza, si consiglia pertanto ad Alissya di approfondire il tema, non è mai troppo tardi per imparare.
Visto che la scuola non dà alle ragazze le opportune istruzioni di fisiologia di base, ci si aspetta che ad istruirle siano le ostetriche la cui “mission” è proprio quella di stare loro vicine in tutte le fasi della vita: giovinezza, maternità e menopausa. Queste figure si palesano in occasione della Giornata delle Ostetriche attraverso convegni e interventi sulla stampa dove la maternità, “core business” di questa categoria (che deve sempre essere “consapevole”) ha lasciato il posto alla contraccezione e la prescrizione della pillola estro-progestinica. Mentre si attende che vadano tutte a vendere profumi (per mancanza di utenza da accompagnare in sala parto) un modo perché le levatrici si rendano utili è proprio quello di aiutare le donne ad avere consapevolezza del proprio corpo e del suo funzionamento, “perché una donna che conosce il proprio corpo è abituata a sapere quanto vale e non lo gestisce come un posacenere”, spiega Rachele, l’ostetrica.
Racconta: “le ostetriche si trovano a un bivio professionale molto grande: essere a favore della fisiologia o dell’ideologia. Nel primo caso le professioniste si adoperano per scoraggiare i comportamenti sessuali pericolosi e violenti, con informazioni per evitare di arrivare all’aborto, assumendo comportamenti corretti, evitare il rischio di contrarre malattie e infezioni sessualmente trasmissibili, che si rischi di essere violentate, mutilate, uccise, torturate, stuprate. L’approccio ideologico alla professione è ormai diventato di prassi: prevede la promozione di una sessualità libera da ogni responsabilità, esclusivamente genitale, corsi sulla masturbazione per scopo ricreativo (consigliato perché non contrae malattie sessuali e non prevede gravidanze), distribuzione di ogni tipo di anticoncezionale insieme alle istruzioni all’uso dei sex toy”. Un tempo le ostetriche erano persone amate, apprezzate e onorate proprio per il loro ruolo determinante nella vita di una donna. Non è un caso che nel 2017 a Sanremo l’apparizione sul palco di un’ostetrica ultranovantenne, Maria Pollacci, fece schizzare gli indici di ascolto del programma. La signora che nella sua vita ha aiutato a partorire tante donne facendo nascere oltre 7600 bambini. Quando venne invitata sul palco dell’Ariston, il picco degli ascolti schizzò a 15,6 milioni di ascoltatori e lo share andò al 55.1%. Forse è un segnale del bisogno diffuso di una bella e pacata normalità in generale, e in particolare di un’immagine femminile non deformata dai dettami dell’ideologia.