Dal pensiero unico dominante, cari amici, non si sfugge: chi solo osa provarci ne paga tutte le conseguenze. Non si sfugge con le parole, non si sfugge con le azioni, né con le sole idee, perché non è più possibile essere individui pensanti, e questa notizia non fa che confermarcelo (come se ce ne fosse ancora bisogno) per l’ennesima volta. Pare che esistesse ancora un ultimo baluardo di “normalità” su questa terra, un luogo dove tutta la follia dominante ancora non aveva attecchito, ma che subito hanno pensato bene di rimettere in riga. È, anzi era, a causa della retromarcia a cui il sindaco è stato obbligato, la città di Krasnik, nella Polonia sudorientale, luogo in cui la utilissima ed indispensabilissima (??) ideologia LGBT o queer che dir si voglia pare non avesse trovato terreno fertile.
Subito il sistema ha provveduto a imporsi, spegnendo un piccolo restante barlume di ragionevolezza che ancora osava accendersi in qualche remoto angolo del pianeta. La città di Krasnik si è così vista privare dei finanziamenti provenienti dall’estero, proprio per essersi sottratta all’ideologia dominante. Soldi che avrebbe utilizzato per poter migliorare servizi dedicati ai giovani (come autobus elettrici o scambi culturali e di studio con altri Paesi), proprio quelli che, paradossalmente, sono stati i più grandi oppositori del percorso “LGBT free” intrapreso nel 2019 dal sindaco Wojciech. Lui e la città erano diventati da tempo lo zimbello d’Europa, trasformati in simboli e sinonimi di omofobia. Nonostante questo, fino al febbraio 2020, la dissociazione del sindaco dall’ideologia LGBT sembrava non aver portato conseguenze di tipo concreto e pratico alla città, però le implicazioni sono ben presto arrivate, quando sia il sindaco della città francese Nogent-sur-Oise, sia il ministro degli esteri norvegese si sono tirati indietro da progetti di collaborazione attivi fino a quel momento. Ecco che così gli scambi culturali con gli studenti sono cessati e che i fondi EEA (contributi versati ogni anno da Islanda, Lichtenstein e Norvegia allo scopo di ridurre le disparità socio-economiche all’interno dell’Europa) sono stati interrotti. Tutto questo semplicemente per non aver aderito ad un modo di pensare specifico.
Le donne partoriscono.
Siamo di fronte a un vero e proprio ricatto finanziario di origine ideologica, basato su un reato di opinione e che può finire per costare molto a persone e Stati, in termini economici, in termini di credibilità, nonché in termini di immagine di fronte ad altri Stati. Non meno importante: la persona del sindaco di Krasnik è diventata oggetto di derisione, qualcuno da “bullizzare” e ridicolizzare, proprio da chi più di tutti sembra battersi contro il bullismo di ogni genere. Per altro in Polonia ci sono state altre città ad aver provato la scappatoia dall’ideologia dominante, anche mediante la forma più soft della “carta dei diritti per la famiglia”, appoggiata dall’ala più conservatrice (e maggioritaria) della popolazione. Ovviamente, le paladine dell’umanità firmata U.E. non hanno perso l’occasione per dire la loro, gettando ancora più fango su chi osa andare contro la cultura dominante/obbligatoria (sempre in nome della libertà di tutti, eh!): la nostra amatissima presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, non ha perso tempo, dichiarando che «le zone libere dall’ideologia LGBT sono zone senza umanità. Non c’è spazio per loro nella nostra U.E.».
Un messaggio chiaro per gli stati U.E. che non si adeguano a questi nuovi diritti arcobaleno. Però, attenzione, non stiamo parlando dei diritti individuali già garantiti a tutti indipendentemente da sesso, razza o inclinazioni sessuali (nessuno oggi viene privato del diritto di voto o alla sanità pubblica o all’istruzione a causa di chi si porta a letto, per lo meno in Occidente). No, qui si parla di desideri trasformati in “diritti”, come quelli che consentono di sfruttare il corpo di una donna per farsi produrre bambini (che poi verranno comprati come oggetti). Si parla dei “diritti” che consentono a 2 uomini (o 3, perché no? La domanda è sempre pronta: «a voi cosa toglie?») di contrarre matrimonio o dei “diritti” che consentono di far perdere il lavoro a un’ostetrica solo per aver scritto che le donne partoriscono (fatto accaduto circa un anno fa qui in U.K.), evidenza naturale che a quanto pare ferisce mortalmente gli LGBT.
Panda in via di estinzione.
Personalmente, poiché non amo particolarmente i rammolliti, non ho apprezzato il dietrofront del sindaco Wojciech: ritengo che questa società già fin troppo “liquefatta” abbia bisogno di uomini forti, impavidi, in grado di portare avanti le proprie idee sempre, costi quel che costi, e lui poteva essere uno di questi. Invece no: anche lui si è fatto intimorire, piegandosi a ciò che impone quel mainstream che, sugli LGBT come sul femminismo e altri orrori contemporanei, interviene immediatamente a spegnere le piccole candele che ancora ardiscono accendersi qua e là, per evitare che qualche mente possa illuminarsi e che qualcuno inizi magari a porsi qualche domandina. Occorre evitare che delle menti ancora pensanti possano interagire tra loro, cominciando a sollevare dubbi sulla agenda politico-ideologica portata avanti per accontentare o dare contentini a qualche ristrettissima minoranza di persone che poi, per altro, nella maggioranza dei casi non ama nemmeno essere trattata con la dignità di panda in via di estinzione.