«Amore, scusa un momento, ma non hai caldo con ‘sto maglioncino?», chiede in diretta “la zia” Mara Venier, mentre abbranca Olly, dopo averlo poco prima definito “un bono pazzesco”, e cerca di spogliarlo. Olly, fresco vincitore del Festival di Sanremo, fa resistenza e si rifiuta, nonostante le insistenze. Sa probabilmente di essere celebre presso l’audience femminile per il suo fisico da rugbista, ma evidentemente non gli va a genio di essere oggettificato né tanto meno di essere apprezzato per quello. È lì in TV dopo aver vinto una gara canora, probabilmente è interessato a essere apprezzato per la sua produzione musicale, non per i bicipiti, dunque se ne resta con il suo maglioncino e la trasmissione prosegue.
Domanda di rito: cosa sarebbe accaduto a parti invertite, se al posto di Olly ci fosse stata una cantante o un’attrice? Immaginate un presentatore che mette le mani addosso a un’ospite molto apprezzata per ciò che fa, ma anche per la sua bellezza e sensualità, e cercasse di toglierle un maglioncino, con la scusa che in studio fa caldo, per meglio mostrare al pubblico il suo décolleté. Il processo mediatico per il bruto bavoso maniaco maschio bianco cis e patriarcale che vuole oggettificare la donna senza curarsi dei suoi talenti si scatenerebbe subito, partendo da una condanna a prescindere senza appello e con buona probabilità la malcapitata sporgerebbe pure denuncia formale per molestie sessuali. In ogni caso, un concetto pare chiaro: il tanto sbandierato “se io non voglio, tu non puoi, anche se…“, vale solo a senso unico. Come al solito.
La molestia ad Olly a partire dal minuto 2.15.
Stupore dall’ADN Kronos.
L’abbiamo chiamata “domanda di rito”, perché è quella che sorge spontanea in siti come il nostro o simili ogni volta capiti qualcosa del genere. Ed è una domanda che fuori dal “nostro” circuito ovviamente non esce mai. I media mainstream sono totalmente dominati dalla narrazione femminista, quindi se le grandi testate dovessero scrivere qualcosa, probabilmente incenserebbero “la zia” per aver fatto un gesto che pareggia i conti con secoli di dominio e oppressione maschile. Invece, sorpresa! Spunta all’improvviso un articolo intitolato niente meno che “Mara Venier cerca di sfilare il maglioncino ad Olly, ma questa molestia non fa rumore”. E non sulla Gazzetta di Voghera o sul Corriere di Monopoli, ma su ADN Kronos, una delle più importanti agenzie stampa del paese!
Immediatamente veniamo seppelliti di segnalazioni dai follower. Qualcuno ci scrive: «ma siete riusciti a infiltrarvi nel sito dell’ADN Kronos?». La battuta ci fa ridere, ma ha un senso. Mai si è visto un titolo del genere e un contenuto così equilibrato, dove si esprime il semplice concetto: “perché un gesto è molestia in un caso (se lo subisce una donna) e nell’altro no (se lo subisce un uomo, in questo caso Olly)? La molestia è molestia, punto. Dove sta la parità?”. Sacrosanto, ma che appaia su ADN Kronos è quasi uno shock. Forse che le parole di Vance e la rivoluzione in atto nel mondo sono già arrivate nelle stolide redazioni mainstream italiane? Ci speriamo per un attimo, ma dobbiamo ricrederci in fretta.
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È intervenuto il MinCulPop in gonnella?
Qualcuno/a dev’essere intervenuto subito perché dopo circa 45 minuti di esposizione, l’articolo scompare e non è più reperibile (a differenza del solito) sul sito della ADN Kronos. Una cosa del genere è uno strappo inaccettabile alla cortina di pizzo che grava sull’Italia, dunque l’articolo sparisce. Se qualcuno ha tempo, cerchi in giro l’autore, l’avranno impalato in qualche radura remota sull’Aspromonte. Noi nel frattempo l’abbiamo recuperato da un altro aggregatore di notizie e l’abbiamo congelato, in modo che resti sempre disponibile e in memoria. Potrebbe essere soltanto il segnale che qualche persona lucida resta nelle redazioni italiane o forse è la prima scintilla di un grande cambiamento. In attesa di scoprirlo, attendiamo le scuse pubbliche di Mara Venier per aver molestato sessualmente Olly, il vincitore del Festival di Sanremo.
P.S.: da segnalare che ieri soltanto la splendida Yasmina Pani è riuscita a far uscire sul mainstream una preziosissima riflessione. Grazie a lei e grazie a Today.it per averla pubblicata.