La Fionda

“LaFionda.com” di nuovo online. L’addio di Davide Stasi

Commovente e impressionante. Così io e i molti che hanno collaborato con me negli ultimi anni abbiamo definito la mobilitazione generale che si è creata sul web quando, a fine luglio, ho annunciato la sospensione anche de LaFionda.com, dopo aver sospeso ormai tempo fa il vecchio blog “Stalker Sarai Tu” ed essermi personalmente cancellato da tutti i social. Il motivo di una scelta così dolorosa è nota ai più: a fine luglio mi era stata notificata l’ennesima denuncia per diffamazione a seguito di un articolo pubblicato su queste pagine nel 2021. Per la precisione si tratta della settima querela negli ultimi sei anni, in quella che non ho più remore a definire una vera persecuzione giudiziaria scientemente organizzata ai miei danni. Perché la definisco “persecuzione”? Delle sei denunce precedenti, due sono state archiviate dopo essere stato ascoltato dalla Procura, a riprova che erano totalmente campate in aria (tanto che non ne ho nemmeno dato notizia). Una terza, assurda come le altre due, è stata archiviata, la denunciante ha fatto opposizione e la querela è stata poi nuovamente archiviata (ho raccontato il tutto qui). Una quarta, forse l’unica decentemente argomentata, ma comunque infondata, visto che il Tribunale mi ha mandato assolto con formula piena, l’ho raccontata qui. Con la quinta si è toccato il fondo: la Procura infatti ha provato a inchiodarmi sulla base di una querela priva di corpo del reato (cioè di prove); con grave dispendio di risorse psicologiche ed economiche, mi sono opposto e la querelante, messa di fronte a un magistrato giudicante, ha pensato bene di lasciar perdere, ritirando la querela (come ho raccontato qui). Poco dopo mi viene notificata una sesta querela che, con mio stupore, riesce a scavare oltre al fondo: essendo ancora in ballo non posso entrare in dettagli (ma lo farò quando tutto sarà concluso). La prima udienza è stata fissata addirittura nel marzo 2026 e posso solo dire che probabilmente la risolverò in quattro e quattr’otto, essendo non solo infondata ma volgarmente falsa, quanto mai avrei immaginato di vedere in vita mia.

Con quest’ultima ero arrivato a pensare che dopo tante figuracce giudiziarie, quelle numerose e laboriose topoline che nei loro sottoscala inventano accuse e scrivono querele prive di prove o con prove false, avrebbero smesso di provarci. Risolta quella sesta schifezza, pensavo che sarei riuscito a vivere in pace, anche alla luce del fatto che LaFionda.com da tempo si è ormai allineata su toni e su uno stile attento, pacato, orientato verso un’impostazione quasi da centro studi, quindi difficile da attaccare anche per le malmostose più creative. Con questa convinzione, è ovvio che la querela di fine luglio mi sia arrivata come una bastonata sulle ginocchia: altri anni di procedimento, un’altra spada di Damocle sulla testa e ancora migliaia di euro da spendere per il patrocinio legale. Il tutto perché da anni promuovo, insieme ad altri, opinioni che, sebbene supportate da dati e da solidi argomenti, proprio non piacciono ai padroni e soprattutto alle padrone del discorso. Per togliere loro ogni ulteriore aggancio, ho quindi deciso di sospendere LaFionda.com. Ed è qui che si sono generati due effetti inaspettati e sorprendenti. Il primo è la solidarietà che è montata sul web. Io e i miei collaboratori (Fabio Nestola, Vincenzo Moggia, Santiago Gascó Altaba, Rino Della Vecchia, Giorgio Russo, Alessio Deluca e tutti gli altri) siamo rimasti esterrefatti dal constatare come, senza che ce ne rendessimo conto, LaFionda.com fosse diventata un punto di riferimento per molti. Tanti content creator (Luca Vitale di WannaBeBuddha, CJ di HomoSapiens, la pagina Antisessismo, Andrea Rodolfo Nadia, ma anche Yasmina Pani e tanti altri che mi scuso di non citare) si sono mobilitati contro questa censura, hanno creato un contenuto apposito, l’ebook “Censurami questo” (scaricabile gratuitamente da qui) e organizzato una raccolta fondi per la copertura delle spese legali. Una vera campagna di supporto, una mobilitazione e un’unità d’intenti mai vista. Straordinaria. Grazie ad essa, in molti si sono prodigati con varie donazioni di varia entità per sostenermi nell’ennesima guerra giudiziaria basata sul nulla. Non ho parole per ringraziare costoro, anche a nome della mia famiglia. Per altro, oltre ad aiutare me, così si risponde a un grosso “bug” di sistema: troppo facile perseguitare una persona tramite una denuncia-querela (specie per un reato come la diffamazione) e troppo, davvero troppo costoso per questa persona potersi difendere.

Presentazione Stasi Feltrinelli
Davide Stasi durante una conferenza presso Feltrinelli.

Che fine fa “LaFionda.com”?

Ma c’è un secondo aspetto, ben più importante delle mie vicende giudiziarie personali. Cosa fare de “LaFionda.com”? Il problema si è posto nel momento in cui è apparso evidente che, per qualche motivo misterioso, chi è infastidito dai nostri argomenti individua in me e solo in me il responsabile del fatto che in Italia non si riesca ad affermare un regime folle come quello spagnolo, canadese o nord-europeo. Notizia certa: le sopra citate topoline affaccendate nel sottoscala sono arrivate a ritenere Davide Stasi una sorta di “burattinaio” che da dietro le quinte coordina e organizza tutto il mondo impegnato, con modi e stili diversi, nella “questione maschile” o in analisi delle relazioni uomo-donna diverse da quelle del mainstream. Ci sarei insomma io dietro le varie pagine Facebook, X, Instagram o i gruppi Telegram che raccolgono le ampie istanze che vanno dagli “incel” alla famigerata (e inesistente) “lobby dei padri separati”. Magari fosse così… Magari ci fosse un coordinamento unico e un’organizzazione piramidale. La verità è che si tratta di un universo disseminato di agglomerati che spesso viaggiano da soli e di tanto in tanto convergono su singole battaglie. Nessun burattinaio, dunque: Davide Stasi è soltanto il creatore, dal 2017, di un blog personale, poi di un sito collettivo, oltre che autore di alcuni saggi, con cui spera di aver contribuito alla discussione pubblica su temi ritenuti, chissà perché, non discutibili. Ma faglielo capire alle professioniste della querela… La loro determinazione è chiara: punirne uno (colpendolo soprattutto dal lato economico) per educare tutti gli altri. Non Fabio Nestola, Vincenzo Moggia, Santiago Gascó Altaba, Giorgio Russo, Alessio Deluca, che infatti non hanno mai ricevuto querele. Il mirino è e resta su Davide Stasi, ad ogni costo, anche a costo di querele prive di senso (o di prove…) o, peggio ancora, di veri e propri atti di sindacato ispettivo parlamentari di carattere censorio e vagamente totalitario. Il problema è che Davide Stasi è LaFionda.com, il connubio è considerato inscindibile, anche se su queste pagine ho scritto molto saltuariamente dal 2019, limitandomi a detenere la titolarità di dominio e hosting.

Di fatto, la manovra ostile ai miei danni (e di riflesso ai danni de LaFionda.com) ha sempre avuto come obiettivo il dito e non la luna. Mai una sola volta le denunce hanno riguardato la fondatezza dei dati, le conclusioni che ne derivano, le analisi sociali, le riflessioni che LaFionda.com pubblica o le opinioni degli autori. Insomma, mai una sola volta sono stati posti in questione gli argomenti e tutto si è ridotto a un maldestro tentativo di contestare per via giudiziaria i termini nei quali venivano espressi e le persone che li esprimevano. Nessun attacco al ragionamento, ma solo attacchi al ragionatore. Il tutto facendo per altro ripetuti buchi nell’acqua, ma questo passa in secondo piano rispetto alla strategia oscurantista: non ti denuncio per quello che scrivi, ma per chi sei e per come lo scrivi. È una gigantesca dimostrazione di debolezza da parte di chi tenta di zittire una fonte che va alla ricerca della verità, senza però essere in grado di contestare nel merito i termini di quella ricerca. È una strategia subdola ma efficace in quanto non si cura del rapporto costi-benefici: che il reale obiettivo non sia ottenere una condanna emerge prepotentemente dalla pochezza delle accuse e in un caso perfino dall’assenza di fondamento delle accuse. Basta denunciare per ottenere un doppio risultato, secondo una strategia più volte sollecitata anche in ambito parlamentare: primo, si può proclamare “è stato denunciato più volte”, com’è stato scritto nel sopra citato sindacato ispettivo, come se la mera denuncia fosse colpevolezza certa; secondo, si erodono le risorse economiche dell’innocente ingiustamente accusato. Contro una strategia come questa non c’è difesa, a meno di non avere risorse infinite. Dunque come risolvere? Come mantenere viva un’iniziativa che suscita così tanto interesse, come preservare tutto il lavoro fatto senza coinvolgerla nella persecuzione di cui è oggetto il suo creatore e titolare? Unica soluzione possibile, sebbene dolorosa: il divorzio. Poco dopo aver ricevuto l’ultima querela, ho capito che il mio destino personale andava separato da quello de “La Fionda.com”.

L’intervento di Davide Stasi il 20/05/2022 presso la Commissione Giustizia del Senato.

Ora tocca a voi.

Ed è qui che è accaduto un secondo evento cruciale. Nella tanta solidarietà espressa nel corso del tempo si è manifestato qualcuno disponibile a farsi carico de “LaFionda.com”, in termini di titolarità legale del sito e del dominio. Qualcuno molto più protetto e forte di me, sotto svariati aspetti. Con costoro abbiamo discusso sui termini della cessione, che alla fine è avvenuta, a titolo del tutto gratuito. Dunque prendano nota le topoline nel sottoscala e pure le varie zelanti procuratrici del Bel Paese: Davide Stasi non è più il titolare del sito LaFionda.com e del relativo dominio (e nemmeno più del vecchio blog stalkersaraitu.com). Ciò che viene pubblicato su questo sito, dunque, non è più sua responsabilità, sotto nessun profilo. Chi si è preso l’onere e l’onore di intestarsi tutto? Non lo dirò di certo. Topoline e procuratrici dovranno un po’ “sbattersi”, una volta tanto, per trovarlo ed eventualmente incriminarlo. Una volta tanto a quelle distrattone delle procuratrici toccherà lavorare davvero. Confido che sapranno fare tutto con lo stesso zelo che hanno mostrato nei miei confronti, ma in ogni caso ciò che conta sono due aspetti: io non c’entro più nulla di nulla con LaFionda.com e StalkerSaraiTu.com (né con i loro social collegati). Ma soprattutto, con ciò LaFionda.com riprende il suo percorso, se possibile con più determinazione di prima, anche perché chi si è intestato il tutto intende rinnovare alcuni aspetti. Nell’accordo di cessione c’è che alcuni toni ancora vagamente provocatori vengano ulteriormente mitigati (lo noterete in homepage) e ho avuto la garanzia che gli autori storici potranno sempre e comunque continuare a contribuire. Anzi, alcuni che si erano autosospesi da un po’, proprio per timori legati ai procedimenti giudiziari, ora torneranno a scrivere con una certa regolarità e forse addirittura si avrà qualche nuovo autore. Altra innovazione che vedrete a breve sarà l’inserimento di inserzioni pubblicitarie sul sito. Mai ne sono apparse nei miei canali di comunicazione, sono sempre stato contrario a “far soldi” su quello che ritengo un impegno civico. I nuovi titolari la vedono diversamente: il mantenimento del sito ha costi non indifferenti, una forma di entrata dev’esserci. Alla fine su questo ho dovuto cedere, nel momento in cui ho consegnato siti e domini.

Non lo nego: divorziare dalla mia creatura mi provoca dolore. Tanto. Essere costretto al silenzio per via giudiziaria mi urta e mi ferisce, come cittadino prima ancora che come opinionista o analista o comunicatore pubblico o comunque mi si voglia definire. Ma se questo serve a rilanciare il confronto delle idee e la resistenza alle ideologie più malsane, ben venga. Io ora mi concentro a chiudere le mie rimanenti pendenze giudiziarie, anche grazie all’aiuto economico che la vostra straordinaria mobilitazione ha generato, e continuerò a portare avanti le posizioni che ho espresso finora, anche se su sfere più circoscritte (mi occuperò di dialogare con i follower su X su temi generali, darò una mano alla stesura dei video tematici de “La Fionda” e resterò disponibile a intervenire in incontri pubblici, se invitato). Il sito resta in buone e sicure mani, cambierà poco rispetto al passato e se c’è qualcosa di altro che potete fare, voi lettori e sostenitori, è quello di spingerlo ancora più di quanto non abbiate fatto finora. LaFionda.com mette a disposizione analisi e soprattutto dati che non si trovano altrove e che meritano un’evidenza ben maggiore di quella avuta finora. Sganciata la “zavorra” Davide Stasi, LaFionda.com ha tutte le carte in regola per diventare un canale con cui le controparti e i media mainstream devono trovarsi a fare i conti. Per arrivare a tanto serve il vostro contributo. Serve che non proviate imbarazzo nell’usare i suoi contenuti per commentare articoli delle varie redazioni ufficiali o per rispondere alle stupidaggini ideologiche che le padrone del discorso impongono all’opinione pubblica. Non limitatevi a usare i nostri dati, metodi e le nostre riflessioni per le inutili scaramucce sui social: serve invece che usiate in modo ampio le argomentazioni de LaFionda.com quando vi trovate a parlare di certi temi, in privato o in pubblico, con gente vera e in circostanze significative. Insomma la spinta perché questo sito emerga dal sottobosco internettiano può venire solo da voi lettori e follower. Chi rimane a lavorare a LaFionda.com dopo di me continuerà a impegnarsi a fornirvi dati, strumenti e argomenti: senza dimenticare di riconoscerne la paternità, usateli. A fianco del supporto economico, sarà ciò che più contribuirà a rendermi più tollerabile la sofferenza di dover divorziare a forza da qualcosa che ho creato quasi otto anni fa e che per tanto tempo ho curato. LaFionda.com è vostra. Lo è sempre stata, anche quando ne ero io titolare e responsabile, ma ora lo è davvero. Sta a voi farla crescere ancora di più.

Grazie di cuore a tutti.



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