La Fionda

La licenza alle donne di uccidere gli uomini

Qualche giorno fa sono stato contattato da due persone diverse per verificare l’attendibilità di altrettante notizie provenienti dal mondo latinoamericano. Come si capisce dal mio nome, io provengo da quel mondo. Sono spagnolo, scrivo in una lingua che non è la mia, provengo da un paese che da anni è diventato il laboratorio impazzito più avvantaggiato a livello mondiale della deriva femminista: la Spagna. Ahimè, ormai gli allievi incominciano a superare il maestro. Le due notizie si sono rivelate vere. Effettivamente, a mio avviso, sono molto gravi e preoccupanti, un segnale molto forte della deriva ormai inarrestabile del femminismo a livello planetario, di cui un esempio nazionale l’abbiamo nell’attuale discussione sull’introduzione del concetto di “femminicidio” nel codice penale italiano, ciò che palesemente spezzerebbe il concetto di umanità e di parità tra i cittadini, e violerebbe la carta dei diritti “umani”, attribuendo un trattamento differente a seconda del sesso. L’argomento è già stato trattato in diversi interventi in questo sito, inevitabilmente sarà ancora affrontato. Le ideologie hanno il potere di offuscare la lucidità della mente nei seguaci, e verità e ragionamenti logici che possono essere facilmente riconosciuti, persino addirittura dai bambini, come ad esempio lo sarebbe la violazione dell’idea di umanità a seguito dell’introduzione del concetto di “femminicidio”, rimangono annebbiati nelle menti degli adepti, che in altri contesti al di fuori dell’ideologia stessa si possono dimostrare invece persone ragionevoli e intelligenti.

Bisogna inoltre aggiungere che il femminismo è un’ideologia “work in progress”, cioè un’ideologia in costruzione, da ormai 150 anni fino ad oggi, un’ideologia che si pone obiettivi irraggiungibili (la fine della violenza, la parità assoluta, l’eliminazione dell’infelicità femminile…), quindi è inappagata e inappagabile, non sarà mai soddisfatta dai risultati e sposta le sue richieste sempre più in là. La deriva è senza fine, a meno che non venga fermata da coloro che non sono ancora stati infetti dalla stessa ideologia. Ciò che oggi ci può sembrare incomprensibile e inaccettabile in Italia è già successo in Spagna venti anni fa, e rischia di essere superato tra dieci/quindici anni da quello che sta succedendo oggi in Messico. Effetto imitazione, spingere gli obiettivi sempre più in là. L’ONU segna la via. Ho deciso quindi di interrompere il mio ciclo di interventi sul Patriarcato, che avevo appena iniziato, per lanciare un monito sull’attuale deriva femminista, che prima o poi rischia di colpire tutti. Come alcuni dei lettori avranno già notato, da anni nei miei interventi cerco di evitare l’attualità, ma la gravità di queste due notizie mi hanno costretto a fare uno strappo alla regola. La prima, quella che sembrerebbe meno grave, ma non lo è, arriva dall’Argentina; la seconda, molto grave, arriva dal Messico.

donna soldi

L’industria del divorzio.

Nella Città Autonoma di Buenos Aires (CABA), in Argentina, è entrata in vigore dalla fine di marzo di quest’anno la Legge 6.771, approvata a dicembre 2024, che prevede limitazioni nell’accesso alle attività ricreative, stadi di calcio ed eventi culturali (con più di 5.000 partecipanti) per coloro che non adempiono all’obbligo di pagare gli alimenti. Gli agenti di polizia richiedono in maniera casuale i documenti d’identità ai tifosi o ai partecipanti che vogliono accedere agli stadi o ai luoghi dove avvengono queste attività ricreative. Se la persona risulta iscritta nel Registro de Deudores Alimentarios Morosos (Registro dei Debitori di Alimenti), viene bloccata all’ingresso e redatto un verbale. Questa misura si applica esclusivamente alla CABA. Attualmente, in Argentina 11.000 persone risultano iscritte in questo Registro, di cui 2.900 risiedono nella Città di Buenos Aires. La misura argentina richiama alla mente l’iniziativa di oltre un decennio fa della Russia e di certi stati degli Stati Uniti che prevedeva di umiliare i padri inadempienti mediante la pubblicazione delle loro foto sulle scatole delle pizze, come nei cartelli del vecchio Far West: Wanted. La misura è molto grave per diversi motivi. Innanzitutto, per quanto mi risulta, non esistono registri pubblici di pregiudicati di qualsiasi altro reato, anche molto più gravi. Se nella porta accanto a quella di una famiglia con figli piccoli trasloca un vicino nuovo, i genitori non sono in grado di informarsi presso alcun registro se si tratta di un ex pedofilo pericoloso. Non esiste alcun registro di “madri sottrattrici di figli” o di ex “promotrici di denunce false” che avvertano gli incauti futuribili compagni. Invece per i padri inadempienti va benissimo.

Secondo, il fatto che la misura colpisca soltanto i “padri”, non le “madri”, la dice lunga sul sessismo e sull’ingiustizia dell’obbligo degli alimenti. Nel mondo occidentale, le donne possono disconoscere i figli (mediante l’aborto o il parto anonimo e l’adozione) al contrario degli uomini, costretti al riconoscimento e pertanto all’obbligo degli alimenti, anche contro la propria volontà e anche se non è mai esistita alcuna frequentazione con i figli. Talvolta l’obbligo permane anche quando il test di paternità dimostra di non essere il padre biologico. Inoltre, l’idea che chiunque (la stragrande maggioranza uomini) possa essere costretto contro la propria volontà a mantenere qualcuno è un’idea perversa, accettata incomprensibilmente in questa società. Gli storici hanno saputo definire con precisione la pratica di mantenere qualcuno contro la propria volontà, cioè sotto la minaccia di ritorsioni: schiavitù. Tutti gli uomini costretti a lavorare per mantenere qualcuno contro la propria volontà sono “schiavi”, così è stato lungo tutta la Storia e la stessa cosa succede oggi nelle separazioni. L’industria del divorzio è la maggior fabbrica di violazioni di diritti umani sotto false apparenze di diritti delle donne e tutela del supremo interesse del minore. Lo Stato può espropriare il diritto alla proprietà privata in casi molto ridotti stabiliti dalla legge e indennizzati, per opere di pubblica utilità, beni abbandonati o inutilizzati o che possono recare nell’uso sbagliato un danno alla collettività… oppure nelle separazioni senza alcuna indennità (!?). Un proprietario può perdere la sua abitazione a vita se questa viene assegnata alla ex disabile oppure col figlio disabile. Tutti gli oggetti e beni mobili all’interno di una proprietà assegnata possono essere fatti sparire senza alcun problema a danno del vero proprietario. E così all’infinito, gli esempi sono numerosi.

legittima difesa

I casi di legittima difesa.

Gli assegni versati per i figli sono spesso a discrezione della ex, che decide come spenderli. In verità talvolta capita di finanziare unicamente la persona che fa di tutto per annientare l’ex compagno sentimentale. L’ipocrisia delle istituzioni in questi casi è allucinante, questi assegni non servono a migliorare la vita dei figli ma a finanziare l’avvocato della controparte che cerca di distruggere l’ex e spillargli più soldi. In pratica, attraverso gli assegni, capita di dover finanziare tutt’e due gli avvocati, il proprio e quello dell’ex. Se è vero che possono esistere padri menefreghisti del benessere dei figli, e anche vero che la separazione porta altri padri a una situazione economica precaria, di difficoltà. Nei casi più estremi può portare al suicidio (casi purtroppo ignorati dalle istituzioni pubbliche ma che realmente esistono) e queste misure argentine che li umiliano di sicuro non li aiutano, anzi fanno il contrario. La questione delle separazioni merita un approfondimento maggiore, ma credo che in queste poche righe sono riuscito a trasmettere la profonda ingiustizia che traspira. Per quanto mi riguarda, il mantenimento deve essere necessariamente diretto e paritario, il resto è soltanto estorsione e schiavitù (praticata da oltre 50 anni in Occidente). Non pagare oggi l’assegno di mantenimento per figli che talvolta non si riescono nemmeno a vedere non è un illecito ma obiezione di coscienza.

Nello Stato della Baja California, in Messico, è stata promossa la Ley Alina, una riforma del Codice Penale che ha come obiettivo la protezione delle donne che vengono giudicate per aver fatto uso della legittima difesa. La norma stabilisce nell’art. 23: «Esclusione del reato. Si presumerà la legittima difesa, salvo prova contraria, nel caso in cui la donna sia vittima di violenza fisica, sessuale o femminicida, oppure sia stata in pericolo di subirla e reagisca all’aggressione. In questi casi, la Procura Generale dello Stato o l’organo giurisdizionale competente dovranno agire con una prospettiva di genere per valutare la legittimità della difesa. Lo stesso criterio sarà applicato nel caso in cui una terza persona agisca in sua difesa». Nell’art. 79: «Punibilità in caso di eccesso di legittima difesa. Non sarà considerato eccesso nella legittima difesa quando la donna sia vittima di violenza fisica, sessuale o femminicida, oppure sia stata in pericolo di esserlo, e al momento in cui tale violenza si concretizzi, si trovi in uno stato di paura o terrore, oppure in uno stato di confusione tale da compromettere la sua capacità di stabilire il limite adeguato della propria risposta o la razionalità dei mezzi utilizzati». Inoltre: «Il Pubblico Ministero o l’organo giurisdizionale, a seconda del caso, analizzerà le circostanze relative alla legittima difesa, favorendo in ogni momento la protezione più ampia possibile per la persona aggredita che ha agito invocando tale causa di esclusione del reato», istruzioni estese anche ad altri stati del Messico, come quello di Tlaxcala.

Claudia Sheinbaum
Claudia Sheinbaum

Le formule della discriminazione.

In somma sintesi, requisiti per fare uso della legittima difesa senza che sia ritenuta eccessiva: 1. essere donna; 2. aver subito violenza fisica, sessuale o femminicida oppure trovarsi in una situazione che venga ritenuta (dalla ancora non vittima) pericolosa tanto da provocare in lei uno stato di paura o terrore o di confusione che comprometta la sua capacità di limitare la risposta o la razionalità dei mezzi impiegati. Con queste premesse vorrei capire come si fa a condannare una donna per l’omicidio di un uomo, quando basta allegare paura o di essersi sentita in pericolo in alcun momento, pur non essendo stata nemmeno sfiorata. Si tratta, senza alcun eufemismo, di un’evidente licenza alle donne di uccidere i propri compagni (che d’ora in poi dovranno vivere nel terrore, anche quando dormono). D’altronde, non è un caso se questa norma è stata approvata in uno stato del Messico. La deriva femminista in questo paese non sembra aver fine. Con l’arrivo della Presidente Claudia Sheinbaum è stata modificata la Costituzione del Messico per includere l’igualdad sustantiva (uguaglianza sostanziale). «È una giornata storica», ha detto, «le donne sono finalmente nella Costituzione. Viene riconosciuta l’ineguaglianza storica… ». Tra le altre cose, si introduce la prospettiva di genere e si garantisce il diritto a vivere una vita libera dalla violenza (cosa vuol dire? Come fa lo Stato a garantirlo?), per cui lo Stato assume doveri rafforzati di protezione verso donne, adolescenti, bambine e bambini (uomini esclusi, in uno dei paesi più violenti al mondo a danno degli uomini). Mi sembra assurdo dover spiegare che certi sostantivi – come giustizia, uguaglianza, fratellanza, discriminazione… – non hanno bisogno di aggettivi adoperati per completare il significato, ma servono soltanto a manipolarlo. Non esiste la giustizia ariana o la giustizia femminista, o la giustizia di sinistra o di destra, perché la giustizia, o è giustizia o non è giustizia. Come non esiste la discriminazione positiva, o l’uguaglianza promozionale o adesso in Messico l’uguaglianza sostanziale, sono soltanto formule per nascondere la discriminazione oppure la disuguaglianza. Perché l’uguaglianza, o è uguaglianza o non è uguaglianza. Ora, con l’attuale governo, c’è il rischio reale che la Ley Alina sia estesa a tutto il Messico. Licenza alle donne di uccidere. Chissà quando arriverà in Italia.



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