La scorsa settimana Rohini Khadse, presidente della Women’s Wing of India, ha lanciato una proposta per “consentire alle donne di commettere un omicidio” di uomini senza essere punite, sostenendo che misure così estreme sono necessarie per contrastare la “mentalità oppressiva” degli uomini. In tutto il mondo, gli appelli a “uccidere tutti gli uomini” sono diventati un punto fermo della presa di posizione femminista. Non ci credete? Ebbene, la femminista australiana Clementine Ford ha ripetutamente esortato i suoi seguaci a “uccidere tutti gli uomini”. Una volta Ford ha chiesto a una donna: “Hai ucciso qualche uomo oggi… se no, perché no?”. In Canada, in un video di YouTube intitolato “KILL ALL MEN”, la vlogger Jenny McDermott ha esortato gli spettatori a “uccidere tutti i bambini maschi”.
Negli Stati Uniti, Emily McCombs, allora vicedirettrice dell’HuffPost, ha twittato: “I buoni propositi per il nuovo anno: 1. Coltivare le amicizie femminili 2. Unirsi per uccidere tutti gli uomini”. Le tazze e le magliette con la scritta “Kill All Men” sono da poco disponibili in commercio. Ma non è tutto. La femminista Mary Anne Franks, docente di legge, ha apertamente sostenuto la giustizia sommaria contro gli uomini: “La società nel suo complesso starebbe meglio se più donne fossero disposte a impegnarsi in violenza giustificata contro gli uomini… A tal fine, la violenza giustificata delle donne contro gli uomini dovrebbe essere incoraggiata, protetta e pubblicizzata”. In apparente risposta, Melanie Biggins del Missouri ha ucciso suo marito, Ettienne L. McEwan nel 2022. La sua giustificazione? Non aveva abbastanza soldi per pagare il divorzio. E se non ti riesce di ucciderlo, ci sono documentari TV che per lo meno ti insegnano a tagliargli via il cazzo per farti giustizia.
Le femministe mortifere.
Il complesso del desiderio di morte femminista si estende anche ai neonati e ai nascituri. A livello globale, le madri commettono il 72% di tutti gli omicidi di bambini di età inferiore a un anno. E il Guttmacher Institute riporta che l’aborto indotto miete la vita di 73 milioni di bambini non ancora nati, ogni anno. Il complesso femminista del desiderio di morte è penetrato persino nelle Nazioni Unite. Nel 2021 sono stati uccisi 55 giornalisti, di cui l’89% uomini e l’11% donne. In risposta, UN Women ha pubblicato un bizzarro post su Twitter che ha evidenziato le sei donne: “Di tutti i giornalisti uccisi nel 2021, l’11% erano donne”, concludendo in modo improbabile, “Smettetela di prendere di mira le giornaliste donne”.
E dato che gli uomini muoiono in media cinque anni prima delle donne, come è possibile che l’Organizzazione Mondiale della Sanità sponsorizzi numerosi programmi e pubblicazioni per le donne, ma nulla per la salute degli uomini? Alla luce di questi fatti, è il momento di chiedersi: perché le femministe continuano a predicare i loro inviti omicidi, quasi sempre impunemente? La commentatrice canadese Janice Fiamengo ha elaborato una spiegazione intrigante: l’ideologia femminista è diventata così radicata in molti paesi che ora opera come una “religione di stato non ufficiale” immune da critiche o conseguenze legali. Effettivamente, ascoltando le corbellerie che dicono dalle nostre parti, specie ora con il DdL “femminicidio” in ballo, c’è assolutamente da crederci.