14 Gennaio 2025
di Redazione. La notizia non è circolata moltissimo, complici molte altre faccende distrattive che i media astutamente diffondono a nastro in quest’estate italiana post-quarantena: con 60 voti a favore e 37 contro, l’Assemblea Nazionale francese (il Parlamento d’oltralpe) ha approvato una modifica alla legge bioetica che regolamenta la pratica abortiva. Ora ogni madre può chiedere l’aborto fino a pochi secondi dalla nascita, per motivi di “sofferenza psico-sociale”. Finora la legge francese distingueva tra “aborto volontario”, ottenibile non oltre la dodicesima settimana di gestazione, e “aborto medico”, attuabile anche oltre le dodici settimane ma esclusivamente in caso di gravi malformazioni del feto o se la gravidanza mette in pericolo la vita della madre. La novità si applica a quest’ultimo tipo: ora basterà una diagnosi di sofferenza psicologica o sociale per ottenere l’interruzione in qualsiasi momento.
È piuttosto ovvio che si introduce così nella legislazione un fattore assolutamente arbitrario e falsificabile. La “sofferenza psicologica o sociale” ha tante sfaccettature, non tutte pienamente riconoscibili: nel dubbio, un medico darebbe il via libera. Senza contare quanto facilmente la si possa simulare o auto-certificare davanti a un dottore. È anche abbastanza inutile elencare le moltissime proteste che questa iniziativa legislativa francese ha suscitato tra varie associazioni e cittadini, contrari a una facoltà del genere, chi per motivi di credo religioso, chi per motivi puramente etici. Di fatto in Francia, paese da 220 mila aborti all’anno, si realizza, come già in diverse parti degli USA, il sogno del femminismo: disporre interamente della vita del figlio, dal concepimento ai pochi secondi prima della nascita. Prossimo passo sarà disporne per un tot di tempo anche dopo la nascita. L’apoteosi della gestione del proprio utero è questa distopia, che annulla il valore della vita e conferisce al femminile un ulteriore superpotere.
Che progetto di futuro avete in mente?
Il trend è questo ovunque nel mondo occidentale e si associa alle iniziative di cancellazione dell’identità sessuale: già in Germania sono state abolite le indicazioni “maschio” e “femmina” dalle carte d’identità, in questo imitate dall’Olanda questo luglio. E l’Italia? Fa l’incerta, la timida, la timorosa, la prudente. La democristiana, in pratica. Ma solo come tecnica politica, perché nella corsa all’annientamento della vita e al conferimento di poteri divini alle donne ha ben dimenticato i principi per quale si batté a lungo la “Balena Bianca”. Ecco allora che il Ministro della Salute Speranza spalanca le porte alla pillola abortiva senza ricovero, facile facile da prendersi in casa, dove contorcersi comodamente sul pavimento per i dolori al ventre ed espellere con agio il fastidioso bimbo in crescita, magari direttamente nel water, insieme a piscio e merda. Si sa da anni che si tratta di un farmaco infinitamente più pericoloso dell’intervento chirurgico, ma vuoi mettere fare un favore contemporaneamente alle lobby farmaceutiche e a quelle femministe? Ne vale la pena, insomma, e Speranza procede, nel silenzio dominante (anzitutto dal Vaticano).
Niente a che vedere con i francesi però, che stavolta ci hanno surclassato, ma qui da noi si fa così: piccoli passi verso l’orrore, fatti salmodiando la parola “diritti”, niente salti improvvisi come fanno quei pazzi gallici. Ma il traguardo resta lo stesso francese e anche oltre. Ma il problema non è solo la questione aborto, ché è evidente sia una pratica terribile per chi la subisce e anche dal lato etico, ma indispensabile se c’è di mezzo la vita della madre o una vita normale per il nascituro. I veri altri problemi, che nessuno però menziona mai, sono due. Primo: e il padre? Voce in capitolo zero, in Italia come in Francia come altrove. Metti che mammina vuole ammazzare il bimbo trenta secondi prima che metta fuori la testa, solo perché si sente un po’ depressa: e se il papà non vuole? Se è disponibile a tenerselo e crescerselo lui? Niente, non pervenuto, non previsto. Valore del padre nella partita: zero. Secondo problema, che in realtà è un vero e proprio dilemma: ma tutti voi che sostenete e state realizzando questo modello con feti morti a bizzeffe (destinati a chissà cosa), sessualità indistinte, identità disperse, che progetto di futuro avete in mente? A quale situazione volete arrivare? Non è roba alla Malthus, perché riguarda solo gli individui occidentali e non tutto il globo. Se questo delirio di infanticidi e sociopatie legalizzate è parte di un progetto di futuro, ebbene il traguardo di quel progetto non è molto chiaro. Sarà il caso che chi lo sostiene e realizzi inizi a spiegarlo in modo esplicito. No perché viene da pensare che si tratti della volontà di estinguere una parte di popolazione mondiale e la maggioranza potrebbe anche non essere d’accordo. Se poi il parere maggioritario vi è indifferente, almeno inventatevi un’altra guerra, magari nucleare. Otterreste ottimi risultati in meno tempo e noi eviteremmo, oltre al resto, di sentirci raccapricciati per le vostre decisioni e nel contempo pure presi per il culo dai vostri discorsi sui “diritti”.
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