Prendo spunto da questo articolo di Alessio Deluca del 22 ottobre 2020 per presentare le seguenti considerazioni in un trittico di interventi, di cui questo è il primo. Un’idea sbagliata gira per mezzo mondo, quella secondo cui l’epidemia femminista sarebbe circoscritta ad alcuni sfortunati paesi a differenza di altri – beati loro! – che ne sarebbero quasi indenni. Ci sarebbe un Altrove migliore del Qui. Prospettiva condivisa da molti in Italia anche perché conforme all’idea che il nostro sia uno dei peggiori paesi del mondo sotto troppi punti di vista, autodenigrazione che è una moda nazionale, espressa dalla formula: «In questo paese di m…».
Già lo stesso Deluca osserva che la pandemia femminista non risparmia praticamente nessuno, eppure, in ogni paese alcuni, tra i rispettivi Risvegliati, si esprimono spesso nei termini detti, affermando che il virus ha attecchito là, nel proprio paese, in forme e profondità ignote altrove. In sintesi: «Solo in Myland possono accadere queste cose, solo qui la malattia si estende senza anticorpi, solo qui assistiamo al seppellimento dello Stato di Diritto, solo qui la magistratura è dominata dall’ideologia femminista, solo qui i media sono asserviti al mainstream, solo qui gli uomini sono moralmente e civilmente pestati, solo qui…».
Notizie di cronaca recente azzerano ogni illusione.
Non è una novità. Lo scrivevano gli americani della NCFM, lo gridava Peter Zorhab del movimento neozelandese, ce lo confermava Hasley da Zurigo: «Pensavo che solo in Svizzera ci fosse questa situazione, credevo che in Italia…». Lo giuravano gli amici di Azulfuerte ben prima di Zapatero e quelli di Condition Masculine riguardo invece alla Francia nel secolo scorso. Peggiore sembra essere sempre Mialandia. «Solamente da noi…». Ma non è così purtroppo, il virus è ovunque. È una pandemia vera. Certo, si manifesta in forme un poco diverse, l’avanzata del Nuovo Bene non è omogenea su tutti i fronti e in ogni luogo. Qui ha già conquistato le coste, di là le vette, qui dilaga nelle campagne, là ha espugnato le città. Qui ha modificato radicalmente il vocabolario ma è in ritardo sulle quote, là ha imposto codici di procedura penale separati ma non ancora la convivenza senza coabitazione. In un paese i tampax sono gratuiti, in un altro invece mesi di stipendio per le querelanti. E via elencando.
L’intero Occidente è pervaso, infiltrato, corroso dalla malattia. Se ne dà talvolta la colpa alle grandi istituzioni politiche sovranazionali, l’ONU, l’UE e le loro agenzie. Sembra ragionevole, ma è sbagliato. Ci fu infatti un tempo in cui quelle istituzioni non erano affette da quel male che vi si è incistato progressivamente, dagli anni ‘80 del secolo andato. Fanno parte dell’ONU paesi che pur si oppongono alle sue deliberazioni su questo tema. Opporvisi quindi sarebbe possibile. Quanto alla UE non ne fanno parte paesi che, quanto alla febbre femminista, non hanno nulla da invidiare ai membri della stessa. La Norvegia non è nella UE, ma chi direbbe che lassù le cose vadano meglio? La Gran Bretagna ne è uscita, non avrà più a che vedere con Direttive e Regolamenti continentali, tuttavia chi può essere tanto ingenuo da pensare che, su questo versante, le cose là miglioreranno, che Boris Johnson vaccinerà tempestivamente i britons con un vaccino che di certo non sarà Bigpharma a produrre. Notizie di cronaca recente azzerano ogni illusione.
Ed è qui che entrano in gioco gli antivirus.
Paradossalmente, a braccetto con quella opinione errata gira indisturbata anche quella diametralmente opposta, secondo cui «certe cose qui non accadranno mai». L’elenco delle “cose” che sono accadute altrove, che qui “non potevano accadere” e che invece sono sotto i nostri occhi (sopra la nostra vita) è lunghissimo. Recente è la sentenza che garantisce alla separata il diritto assoluto sul destino dell’embrione congelato (cioè sulla vita e sul reddito del padre) a prescindere dalle opinioni dell’uomo. Ho citato una sentenza americana fotocopia di questa (o si trattava invece dell’originale…?) in “Questa metà della Terra”, libro che è vecchio di 15 anni. Citai pure la condanna per stupro – in Australia – di un uomo che si era trattenuto per 30 secondi in vagina dopo il “cambio di idea” della partner. Qualche anno fa ne abbiamo avuta una uguale da noi. Da allora il diritto al “cambio di idea” durante il rapporto è stato acquisito nel discorso pubblico come ovvio. Si tratta di “cose” che qui non sarebbero mai potute accadere. Riferirvisi e riportarle, allora, segnalava solamente, per alcuni, la paranoia dell’autore.
Il virus è universale, supera tutte le frontiere, invade tutte le istituzioni, entra in tutti i settori della vita. Non è l’hardware il problema, il problema è il software. Inoltre, quando il virus è entrato nei dispositivi, sganciarsi dalla rete, se anche fosse possibile, non servirebbe a nulla. Bisogna darsi da fare con gli antivirus. Ed è qui che entrano in gioco i Kaspersky, i McAfee, i Norton del settore. Cioè noi.