La Fionda

I deliri d’odio del femminismo

Il governo di Spagna, nella circolare 7/2019 della Gazzetta ufficiale spagnola [«BOE» núm. 124, 2.5 – h) Razones de género], ha chiarito come interpretare i discorsi d’odio, reato nel codice penale spagnolo (art. 510): « Motivi di genere: […] la parola “genere” deve essere intesa secondo la Convenzione n. 210 del Consiglio d’Europa, sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne […] oggigiorno è ampiamente accettato che il termine “genere” debba essere inteso come riferito alle donne […]. In conclusione, l’aggravante di genere sarà applicata quando l’autore del reato avrà commesso il fatto nei confronti di una donna vittima in quanto donna». In somma sintesi, secondo la Procura spagnola esiste un discorso d’odio, configurato come reato penale, quando è rivolto solo contro le donne: contro gli uomini non esiste il discorso d’odio. C’è forse segno più evidente d’odio nel fatto di escludere un gruppo sociale, per il fatto di esserlo, da diritti o da tutele? Il fatto di stabilire a priori chi non può essere destinatario d’odio in base alla sua razza o sesso, non è una prova evidente di odio? E se a farlo è un governo, come il governo spagnolo nell’UE, non è questo gravissimo?

Da alcuni anni girano su Youtube delle interviste e commenti, che vi invito a cercare e visionare, su un argomento che è diventato rovente negli ultimi anni: il razzismo (soprattutto negli Stati Uniti con l’associazione Black Lives Matter). Quando a molti di questi attivisti antirazzisti viene chiesto se esiste (o può esistere) anche il razzismo nero nei confronti dei bianchi, la risposta è categorica: no! Per loro il razzismo è unidirezionale: solo i neri sono le vittime, i neri non possono essere razzisti. Può esistere prova più categorica di razzismo di questa stessa convinzione? Non è questo un esempio palese di presunzione di superiorità di una razza specifica, e dunque di razzismo? Questi attivisti antirazzisti non hanno inventato nulla. Il maschilismo è la convinzione di una presunta superiorità dell’uomo sulla donna, il termine speculare in italiano non esiste. Se chiedete alle attiviste femministe il motivo, la maggior parte di loro vi risponderà che non è necessario, perché le donne non possiedono questa convinzione di superiorità sull’uomo. Nella lingua spagnola è stato coniato di recente il neologismo, «hembrismo», per definire questa presunta convinzione di superiorità femminile. La maggior parte delle femministe ispaniche sostiene che l’hembrismo non esiste, il neologismo sarebbe stato creato per diffamare le donne. Per assurdo, questa certezza delle femministe diventa la prova più evidente dell’esistenza della convinzione di essere superiori previamente negata. In fondo, già sin dai tempi bui del cristianesimo, prima del femminismo, gli inquisitori non facevano altro che accusare, e torturare, gli inquisiti per peccati che in realtà loro stessi commettevano. Si chiama proiezione.

donne

Follie che presto arriveranno da noi.

Una volta chiarito chi può essere e chi non può essere destinatario d’odio, bisogna definire cos’è e cosa non è odio. Ferran Suay, responsabile di politica linguistica dell’Università di Valencia, è stato licenziato «con carattere immediato» per aver espresso nella propria rete sociale i seguenti «commenti maschilisti», e dunque d’odio: «Bisognerebbe incominciare a rivendicare la presenza delle donne al fronte di battaglia. Parità sarebbe questo, vero? O solo rivendicare la presenza nei CdA e dove non si corre il rischio di morire?». Licenziato. Al contrario, il procedimento nei confronti dell’insegnante della Scuola superiore (15-16 anni) spagnola IES San Diego de Alcalá, che durante la lezione auspicava «la castrazione dei bambini fin dalla nascita», è stato archiviato perché secondo la Procura «con l’attacco agli uomini, o agli anni della dominazione maschile, l’insegnante voleva risvegliare il sentimento femminista dei ragazzi, forse in modo estremo, ma questo non fa diventare le sue espressioni un incitamento all’odio contro gli uomini». In conclusione, in Spagna oggi si può proclamare pubblicamente, dall’alto della cattedra di una lezione scolastica, la castrazione generica e indiscriminata nei confronti degli uomini, e questo non è un discorso d’odio, se invece si auspica il trattamento paritario tra uomini e donne (in guerra), sui propri social, allora questo sì è un discorso d’odio.

Di nuovo, forse qualche lettore potrebbe rinfacciarmi di riportare troppo spesso degli esempi di paesi che nulla hanno a che fare con l’Italia, come la Spagna, l’Australia, il Canada, l’Argentina o la Scozia, più avanti con le politiche femministe e che hanno perso il senno. Ad esempio, proprio di recente l’Argentina, paese noto per la passione del calcio, ha cambiato il colore della seconda maglia della nazionale di calcio, da blu a viola, perché il «colore viola simbolizza la lotta per l’uguaglianza di genere» (!?). Ma cosa c’entra il calcio con la parità di genere o qualsiasi altro indottrinamento politico? Di fatto, le politiche di questi paesi sono solo l’anteprima di quello che sta per arrivare in Italia, il femminismo globale sembra purtroppo uno tsunami inarrestabile. Serva il seguente esempio a conferma di quanto detto. Nel 2011 le forze dell’ordine spagnole lanciano la campagna “Denuncialo”: «Quando non ti lascia esprimere la tua opinione è maltrattamento. Denuncialo. Quando ti senti umiliata, è maltrattamento. Denuncialo. Quando non ti lascia vestire come vuoi, è maltrattamento, denuncialo. Quando ti picchia è maltrattamento, denuncialo. Di fronte alla violenza non dubitare, denuncialo». Tre dei quattro presupposti segnalati nel video spagnolo come violenza, riguardano il sentire soggettivo della vittima. Non sono violenza. Nel 2022, undici anni dopo, in Italia i Carabinieri (Ministero della Difesa) pubblicano il “violenzametro”. Invitano le donne a chiamare il 112 per eventi violenti come quando «con lui non ti senti al sicuro, ti provoca sensi di colpa, ti umilia, ti sminuisce, ti inganna , ti ignora». Soggettività allo stato puro. Stesso modo rivoluzionario di concepire la violenza della campagna spagnola, undici anni dopo!

donna strizza uomo

L’inversione della presunzione d’innocenza.

Tornando all’odio in Italia, senza dover disturbare il discusso articolo di Concita De Gregorio su Repubblica, che sul treno in una carrozza di solo donne fantastica un mondo «dove gli uomini servono soltanto a generare altre donne», ecco un esempio a livello istituzionale simile a quello spagnolo menzionato all’inizio. La Regione Lazio annuncia l’apertura dell’ennesimo centro antiviolenza (facebook, 28 luglio), scrivono: «Dalla parte delle donne, sempre». Un motto che non è esclusivo della Regione Lazio, adoperato anche da alcuni onorevoli – tra i quali ad esempio la ex terza carica dello Stato Laura Boldrini. Sempre vuol dire sempre. Infanticide, ladre, assassine, truffatrici, pedofile, mafiose… Sempre. Che senso ha per un residente nella Regione Lazio, in una controversia con una donna, fare causa in Tribunale (vedasi ad esempio i numerosi procedimenti di separazione) se il proprio governo ha già deciso che sarà dalla parte della donna sempre? Quale fiducia può albergare il cittadino sulla giustizia e su un governo che così si esprime? Si può esprimere in maniera più chiara la propria parzialità e discriminazione?

Le ideologie danneggiano gravemente la salute mentale. Il femminismo non è immune. In nome della parità le istituzioni celebrano la discriminazione. L’ingiustizia si traveste di giustizia. Nella lotta alla discriminazione si discrimina. I doveri diventano diritti e i diritti privilegi. In nome della pace si combatte una guerra. A manifestare egregiamente il capovolgimento della logica e della realtà, è niente meno che la paladina del femminismo in Spagna, la ministro delle Pari Opportunità, Irene Montero, in un commento a proposito della recente normativa sui delitti sessuali, nota come “solo sì è sì”, letteralmente: «Nessuna donna dovrà dimostrare che è esistita violenza o intimidazione in un’aggressione perché questa sia considerata un’aggressione sessuale». In altre parole, la donna dovrà unicamente dimostrare che è esistito un rapporto e negare l’esistenza di un consenso previo, ciò renderà qualsiasi rapporto sessuale un’aggressione fino a prova contraria – che deve apportare l’uomo. Si tratta di un capovolgimento a 360° della logica, della prassi giuridica e di certi diritti (come la presunzione di innocenza). I rapporti sessuali si presupponevano per norma sempre legali, consensuali, il reato di aggressione sessuale era l’eccezione che doveva essere provata. Ora i rapporti sessuali si presuppongono per norma sempre frutto di un’aggressione, il consenso femminile è l’eccezione che deve essere provata dall’uomo. Un capovolgimento logico che potrebbe essere applicato per assurdo a qualsiasi altro reato. Ad esempio, le transazioni e i passaggi di proprietà (di qualsiasi oggetto: soldi, un’appartamento, uno zaino, un’orologio…) si presuppongono per norma sempre legali, consensuali, il reato di furto è l’eccezione che deve essere provata. Se noi capovolgiamo la logica, le transazioni e passaggi di proprietà si presupporrebbero sempre frutto di un furto, il consenso dello scambio sarebbe l’eccezione che dovrebbe essere provata dall’individuo denunciato. In società gli scambi avvengono continuamente, e la maggior parte di loro non lascia traccia, sono impliciti, come i rapporti sessuali. Se la maggior parte della popolazione incominciasse a denunciare il prossimo, in pochi anni tutta la popolazione sarebbe condannata.

femminista urlo propaganda

Deliri d’odio.

Il femminismo è amore (Zanardo), democrazia (Fonda), desiderio di riconciliazione (Histoire Mondiale de la Femme), giustizia e felicità (Ngozi), è il lume che illumina e democratizza il mondo, lo umanizza (Varela). Le ideologie danneggiano il cervello e le femministe si sono fumate il loro. Il 24 giugno 2022 nel parlamento di Madrid (Spagna), su richiesta di un partito di sinistra, Mas Madrid, tutto il parlamento (6 partiti, tutti autoproclamati femministi, tranne VOX) fece un minuto di silenzio per una donna che era stata uccisa da un uomo. Poche ore più tardi lo stesso giorno, nel parlamento della regione confinante di Castilla y León, solo un partito (VOX) fece un minuto di silenzio per un uomo che era stato ucciso negli stessi giorni da una donna. La proposta di VOX di fare un minuto di silenzio per questa povera vittima fu rifiutata dagli altri 5 partiti per il solo motivo che la vittima era un uomo e l’uccisore una donna. Questa è la vera fotografia del femminismo, questa è la sua vera faccia senza trucco: odio. È ora di incominciare a mettere i cadaveri del femminismo sul tavolo, ed è quello che cercherò di fare nel prossimo intervento. «Le femministe non odiano gli uomini» (Bernal-Triviño). Deliri d’odio.



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