La senatrice Valente non delude mai se si tratta di pregiudizio ideologico votato alla mistificazione. Stamattina (18 marzo 2022) esordisce su Facebook con: “solo oggi 4 donne uccise”.
I “femminicidi” che non sono “femminicidi”.
Nel post cita quelli che secondo lei sarebbero i quattro femminicidi del giorno. Oggi (18 marzo) sostiene che sia morta una donna uccisa dal marito a Ravenna. Non è esatto, l’episodio risale alla scorsa settimana (10 marzo, sui media dall’11 in poi). Inoltre è un delitto che nasce dalla sofferenza e dalla pietà, non dal patriarcato come la senatrice vorrebbe far credere. Una analisi più dettagliata l’abbiamo fatta qui.
Poi la senatrice sostiene che, sempre oggi, a Roma una donna sia stata bruciata dal convivente. Sbaglia anche questa data, l’episodio è accaduto nella notte del 15 marzo, sui media dal 16. Lite in casa di una coppia di nazionalità capoverdiana, l’uomo getta un liquido infiammabile addosso alla compagna e le dà fuoco. Gesto terribile, ma non è omicidio: il reato è quello previsto dal recente articolo che punisce lo sfregio del viso. Il terzo “femminicidio” di oggi lamentato dalla Valente è in realtà un altro episodio del 15 marzo: a Carovigno (BR) un uomo picchia violentemente la moglie fino a farle perdere un occhio. Episodio agghiacciante che però produce lesioni gravissime, non la morte della vittima. Il quarto ed ultimo “femminicidio” sarebbe avvenuto a Milano: un 14enne viene aggredito nella metropolitana, rapinato e poi costretto sotto la minaccia di un coltello a compiere atti sessuali col baby-rapinatore, un minorenne originario dell’Est Europa. L’episodio è del 16 marzo e si trova sui media dal 17, il colpevole è già stato identificato ed arrestato, la vittima non è deceduta e non è nemmeno di sesso femminile, ma per la Valente è il quarto femminicidio odierno.
Troppe bugie per ipotizzare la buona fede.
Gli errori sono un po’ troppi per poter credere alla buonafede. Degli episodi citati dalla Valente uno è del 10 marzo, due del 15 ed uno del 16; registrano il decesso di una sola persona, lesioni gravissime per altre due e l’ultima è di genere maschile, ma la senatrice scrive pubblicamente “solo oggi 4 donne uccise”. È un’affermazione falsa, niente di più e niente di meno. Triplamente falsa: non è vero “oggi”, non è vero “uccise”, non è vero che siano “4 donne”; è lecito chiedersi perché debba mentire su tutto, dalle date, ai fatti, al genere delle vittime. Da cosa deriva questa smania febbrile di gonfiare l’allarme? Il proclama ideologico prosegue con la necessità di occuparsi costantemente della “strage quotidiana”, non solo nelle date simboliche dell’8 marzo e del 25 novembre.
Continuiamo da oltre due anni a chiedere che la Commissione presieduta dalla senatrice Valente dia una definizione ufficiale di cosa sia un femminicidio – visto che il reato non esiste nel codice penale – definendo i criteri ai quali un episodio dovrebbe rispondere per essere classificato come femminicidio; chiediamo anche che che pubblichi una lista altrettanto ufficiale dei fatti di sangue che a tali criteri corrispondono. Visti i 4 “femminicidi” che lamenta oggi, la chiarezza diventa sempre più urgente.