L’avete visto tutti, tanto da avercelo segnalato letteralmente a centinaia: è incominciato il percorso propagandistico di preparazione alla kermesse ideologica del 25 novembre, “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. Quando si parla di propaganda, si parla necessariamente di menzogne, bugie, truffe, mistificazioni, ambiguità, inganni e a rompere gli indugi in questo senso è nientemeno che Rai News 24, mica la Gazzetta di Paperopoli o il Corriere di Gotham City (che pure sono molto più dignitosi della RAI). Questo è, in tutta la sua meravigliosa falsificazione, l’articolo uscito sui “femminicidi” nel sito della testata giornalistica nazionale il 13 novembre scorso:
Credeteci, se ve lo diciamo: è veramente sfibrante per chi, come noi, da anni si spende per demistificare materiale fecal-giornalistico come questo doversi ripetere e affrontare per l’ennesima volta la questione, ben sapendo che la verità delle cose verrà ampiamente insabbiata e oscurata. Un po’ come il video-podcast che abbiamo prodotto non molto tempo fa, a nostro avviso, pur con qualche imprecisione, del tutto conclusivo sulla questione, e che YouTube ha naturalmente messo in shadow-ban. Ve lo riproponiamo qui di seguito: dura meno di mezz’ora e da solo mostra una volta di più di che pasta marcescente è fatta l’informazione ufficiale e mainstream italiana.
Lo scopo usuale: vittimizzare le donne e criminalizzare gli uomini.
Per il resto, che altro dire sulla porcheria di Rai News 24? Forse ha senso, più che entrare nel merito, cosa che faremo all’inizio del prossimo anno analizzando ogni caso uno per uno, dare un’occhiata alla tecnica propagandistica usata. L’occhiello («Report Servizio analisi della Direzione Polizia Criminale») serve per dare autorevolezza a ciò che verrà detto dopo. Quale sia l’attendibilità di quella sezione del Viminale l’abbiamo già raccontato qui e non vale la pena ripetersi, se non per ricordare che si tratta di un dipartimento creato apposta per raccogliere dati sulle vittime donne, mentre ogni altra tipologia di vittima viene volutamente ignorata. Quello che conta è che Rai News 24, probabilmente conscia di pubblicare falsità, altrettanto probabilmente su commissione o pressione esterna, sente il bisogno di affermare fin dal principio una forma di autorevolezza, confidando che il lettore medio leggendo “Polizia” tenda subito a inchinarsi, ad annullare ogni senso critico e a prendere per oro colato ciò che segue. E ciò che segue asseconda il sentiero psicologico su cui l’articolo vuole condurre a forza il lettore. La prima parola del titolo, infatti, serve a indirizzare il sentimento dell’utente: «Femminicidi:». Quella parola, in quella posizione, significa: “ora ti parleremo di questo fenomeno, tutto ciò che leggerai rientra in esso”. E tutto ciò che il lettore legge subito dopo è lo slogan, il cuore stesso dell’operazione, sempre la solita intramontabile verità-non-verità: «103 donne uccise nel 2021, una ogni tre giorni».
È una verità perché i morti si contano e se il Viminale ne ha contati 103, vuol dire che sono davvero 103. È una verità anche dal lato puramente matematico: 103 donne uccise distribuite nel periodo considerato, fa effettivamente una donna uccisa ogni tre giorni. Questi due dati sono gli unici veri in tutto l’articolo, ma due verità immerse in un contesto manipolatorio e falso diventano esse stesse strumenti di mistificazione (a proposito, per capire queste e altre mistificazioni, vi consigliamo molto caldamente di comprare e leggere questo libro: “LTI. La lingua del Terzo Reich” di Viktor Klemperer, linguista che ha lasciato una formidabile testimonianza diretta dell’orrore nazista attraverso lo studio della manipolazione che nel regime hitleriano si faceva delle parole). Le mistificazioni, si diceva… Primo: quelle 103 donne uccise non sono “femminicidi”, dato che includono ogni donna uccisa da chiunque e per qualsivoglia motivo. Dentro ci sono rapine finite male, uccisioni per questioni di soldi, storiacce di malavita, probabilmente qualche omicidio colposo, commessi da un tot di uomini e da un tot di donne. Ma questo il lettore non lo sa perché gli è stata inchiodata sulla fronte la prima parola gridata dal titolo: «femminicidi». Secondo: “una ogni tre giorni” è un’espressione che analiticamente non significa nulla. È un’operazione aritmetica semplice ma con un potentissimo effetto emotivo. Il lettore pensa a una specie di appuntamento dell’orrore in un’Italia dove ogni 72 ore scocca il momento fatale per qualche donna per mano di qualche marito geloso. Questo è l’effetto che vuole ottenere Rai News 24, in modo che la giornata d’odio antimaschile del 25 novembre venga accettata e digerita da tutti come cosa normale. Il modo corretto per comunicare il dato però sarebbe un altro, questo: «in Italia il tasso di omicidi di donne con qualsivoglia autore è pari a 0,4 ogni 100.000 abitanti di sesso femminile, dato che pone il nostro tra i primi tre paesi più sicuri d’Europa e del mondo per le donne». Il problema è che, dando così la notizia, l’articolo dovrebbe congratularsi con la comunità nazionale, specie quella maschile, mancando così il suo vero obiettivo: vittimizzare al massimo le donne e criminalizzare al massimo gli uomini.
Indottrinamento a reti unificate.
Il lettore medio si ferma al titolo e a RAI News 24 lo sanno bene: con esso lo si colma d’indignazione e gli si fa ingoiare psicologicamente ettolitri di liquame ideologico femminista, se di sesso maschile, e un’enormità di livore o paura, se di sesso femminile. Con ciò l’articolo di Rai News 24 ottiene il suo scopo, o lo scopo di chi l’ha commissionato. Può essere però che una frazione di lettori vada avanti nella lettura e affronti il sommario o il testo stesso dell’articolo. Rischio grosso per i propagandisti, che viene affrontato nel modo classico: raffica di cifre decontestualizzate o percentualizzate, in modo da rendere tutto oscuro, confuso e poco comprensibile. Chi legge tutto, per quanto curioso, difficilmente lo è al punto da andare a vedere il dettaglio dei dati per capire meglio e così, di fronte al pateracchio, non può far altro che affidarsi alla nettezza del titolo. Game, set, match per i manipolatori professionisti dell’informazione. Peccato perché un occhio attento noterebbe che il sommario tira subito i remi in barca: i 103 “femminicidi” del titolo infatti diventano «87 in ambito familiare/affettivo», che non vuol dire niente, o meglio vuol dire che sono incluse anche la nipote che uccide la nonna per papparsi l’eredità o la figlia affetta da una violenta patologia psichiatrica che sgozza la madre. Andando avanti il numero si riduce ancora di più: «60 per mano del partner o ex partner»: sì, ma con quale movente? Tutti per gelosia, incapacità di sopportare l’abbandono, dominio patriarcale, deviato senso del possesso? Lo saprete soltanto quando noi de “La Fionda” nel gennaio prossimo faremo il check caso per caso, ma possiamo già anticipare che la casistica davvero rientrante nella ancor vaga e indefinita categoria di “femminicidio” si aggirerà tra le 30 e 40 vittime. Sempre troppe, non ci piove. Anche una sarebbe troppo. Ma a quel punto si tratterebbe di “un femminicidio ogni 9 giorni”, o meglio “0,1 femminicidio ogni 100.000 abitanti di sesso femminile e 0,06 sull’intera popolazione italiana”. Alla facciazza dell’emergenza. In realtà, lo si è detto, è un dato da standing ovation europea e mondiale per gli uomini italiani. Ma, di nuovo, non è questo lo scopo dell’articolo.
Spazzatura. Questo è l’articolo di RAI News 24 e tutti gli altri simili che seguiranno a tambur battente nei prossimi giorni e fino al 25 novembre. Ad esempio quello de “Il Giorno” che, manco parlasse dell’oroscopo 2022 o di un capo alla moda, al netto di ogni possibile vergogna titola “È l’anno dei femminicidi”. Spazzatura della peggior specie, roba reperibile nella più marcia discarica di Calcutta. Vero e proprio percolato tossico fatto scivolare ingannevolmente nella narrazione comunitaria nazionale. Siamo troppo duri? No, siamo fin troppo generosi. Leggete con quanta disinvoltura l’articolo di Rai News 24 sorvola sui 144 uomini morti ammazzati (sia da altri uomini che da donne, per qualsivoglia motivo) nello stesso periodo. Quelle vite perse non contano nulla, anche se sono in maggioranza. Dice: sì, ma sono di più le donne uccise da uomini che gli uomini uccise dalle donne. Sai che novità: dal Paleolitico Medio (e forse anche da prima) il genere maschile uccide (chiunque) più di quello femminile. Triste, ma è così. La soluzione a questa brutta inclinazione naturale può essere l’eliminazione fisica di tutti i maschi o la loro radicale femminilizzazione. Al momento quest’ultima è la strada che si sta battendo. Dimenticando però un fatto abbastanza importante: fin dal Paleolitico Medio (e forse anche da prima) è il genere maschile che, anche, nutre, protegge, salva, tutela, difende chiunque molto molto più di quello femminile. Prendetevi una mezz’oretta, andate su Google News, impostate la forbice temporale dal 01/01/2021 a oggi e digitate come chiave di ricerca “salvataggio donna Italia”, dopo di che contate quanti uomini hanno salvato la vita a donne quest’anno, finendo anche sui media. Poi fate un’ipotesi di quanti altri casi simili sono accaduti e non sono finiti tra le news, tra Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Polizia, Carabinieri, militi delle pubbliche assistenze e semplici cittadini. Chissà se gli studenti in gonnella sapranno fare uguale, una volta diventati adulti. Ma soprattutto, usando i dati delle donne salvate da uomini probabilmente il conguaglio con quelle uccise sarebbe positivo e l’istinto detterebbe di nuovo un’ulteriore standing ovation. Ma, come già detto, non è questo lo scopo della propaganda e dell’indottrinamento a reti unificate, di cui RAI News 24, insieme a tanti altri, è ampiamente e colpevolmente partecipe.