25 novembre, l’apoteosi di vittimismo preparata con cura dall’inizio di novembre dura poco, si affievolisce appena le agenzie battono la scomparsa di Maradona. Un personaggio monumentale non solo per lo sport, un uomo che ha deliziato le platee e ha sbagliato nel privato. Una vita sulle montagne russe tra il vertice della popolarità e il baratro delle disintossicazioni, soldi a vagoni e figli illegittimi, impegno sociale e squalifiche per doping, conteso da amicizie prestigiose come Fidel Castro e Hugo Chavez e guai col fisco di due diversi continenti. Con tutti i suoi difetti è stato comunque un uomo per la cui scomparsa Capi di Stato, giornalisti e federazioni sportive di mezzo mondo hanno espresso dolore. Il suo piede sinistro non era solo capace di virtuosismi, da quel piede è passato il riscatto sociale del sud del mondo, da Napoli che primeggia sulle corazzate di Agnelli e Berlusconi, al popolo argentino che vendica la sconfitta delle Falkland. È limitativo credere che abbia fatto solo calcio, ha fatto parecchio di più.
Ma qualche voce sale stridente a starnazzare dissenso. Ecchecazz…, ma proprio mo’ doveva crepare? Se solo fosse morto la settimana successiva sarebbe stato ignorato dal femminismo suprematista, che invece vive come un affronto il fatto che la serata del 25 novembre Diego abbia “rubato la scena”. Allora la rabbia stizzita si scatena attraverso la denigrazione. Era un uomo, starnazzano sui social le ochette isteriche (ma pure qualche cappone, va detto), e già questo è una colpa. Poi si drogava, ha evaso le tasse, era amico dei camorristi, ha avuto un figlio che rifiutava di riconoscere. Sorvoliamo sul fatto che forse non tutti ricordano, o proprio non sanno, che il figlio concepito a Napoli fu il frutto di un inganno. Prossimamente riproporremo su La Fionda alcune riflessioni sui figli concepiti da rapporti occasionali con VIP miliardari: frutto dell’amore o cinico trappolone per calcolo?
Se ne parla ogni giorno dell’anno ad ogni ora del giorno e della notte.
Comunque l’indignazione per l’affronto di Maradona è tanta e vomita odio complottista, Dieguito è morto “provvidenzialmente”, testuale. Ancora non hanno scritto che è stato un omicidio pianificato dalla lobby patriarcale che governa il mondo, al solo scopo di oscurare la liturgia del 25 novembre. Ma non disperiamo, qualcuno lo scriverà. Comunque Maradona una colpa ce l’ha: non avrebbe dovuto scippare l’attenzione mondiale al grande baccanale femminista che ha avuto “solo” 24 giorni e 16 ore per scatenarsi. Eppure la kermesse ha inondato prepotentemente i media ed i social, migliaia di resoconti sulle iniziative contro la violenza sulle donne; ripetizioni ossessive del report sui numeri di denunce, di vittime, di chiamate al 1522; inaugurazioni a raffica di panchine rosse da parte di amministratori locali da nord a sud; webinar a ripetizione sul tema della violenza; comunicati di ordini professionali, sindacati, associazioni forensi; messaggi di Mattarella, Conte, Azzolina, Carfagna, Meloni, Zingaretti… un’orgia di notizie sulla stampa in radio, tv, e i social letteralmente inondati, ma è poco, è ancora poco, bisogna parlarne di più, l’argomento deve monopolizzare l’attenzione di 60.000.000 di cittadini fino a notte fonda. E quello che fa? Si permette di morire proprio il 25.
Nel delirio di proteste, emerge la fulgida stella di tale Laura Pausini, mi dicono sia una cantante. Si rammarica per l’attenzione dedicata a Maradona al quale riconosce un certo talento nel tirare calci al pallone, tuttavia è poco apprezzabile per le cose personali. Si chiede perché la morte di un calciatore non faccia ricordare le donne maltrattate, violentate, abusate. Forse si distrae la povera Laura, ma non sa che l’argomento “violenza sulle donne” è in assoluto il più frequentemente trattato ogni giorno dell’anno da tutte le emittenti pubbliche e private, si insinua ovunque da Sanremo alla Domenica Sportiva, se ne parla ogni giorno dell’anno ad ogni ora del giorno e della notte con approfondimenti, talk show, dibattiti e testimonianze, per non parlare del web che pullula di spazi dedicati all’argomento. A tutti gli effetti è il tema più sicuro in politica, qualunque partito o partitino è certo di strappare l’applauso dichiarando di voler far qualcosa a favore delle donne, dal codice rosso alle panchine rosse, dalla legge sullo stalking ai finanziamenti per i centri antiviolenza.
Non pensare, Laura. Non ti sforzare.
Ridicolo e pretestuoso il riferimento alla vita privata. Elvis ha avuto migliaia donne più di Maradona e non si contano i figli che hanno tentato di attribuirgli, Jimi Hendrix e Jim Morrison con la droga di Maradona ci facevano colazione, Michael Jackson era attratto da ragazzini troppo giovani… eppure sono tutti miti adorati da milioni di fans. Fare riferimento alla vita privata di Maradona è solo un pretesto per nascondere la stizza. La cosa che scoccia Laura Pausini ed altre deliranti contestatrici è che sia morto proprio il 25. Le ha risposto, sembra involontariamente, Fiorella Mannoia:
“Basta con questa polemica becera” sbotta la Mannoia. La Pausini chiude il tweet dicendo di non sapere cosa pensare. Non pensare, Laura. Non ti sforzare.