di Giuseppe Tarantini. A marzo 2020, in una città di nome Wheelesburg, nella contea di Scioto in Ohio, è emerso un caso di pedofilia che ha portato all’arresto di nove persone. Da aprile 2019, l’FBI indagava su Larry Porter, un sessantanovenne sospettato di gestire un giro di pedofilia in collaborazione con familiari e conoscenti. Dopo un anno di indagini, l’arresto ha portato all’emersione di una vera associazione. Nove sono stati gli arresti per varie tipologie di accuse, dallo stupro e abuso su minore alla produzione di materiale pedopornografico. Tra gli arrestati anche le due figlie di Larry, Denna e Laura, accusate di occultamento di prove, false dichiarazioni e traffico di minori. Il sistema verteva sul trovare madri tossicodipendenti disposte ad acconsentire l’abuso e lo stupro dei propri figli in cambio di droga, causando violenze su una moltitudine di minori dai tre agli oltre tredici anni.
Proprio con questa organizzazione collaboravano Megan Richmond, Tasha Stringer e Kathryn McMullen, tre donne che sono state arrestate pochi giorni dopo l’uscita del caso. Lo sceriffo Marty. D Donini, della contea di Scioto, dopo il loro arresto ha dichiarato che le indagini del corpo di polizia avevano rilevato e fatto emergere come un certo numero di minori, sia maschi che femmine, fossero stati molestati con frequenza. Una volta arrestate, le tre donne sono state interrogate facendo così emergere i terrificanti particolari di questa storia: Tasha Stringer ha confessato alla polizia di aver partecipato a vari rapporti con minori, consumati nella casa di Porter (che secondo la testimone era il suo spacciatore), raccontando poi di come Porter la avesse incaricata di reclutare la sua amica Kathryn McMullen, per convincerla a portare i suoi figli in modo da coinvolgerli negli atti sessuali, cosa che la Stringer accettò di fare.
La donna è capace di compiere abusi sessuali anche nei confronti di bambini molto piccoli.
Altri particolari sono usciti dagli interrogatori: Kathryn McMullen ha raccontato di come ha fatto partecipare sua figlia di tre anni e suo figlio di sette ai rapporti sessuali che si consumavano in casa di Porters, rapporti che sono stati filmati e documentati per creare video pedopornografici. Indirette sono invece le informazioni sull’ultima delle tre donne: Tasha Stringer ha raccontato alla polizia di quando ha assistito alle molestie fatte su un bambino di cinque anni davanti a sua madre, Magan Richmond, che nel frattempo racimolava pillole e altre sostanze in quella casa degli orrori. Uno scenario da brivido quello di Wheelesburg, dal quale emerge un contesto di collaborazione tra persone accomunate solo dalla meschinità e dalla marcescenza morale, dove il genere dei carnefici non sembra aver comportato differenza alcuna sul risultato finale.
È percezione comune che la pedofilia sia appannaggio maschile, ma la realtà per quanto riguarda gli abusi su minori è ben diversa e ci conferma una tesi che, per quanto evidente, rimane oggi difficile da difendere: le donne sono violente (e pedofile) quanto gli uomini. In questa intervista del 2019, la sessuologia Loredana Pretone parla dell’aumento dei casi di pedofilia in rosa: “è una problematica vecchia come l’uomo. Se una ragazzina di dodici anni rimane incinta di un uomo di trenta-quaranta anni si grida allo scandalo, nella situazione contraria invece si resta quasi indifferenti”. Racconta poi: “nel 2012 ho pubblicato un libro dal titolo provocatorio pedofilia rosa, il crollo dell’ultimo tabù, nato da una ricerca bibliografica, soprattutto dalla letteratura anglofona, quindi scevra dal condizionamento cattolico che vede la madre buona per antonomasia. La donna è capace di compiere abusi sessuali anche nei confronti di bambini molto piccoli”. Sarà forse perché questa realtà sta emergendo sempre più prepotentemente che lo sdoganamento della pedofilia procede sempre più al galoppo?