Da messaggio privato. La mia è una storia simile ad altre che avete pubblicato qui. Sono un dirigente d’azienda, ero single ai tempi e divento il suo amante. Lei sostanzialmente mi usa per separarsi dal marito, di cui non ne poteva più, e decide di stare fissa con me. Io come un pirla mi fido, come se non sapessi che oggi le donne di quarant’anni dopo la separazione vogliono fare la vita da “Sex and the city”. D’altra parte ero anch’io innamorato come un cretino, quindi ci sono cascato. Dopo due anni e mezzo le torna su la voglia di fare la vita allegra e il rapporto stabile non le interessa più (anche se intanto mi aveva convinto a prendere casa assieme e tenevamo i suoi figli… ma questa non è violenza, dicono…), e ovviamente la becco con un altro molto più giovane. Con ciò mi disitrugge la vita praticamente per sempre. Mentre perdo trenta chili in due mesi per la sofferenza, cerco di avere un ultimo confronto con lei, che intanto se ne va di casa portandosi via praticamente tutto. Non sto nemmeno a precisare che non intendevo torcerle un capello, ma solo parlarle, cercare di capire perché mi avesse ingannato così. E magari, quello sì, vomitarle addosso quanto facesse schifo come persona. Lei rifiuta. Glielo chiedo due o tre volte via email, ma visto che non ha il fegato di incontrarmi (di farmi le corna però sì…) le mando un audio via WhatsApp, dove le dico quello che penso. Non l’avessi mai fatto. Lo ascolta (poteva benissimo non farlo…) e “va in ansia”. Credo sia andata in ansia davvero perché nel mio audio facevo riferimento ad alcune cose che avevo visto abbastanza gravi. Le botte ai figli, le sue perversioni fuori norma… Quindi l’ansia che io ne parlassi a qualcuno c’era sicuramente.
Insomma che mi chiama la polizia. Premetto che, anche se ho finito per fare dell’altro nella vita, sono laureato in giurisprudenza, quindi conosco per lo meno le basi del diritto. A parte che palesemente mi ha denunciato per tapparmi la bocca, la questione è che mi vengono mosse accuse false, infondate, tipo che l’ho pedinata, l’ho chiamata al telefono. Tutto falso, le avevo mandato qualche email e quell’audiomessaggio, punto. Ma ci ha aggiunto roba inventata “per far peso”. Non so di preciso cosa perché la polizia non mi ha mostrato nulla né delle sue accuse né delle prove a sostegno delle accuse. Per stessa ammissione della polizia, non c’è quasi bisogno di prove in quella fase, basta che lei dimostri di essere in ansia. Mi sono appellato a uno dei principi fondamentali del nostro stato di diritto, ovvero i diritti dell’accusato. Il primo dei quali è che si è innocenti fino a prova contraria. Dunque per provare la colpevolezza servono prove evidenti. Niente di tutto questo: per la prima fase dello stalking lo stato di diritto è sospeso. Roba che la Turchia ci fa una pippa. In sostanza non ho potuto sapere, se non a grandi linee, di cosa mi accusasse e con quali prove, e non ho avuto la possibilità dunque di smontargliele. In compenso in Questura mi hanno trattato come un criminale comune preso in flagrante, come se fossi già colpevole.
Ho depositato una memoria difensiva, ovviamente vaga (non sapevo di cosa mi si accusasse nel dettaglio…), che è stata respinta, e mi sono preso un ammonimento. Quindi oltre al danno di un rapporto in cui credevo fatto a pezzi, c’è andata di mezzo anche la mia onorabilità. Il tutto per il suo bisogno di uscirne pulita e di far passare me per pazzo criminale. E ci è riuscita perfettamente. Ma ripeto: non è questo il problema. Da una così c’era da attendersi di tutto. Quello che mi ha lasciato amareggiato è stata davvero la sospensione dei miei diritti, che avrei recuperato solo “continuando a tormentarla” (!!!). A quel punto si sarebbe andati nel penale e, grazie a Dio, in quella fase ci si può difendere come è previsto dal nostro stato di diritto. Prima no: ti becchi le accuse, le subisci senza possibilità di difenderti, e sei trattato come uno spacciatore di droga o un killer. Ah, l’avete già detto, ma lo confermo: l’ammonimento è per sempre. Pure i serial killer se si comportano bene escono di carcere. L’ammonito per stalking no, si tiene l’ammonimento PER SEMPRE. Unico modo per evitarlo: ricorso al TAR o al Presidente della Repubblica entro trenta giorni da quando ti hanno ammonito. Durata della causa amministrativa: almeno 3-4 anni. Costo: almeno 4-5 mila euro. Dunque ti tieni l’ammonimento per sempre.
Più che una legge di uno Stato occidentale civile, sembra una legge scritta dalla sezione femminile dell’ISIS. Ma già così si attribuisce troppa intelligenza a chi l’ha fatta. E’ in realtà una leggina senza senso, fatta in fretta da gente incompetente, e infatti è una violenza pura e semplice al nostro sistema giudiziario. Ah, per la cronaca: è passato un anno e mezzo dai fatti, lei ora sorride raggiante dal suo profilo Facebook, con foto mezza nuda e pose da MILF con schiere di toyboy che la supplicano nei commenti per un po’ di attenzione. “Sex and the city” nel suo massimo splendore. Poveri i suoi figli… Io continuo ad essere lo spettro di me stesso. Grazie tante per essere passata sulla mia vita come uno tsunami di acido muriatico. Ma la tua non è violenza, sei donna, quindi è la tua libertà, ormai è quasi tuo diritto… Ma prima o poi, in questa vita o nell’altra, riceveremo entrambi quello che davvero meritiamo. Ed è l’unica speranza che ancora mi consente di sopravvivere.