di Fabio Nestola. Ogni volta che penso di aver visto l’apice del delirio ideologico, devo ricredermi. Adesso sotto attacco è persino il Papa, reo di avere annunciato per il prossimo 4 ottobre la firma dell’enciclica Fratelli Tutti. Una domanda attanaglia il mondo occidentale: e perché non Sorelle Tutte? Il mancato riferimento alle sorelle ha aperto un violentissimo dibattito sui social con levate di scudi, critiche feroci, sconcerto e una domanda inquietante: serpeggia strisciante il sessismo in Vaticano? Potrebbe essere uno spunto per il prossimo bestseller di Dan Brown, ma il buon vecchio Dan è titubante perché teme di dover pagare le royalties a Ro$a No$tra.
Sotto accusa non è solo l’enciclica senza sorelle, la deriva sessista della Santa Sede è ormai insopportabile. La stampa dice che “ad esempio nella esortazione apostolica Evangelii Gaudium, praticamente il manifesto del pontificato di Papa Bergoglio, alla enorme questione della donna vengono riservati solo 4 punti su un totale di quasi 300”. Solo 4 su 300, ma vogliamo scherzare? Quindi continua: “Il tema della violenza viene poi liquidato in sette righe”. Sette righe… è un affronto! Che diamine, non vedono la tv italiana in Vaticano? Non sanno che della violenza sulle donne si parla in ogni emittente pubblica e privata, in ogni programma mattutino, pomeridiano e serale, da Fazio alla Gruber, da Formigli alla D’Urso, da Vespa alla Hunziker, da Floris alla Palombelli, da Giletti alla Murgia? Non importa se siano programmi di approfondimento politico o di gossip, rassegne di comici o gare canore, reality show o finte cause in finti tribunali… il modo di infilarci la violenza sulle donne si trova sempre. È successo persino a Sanremo e Striscia la Notizia, per dire. E il Vaticano liquida la faccenda con 7 righe in un testo di 224 pagine. Vabbè, ma è un oltraggio!
Infine la colpa più grave per il Vaticano, quella di non aver ratificato la Convenzione di Istanbul . Lesa Maestà. La cosa curiosa è che la Santa Sede ha risposto alle critiche piovute da ogni parte, pensando di doversi giustificare per la scelta del titolo “Fratelli Tutti”. Da un editoriale su Repubblica del 17 settembre a firma del direttore di Vatican News Andrea Tornielli: “La Santa Sede risponde alle discussioni apertesi in alcuni Paesi secondo cui il titolo del nuovo attesissimo testo papale contiene l’intenzione di escludere dai destinatari più della metà degli esseri umani, cioè le donne. Sarebbe assurdo pensare così. Trattandosi di una citazione di san Francesco d’Assisi (Ammonizioni, 6, 1: FF 155), il Papa non l’ha ovviamente modificata”. Bergoglio, Bergoglio, che mi combini? Ma proprio alla frase di San Francesco dovevi ispirarti per il titolo dell’enciclica…? Non hai trovato una memorabile citazione alternativa, che so, di Selvaggia Lucarelli? Le donne prima di tutto, è questo il trend al quale tutti dobbiamo assoggettarci, neanche il Papa fa eccezione. Parentesi laica: mi chiedo a quando il ravvedimento di Giorgia Meloni, che finalmente potrà ribattezzare il suo partito “Sorelle d’Italia”.
Tornando al tema ecclesiastico, dobbiamo tutti, ma proprio tutti, chiedere al Vaticano maggiore considerazione e rispetto per le donne. Eppure le femministe (costola Femen) hanno dimostrato di saper considerare e soprattutto rispettare la Santa Sede, come mai non c’è uguale rispetto e considerazione a ruoli invertiti? Ricordiamo come le simpatiche ragazze delle truppe Femen siano andate in Piazza San Pietro a seno nudo a rubare il bambinello dal Presepe, oppure in un’altra occasione sempre a seno nudo (è la nota distintiva delle loro proteste), con finezza si sono inginocchiate e con garbo tutto femminile hanno mimato una elegante masturbazione di gruppo con dei crocifissi. Le foto della delicatissima performance hanno fatto il giro del mondo. Devo ripetermi, come mai non c’è uguale rispetto e considerazione a ruoli invertiti? Attento Papa Francesco, non le fare arrabbiare, è un attimo che comincino a rivendicare la parrocA, la CardinalA, la VescovA, la Papessa.