Marco Castoldi, “in arte Morgan”. Artista eclettico, personaggio controverso e “maledetto” (come Marilyn Manson, la cui vicenda per certi versi simile avevamo raccontato qui), dalla condotta ruvida, sopra le righe, non sempre commendevole. Ma anche un uomo, e un padre. Oggi arriva anche per lui la gogna mediatica da #metoo, scatenata da un articolo di Selvaggia Lucarelli pubblicato sul Fatto Quotidiano lo scorso 10 luglio, dove la giornalista svela alcuni presunti documenti dagli atti del processo in corso ai danni del cantautore. I fatti di rilevanza giuridica risalgono al 2020: a quanto racconta la Lucarelli, «Angelica e Morgan, entrambi monzesi, si conoscono circa 10 anni fa nella loro città d’origine. Angelica è molto giovane, hanno una breve frequentazione, poi negli anni si vedono saltuariamente mantenendo un buon rapporto. A fine 2019 iniziano di nuovo un rapporto più intimo e burrascoso, ma Angelica dopo tre mesi circa chiude il rapporto. Lui inizialmente pare accettarlo finché non arriva il lockdown. A quel punto Morgan cambia, è pressante, poi via via i suoi messaggi diventano minacciosi. Inizia lo stalking. Angelica nel maggio del 2020 lo denuncia, viene attivato il “Codice Rosso”». Morgan è rinviato a giudizio, il processo però, dopo l’udienza preliminare, viene rinviato dai giudici varie volte, per tentare una composizione pacifica tra i due soggetti (la prossima udienza è fissata per il 13 settembre).
La Lucarelli, citando a sua detta alcune fonti tratte dalle carte del processo in corso, ricostruisce i presunti crimini di cui si sarebbe macchiato Morgan, «in preda a un’ossessione irrefrenabile» dice, tra cui stalking, minacce, “revenge porn” (avrebbe pubblicato una foto osé della ex compagna su una chat), messaggi ingiuriosi e diffamatori anche contro la famiglia della Schiatti e il suo attuale compagno, il cantautore Eduardo D’Erme (in arte Calcutta). Addirittura avrebbe ingaggiato «due ragazzi siciliani conosciuti online di cui uno pregiudicato» per pedinare la Schiatti e aggredire il suo attuale compagno. Il condizionale è d’obbligo perché, appunto, ad oggi non c’è nessuna sentenza passata in giudicato a condannare Morgan. C’è, però, un punto fermo che possiamo fissare subito, e lo troviamo negli articoli che uscivano nelle fasi iniziali del processo: la procura di Monza, esaminate le evidenze disponibili, decide di non sottoporre Morgan ad alcun ordine di misura restrittiva in quanto valutato “soggetto non pericoloso” (ovviamente questo nell’interpretazione della Lucarelli diventa immediatamente e a prescindere “vittimizzazione secondaria”: la possibilità che la Procura possa aver giudicato bene in base alle evidenze disponibili non è contemplata).
La gogna social.
Le accuse della Lucarelli diventano virali e parte la gogna social per Morgan. A partire dal collega Calcutta che in un messaggio social fa pressione sulla casa discografica che condivide con Morgan, la Warner, affinché chiuda il contratto con il presunto mostro: «Vi assicuro che i fatti atroci riportati nell’articolo sono solo una piccola parte di quelli accaduti e hanno modificato la nostra vita più di quanto si possa immaginare. La cronaca purtroppo parla troppo spesso di vicende simili che finiscono nel peggiore dei modi. Warner music Italia ha deciso di offrire un contratto a questo persecutore nonostante fosse a conoscenza dei fatti. Per questo mi sembra giusto interrompere ogni mio possibile rapporto lavorativo con questa etichetta». Pressione che colpisce il bersaglio perché la Warner alcune ore dopo annuncia la sospensione del contratto con Morgan, in attesa della conclusione dell’iter giudiziario. Mentre Calcutta, per aver spalleggiato la compagna e dato addosso al mostro, diventa praticamente eroe nazionale (e salva fanciulle in pericolo da tipi che le “mezzo seguono”, sic), tanto che la cantante Emma Marrone pubblica sui social lo slogan «In un mondo pieno di Morgan siate Calcutta» (sottotesto: quasi tutti gli uomini commettono crimini come quelli contestati a Morgan, poi c’è l’eroe buono a cavallo, il femminista, ma è uno su un milione). Una congerie di altri artisti pubblicano sui propri spazi social messaggi di solidarietà alla Schiatti e contro Morgan, la RAI cancella il progetto di un programma con Morgan come protagonista, che era stato annunciato per il prossimo autunno e vengono repentinamente cancellati i prossimi concerti programmati dell’artista (Taranto Jazz, Soverato) con le prevedibili schifate prese di distanza degli organizzatori.
Morgan in tutto ciò non sta certo a guardare, e si difende con la sua consueta ruvidità ed energia. Già al tempo della denuncia si era difeso così a mezzo stampa: «Non si è degnata di parlarmi dopo dieci anni di amicizia e come se non bastasse mi ha denunciato per stalking perché ho tentato di farle arrivare dei messaggi tramite delle conoscenze in comune e ovviamente si tratta di messaggi eleganti e poetici, non certo di minacce di morte. Ma brava Angelica, nessuna donna è mai stata più cattiva e violenta di te, più crudele e spietata di te, io sono pronto a perdonarti, nonostante l’avermi bloccato non ti fa onore e l’avermi denunciato tanto meno». Mentre questa è la sua risposta odierna, affidata ai canali social: «Non ho mai commesso nulla di pericoloso nei confronti di questa persona che in realtà sta facendo tutto questo per farsi pubblicità. Io sono la vittima di questa cosa. È da tre giorni che ascolto in silenzio insulti e cose false, sono violentato nella mia dignità civile e messo all’indice, ma vi ricordo che io non ho un divieto di parola oltre a non avere misure restrittive di alcun tipo in quanto non ci sono mai stati elementi che giustificherebbero l’applicazione di una misura. Non lo dico io, lo dicono i magistrati»; e ancora: «Non siamo nel farwest, ci sono dei diritti che voi state totalmente cancellando, dei diritti inviolabili che voi distruggete per affermare quali diritti? Possono esserci dei diritti in uno Stato che non è di diritto? Non direi. Non si licenzia una persona innocente fino a prova contraria. Sembrate tutti invasati, giudicate, insultate, licenziate, diffamate, sembrate tutti senza la minima intelligenza, peggio di quanto si potesse mai immaginare, ma che diavolo volete dalla mia vita?»
Il battibecco con la Lucarelli.
Segue la decisione di denunciare Selvaggia Lucarelli per “incitazione all’odio” (e il preannuncio di una misura simile contro Calcutta), accompagnata da questa dichiarazione: «Ho denunciato Selvaggia Lucarelli per aver costruito violenza di massa contro l’essere umano che io sono. Io non sono incriminato di revenge porn ma di questo oggi vengo accusato da un popolo furioso che inneggia al rogo. Selvaggia Lucarelli ha parecchie condanne a differenza mia che non ne ho. Risponderà anche questa volta in tribunale della sua incitazione all’odio». Mentre i legali del cantautore danno in un comunicato stampa la loro versione dei fatti: «Le presunte condotte, sulle quali si potrà pronunciare solo il Giudice, contestate al sig. Castoldi risalgono al 2020-2021 … Nessun altro tipo di reato è contestato al sig. Castoldi e tantomeno asserite condotte successive al settembre ’21. È evidente che, in un momento in cui non è successo nulla da un punto di vista sia fattuale che processuale, l’obiettivo della recente onda mediatica è oggi il Giudice del processo, “reo” di avere fissato una udienza per verificare la possibilità prevista dalla legge di trovare un accordo tra le parti rispetto a reati procedibili a querela di parte. È molto grave che si attacchi la persona del magistrato, sindacandone arbitrariamente l’operato senza avere cognizione né competenza in materia, e soprattutto creando una pressione mediatica per condizionarne l’operato, accusandolo di porre in essere la “vittimizzazione secondaria” della persona offesa».
Prima di concludere e lasciare i lettori alle proprie valutazioni c’è un altro punto da fissare, ed è un altro personaggio controverso e sopra le righe, l’ex paparazzo Fabrizio Corona, a metterlo in luce: proprio Selvaggia Lucarelli aveva avuto un flirt con Morgan in passato. «Ma quando la Lucarelli stava col mostro non si spaventava? No, era felice di essere su Chi Magazine. Guardate come lo baciava appassionatamente», scrive Corona mostrando una copertina della rivista con i due personaggi insieme. «Lucarelli decide di tirare fuori di colpo, a orologeria telecomandata antimeloni, una notizia che noi sappiamo da due anni ma che non abbiamo mai pubblicato. La tira fuori perché il giudice, dopo 4 anni, in un’udienza pubblica chiede alle parti di accordarsi. Noi non difendiamo Morgan, lo abbiamo avvertito e criticato nel momento in cui sbagliava con quella ragazza, ma tutto questo è sbagliato» (per completezza, qui la replica della giornalista). Dopo la breve relazione, Morgan e Lucarelli (che lo aveva descritto al tempo come «un mondo folle e affascinante») si erano ritrovati sul palco del programma tv Ballando con le stelle nel 2021, dove pare che la Lucarelli avesse manifestato rimpianto per «una chiamata mai ricevuta» dal cantante, prima che i rapporti tra i due scadessero in un violento battibecco televisivo, tirandosi frecciate anche a livello personale (lo riporta una ricostruzione dei loro rapporti su The Social Post mentre una pagina analoga su Fanpage, che titolava Cosa è successo tra Selvaggia Lucarelli e Morgan 12 anni fa e perché la giornalista ce l’ha con lui, appare ora non raggiungibile).
L’ennesima falsa accusa?
Questo è quanto: neanche noi, come Fabrizio Corona, siamo nella posizione di difendere Morgan (che rischia due anni di carcere). Il compito di difenderlo spetta ai suoi legali e parlerà, com’è giusto che sia, una sentenza. Abbiamo ritenuto utile e importante però riassumere la vicenda “a caldo” e sottolinearne qualche aspetto: perché stiamo assistendo a una gogna mediatica in puro stile #metoo, e ne abbiamo viste tante di vicende dall’andamento analogo finire in un nulla di fatto, e di uomini celebri vittime di false accuse uscirne puliti. Col piccolo dettaglio che la gogna mediatica si scatena rapidamente, spesso innescata da superpotenze social devastanti, per quanto effimere, e una carriera e una reputazione si spezzano in pochi giorni, mentre il racconto della fine dei processi poi lo fanno in pochi e senza fanfare, di solito nelle ultime pagine, e la ricostruzione della vita e della reputazione del “mostro” richiede invece molto tempo e molta fatica. Fermi restando i nostri dubbi di sempre sul reato di “atti persecutori” per come è disciplinato nel nostro ordinamento (un orrido “reato di percezione”), Morgan potrebbe essere colpevole di ciò di cui viene accusato. Ma non ci stupirebbe neanche se si trattasse di accuse false, strumentali, infamanti: succedono pure queste, anzi sono la maggioranza dei casi (e noi li documentiamo quotidianamente sui nostri canali e con il nostro Osservatorio statistico). Ormai, dopo averne viste davvero di ogni tipo (dalla donna che picchia il marito ma lo denuncia per violenza domestica perché «era di moda…» a quella che si inventa 10 anni di violenze sessuali), non ci stupiamo più di niente.