di Ecce Homo – È mancato ieri Oliviero Toscani, un creativo che non ha certo bisogno di presentazioni e la cui opera, al tempo stesso geniale e controversa (aspetti che quasi sempre vanno a braccetto), lo ha reso stella di prima grandezza nell’universo della comunicazione. In questo intervento non intendo ovviamente esprimere alcun giudizio sulle sue qualità, sul ruolo sociale che ha svolto, sulle sue opinioni, sui suoi atteggiamenti e via discorrendo. Questa non ne è la sede e io non ho grande competenza sui temi della comunicazione mediatica. Tuttavia gli dedico un saluto e un ringraziamento che superficialmente potrebbero sembrare caustici e beffardi mentre sono sinceri e amichevoli. La ragione di questo commiato sta tutta nella sua ideazione, quasi 20 anni fa, di questo poster ben noto agli attivisti antifemministi.
Pubblicata con presuntuosa leggerezza su Donna Moderna, costrinse presto le femministe della redazione ad aggiustare il tiro, a intervenire dando indicazioni su come dovesse essere letta e interpretata. Ora, quando tu tenti di “aggiustare” un prodotto correggendone l’interpretazione, segnalando quali fossero le vere intenzioni e i veri scopi, ammaestrando il lettore, vuol dire che l’hai fatta fuori del vaso. Ed è proprio per questo, perché urta e ferisce la quasi totalità degli osservatori che ne respingono il significato, è proprio per questo che essa è per noi una bandiera, un’icona, una vera reliquia. Secondo il suo costume, Toscani cavalcò sino alla provocazione un’onda presente in società, smascherando però in questo modo ciò che era bene restasse in ombra e dissimulato. Andando oltre l’ordito ha svelato la trama.
La potenza espressiva di questa immagine, la sua immediata incisività, la sua valenza simbolica, la sua capacità di sintetizzare il nucleo indicibile della Guerra dei Sessi portandolo oltre il limite della discorsività ordinaria ne fanno un capolavoro comunicativo, che, per quanto mi riguarda, risulta persino imbarazzante. Egli, con una sola immagine, con un’idea fulminante ha detto/scritto/trasmesso più di quanto abbia fatto io in decenni, prova magnifica della verità di quel detto per cui una immagine vale più di mille parole. Questa vale più delle mie centomila. È più contundente, più erosiva, più significativa. Grazie alla matita di un genio è emersa una dolorosa verità latente e ciò che era nascosto è venuto inconsciamente alla luce. Un raggio cosmico. Pace a te bravo Oliviero, sei stato una voce dell’inconscio sociale.