La Fionda

A proposito di cognomi

Da messaggio privato. Ho avuto una bambina dopo una relazione di pochi mesi con una 34enne italiana che ha smesso di prendere la pillola dicendomi sarebbe stata coperta x un mese. La sua amica avvocato consiglia a tutta la sua famiglia di non parlarmi né rispondere ai miei messaggi. Nasce la bambina e vengo informato mezza giornata dopo e nel frattempo comunicano anche il doppio cognome all’infermiera senza avermi mai dato nulla e anteponendo il suo al mio, probabilmente sperando che la procedura andasse avanti.

Era domenica e ora non ricordo più bene come funziona, ma comunque ci saremmo dovuti recare al Comune per registrare il cognome. Visto che volevano darle il doppio cognome, dico che avrà solo il mio, perché per legge, mi ero informato, ero io a poter decidere. Per questo vengo minacciato che mi rovineranno. La mattina seguente, prima di andare al Comune, le nostre famiglie riescono a parlarsi e si fanno accordi e x il quieto vivere ma anche perché io sono sempre stato per la parità, decido di darle il doppio cognome anche se ritenevo sarebbe potuto essere anche un impiccio x la piccola.

violenza donna

Io sono sempre stato per la parità.

Dopo un anno e mezzo di dispotismo e mancanze di rispetto della mamma dove ho sempre mantenuto la calma, succede che una sera mi urla in faccia che la figlia era solo sua (non era la prima volta che lo affermava) e mi raggiunge per mettermi le mani in faccia. Gliele afferro, ci spingiamo a vicenda e lei finisce in terra. Denuncia per percosse, calci sberle e un pugno. Referto del Pronto Soccorso: nullo… Ora con 1300 euro al mese devo pagare avvocato ecc e sono conteggiato come episodio di violenza con percosse.

Oltre ai 1300 euro al mese, ho 50 km da fare due volte a settimana per andare a trovare la bambina. L’ho portata nelle mie zone tre volte in un anno e mezzo. La madre impedisce ai miei genitori di vedere la bambina due ore autonomamente, e infatti la vedono nelle poche ore che il giudice ha stabilito spettino a me momentaneamente. Abito da solo, ho il mutuo 430 euro e 250 euro di mantenimento. E io sono ancora fortunato, con questa vicenda ho conosciuto persone con tre figli a 300 euro l’uno che hanno dormito alla Caritas e che, pur lavorando in nero, chiedono alla ex (ci provano) i soldi per le vacanze, la macchina ecc ecc, tutto in nome dei figli.

Sono conteggiato come episodio di violenza con percosse.

E ho un altro amico accusato invece di abusi sulla figlia, che con la ex ha fatto divisione dei beni, peccato anche dei beni che lei non pagò. Che brave le mamme italiane, compresa la mia, visto che in questa società patriarcale ha sempre fatto la Hitler fino a far scappare mio papà 15 anni fa. Poi quando è cambiata perché andata in crisi, chi ha cercato di raccogliere il latte versato è stato anche il sottoscritto, Ora si sono rimessi insieme e stanno abbastanza bene da 14 anni. Ciao a tutti, scusate ma volevo riportare la mia esperienza magari qualcuno si fa delle opinioni su ciò che può succedere e sta attento.

Voglio concludere dicendo che non viene mai presa in considerazione la sofferenza delle persone che vivono certe situazioni che ti portano allo stremo. Includo in esse la distanza dai propri figli, che sono ciò che una persona ama più di se stesso, anche se secondo la famiglia dell ex la mamma vuole più bene al figlio del padre perché lo porta in grembo nove mesi. Una mamma ci sarà sempre a tenere la mano ai figli, si dice… Bene, non è ovviamente cosi: un figlio nasce da un seme e un ovulo fecondato. Che poi la natura abbia scelto la mamma per portarlo in grembo, questo non ha a che fare con il bene che uno vuole o al fatto che l’educazione debba essere compito esclusivo della mamma. Mi sa che il vero femminista sono io che non voglio che mia figlia sia mamma-due o papà-due, ma che sia se stessa, e provo ad educarla con dolcezza perché sia una persona con coscienza, ben educata e assennata più di quanto ritengo faccia la mamma, che mi pare voglia solo una copia di se stessa da esibire e che faccia sentire bene lei stessa, non avendo nient’altro nella vita.

 



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