Noi de La Fionda siamo il Male Assoluto. Noi de La Fionda siamo quelli che, contestando i numeri farlocchi dei femminicidi, finiamo per negare la violenza di genere. Noi de La Fionda siamo quelli che, documentando la violenza femminile, finiamo per giustificare la violenza maschile. Noi de La fionda siamo quelli che, documentando le vittime maschili di violenza, finiamo per oscurare le vittime femminili. Noi de La Fionda siamo quelli che, documentando la mole immensa di false accuse, finiamo per delegittimare il diritto di ogni donna di essere creduta, sempre e comunque. Noi de La Fionda siamo quelli che, evidenziando i danni prodotti dal Codice Rosso sugli innocenti ingiustamente accusati e sull’intero sistema giudiziario, finiamo per delegittimare le norme liberticide. Noi de La Fionda ci siamo macchiati della gravissima colpa di non essere inginocchiati all’ideologia femminista, quindi non possiamo che essere misogini e fassisti o quantomeno “dde destra”.
In sintesi, noi de La Fionda siamo quelli che alimentano il conflitto, la guerra di genere, le discriminazioni femminili, l’oppressione patriarcale. Sono alcune delle accuse che vengono mosse al blog, alla pagina facebook, al canale youtube, persino ai singoli collaboratori. Ne ha parlato il video qua sotto, sorvolando con distaccata eleganza sul fatto che gli attacchi non arrivano solo dal web ma anche da testate giornalistiche, agenzie di stampa e persino da fonti parlamentari. I dati pubblicati sul nostro Osservatorio Statistico danno fastidio alla narrazione dominante secondo la quale deve esistere una sola emergenza sociale, sempre e solo quella perché “è 25 novembre tutto l’anno”.
Non disturbare il mainstream.
Emergenza con la E maiuscola sulla quale convogliare spazi mediatici, interesse istituzionale e – ovviamente – finanziamenti pubblici. Dire “c’è anche altro” non si può. Anzi, non si deve. I commenti sono stizziti, rancorosi, scandalizzati: «ah si, quella donna ha accoltellato il marito? E allora Turetta?». La contestazione più frequente è quella di catalogare fatti di cronaca che registrano vittime maschili, senza però affiancare episodi analoghi con vittime femminili. Non succede mai il contrario; eppure vi sono centinaia di fonti, digitali e cartacee, che fanno il lavoro inverso pubblicando cioè solo vittime femminili di violenza con nomi, foto e cronache, interviste di donne sopravvissute, testimonianze di donne traumatizzate per qualsiasi cosa, dallo stalking al catcalling.
Nessuno ha mai contestato il fatto che tali fonti non abbiano mai abbinato alle vittime femminili anche i casi di uomini accoltellati, avvelenati o sfregiati con l’acido da ex mogli ed ex fidanzate. Persino una Commissione Parlamentare è nata appositamente per puntare i riflettori sulla violenza subita dalle donne, guardandosi bene dall’ammettere “c’è anche altro”. Parlare solo di donne vittime è cosa buona e giusta, non bisogna macchiare la narrazione mainstream lasciando trapelare che c’è anche altro. Altrimenti c’è il rischio che la gente sappia E sapendo, capisca. Ecco, noi de La Fionda abbiamo la terribile colpa di dire e dimostrare che c’è anche altro, quindi la narrazione mainstream è un grande inganno finalizzato al condizionamento delle coscienze e ad alimentare il conflitto di genere.