Chiedo ospitalità al sito che ho fondato e che sono stato costretto a lasciare ad altri perché ho bisogno di rivolgermi a una persona che stimo: Yasmina Pani. Le ragioni per cui la stimo sono molte, ne cito soltanto alcune: è colta, è specializzata in una materia meravigliosa e difficile, con mille ramificazioni, che mi ha sempre affascinato. In più sa cosa sono letteratura e poesia, le sue recensioni sono sempre illuminanti e, cosa che non guasta, è anti-femminista e tiene in dovuta considerazione il mondo maschile (lei forse si definirebbe più volentieri “anti-sessista”, il che è comunque del tutto condivisibile). Inoltre si è spesa, insieme a tanti altri, per sostenermi nel momento più aspro della persecuzione giudiziaria che ho subito (e sto ancora subendo). Infine, anche se magari è una nota un po’ superficiale, aggiungerei al quadro quel suo delizioso accento sardo.
Lei, da sempre, però, non ricambia questa stima. Per qualche motivo proprio o perché mal informata da altri, ritiene che io tenga sul comodino il busto del Duce, nel portafoglio un ritratto del Führer e cucito sul taschino della camicia il logo dei Pro-Vita. Ho provato a farle sapere che non è così, ma forse il mio messaggio non è arrivato come doveva. Sembra però che di mio, o meglio della mia eredità, le sia arrivato dell’altro, ed è su questo che vorrei concentrarmi. Sì perché da un po’ di tempo Yasmina ha iniziato a spingere con particolare forza sui temi dell’antifemminismo e della “difesa degli uomini”, sacrificando altre tematiche che ha sempre trattato eccellentemente. Chi, come me, segue i suoi canali, ha notato questo spostamento di prospettiva, che personalmente ho accolto con gioia. Già sono poche le persone intelligenti con un’ampia audience, se poi una di loro comincia a trattare quei temi “proibiti” che io ho trattato per otto anni e altri, come Fabio Nestola che ancora collabora con LaFionda.com, trattano da trent’anni, non c’è che da gioire, perché a questo modo essi acquisiscono la legittimità che gli è sempre stata negata.
Anche un semplice “grazie”.
C’è un “però” in tutto questo: il riconoscimento. Di recente Yasmina ha pubblicato un video dove chiarisce la sua posizione rispetto a realtà complesse come gli Incel, i Redpill, i Blackpill eccetera (lo mettiamo qui sopra, invitandovi a seguire il suo canale). Nel video cita LaFionda.com e anche il sottoscritto, senza i toni aspri di un tempo ma tuttavia prendendo le distanze da me e da questo sito. Ci sta, niente di male. Se non che poi mi capita di leggere vari suoi interventi recenti su testate anche importanti, vedo suoi recenti video su determinati temi, leggo le sue interviste, ad esempio quest’ultima su MowMag, e non posso fare a meno, dopo aver ammirato la forma con cui li esprime, di riconoscere paro paro i contenuti, i ragionamenti e le analisi che LaFionda.com da sempre propone al pubblico, restando del tutto ignorata, anzi finendo perseguitata. Sorridevo leggendo la sopra citata intervista: a un certo punto mi sono chiesto se la nuova proprietà de LaFionda.com non avesse assunto Yasmina come portavoce in disguise. Mi sono informato ma no: Yasmina riporta esattamente tutto il lavoro fatto da me, Nestola, Della Vecchia, Russo, Moggia e altri in tanti anni di clandestinità, ostracismo e qualche volta di persecuzione. E lo fa sua sponte, non è stata reclutata da LaFionda.com.
Cosa c’è di rilevante in questo? Diverse cose. Nel momento in cui il perseguimento di qualcosa che si avvicini alla verità “conquista” qualcuno intelligente e con un’audience molto ampia, si ha la soddisfazione interiore di poter pensare di aver fatto un ottimo lavoro in lunghi anni di sacrifici. Il lato negativo è che farebbe piacere che quel sacrificio venisse riconosciuto apertamente. Chi ci segue da tempo e ora legge o ascolta Yasmina, si accorge subito che, così come tanti altri in questo periodo, sta dando diffusione a contenuti che abbiamo cristallizzato noi nel corso del tempo, rinchiudendo in confini razionali le follie emotive con cui i padroni del discorso manipolano le coscienze, fanno affari e gestiscono il potere. Lusinghiero ma, non posso fare a meno di pensarlo, sarebbe forse doveroso che Yasmina (e anche gli altri), nel fare propri gli spunti nostri, si ricordassero di aggiungere di tanto in tanto un inciso tipo: “come ha da sempre sostenuto LaFionda.com”. Se non questo, per lo meno avessero la creanza di non prendere esplicitamente le distanze da un sito da cui hanno oggettivamente imparato tutto ciò con cui ora conquistano la ribalta, like e follower. Invidia da parte mia o del team LaFionda? Nah… siamo tutti troppo vecchi per ambire alla ribalta. Semplicemente troppe mazzate sul groppone, troppo sangue sputato in letture, statistiche e analisi, per vederci negata anche solo una blanda espressione pubblica di gratitudine e riconoscimento, o la famosa e sempre tanto agognata “citazione della fonte”.

Yasmina Pani “di destra”???
Perché Yasmina (e, ripeto, non è la sola) si trattiene dal farlo? Credo per due motivi: il timore di perdere i suoi follower, che sono tra i più convinti della natura fascistoide o giù di lì di Stasi e de LaFionda.com, e il timore di legittimare un “concorrente” temibile sulla scena della lotta per una parità vera. Io, fin tanto che mi occupavo del sito, ho provato a comunicare a Yasmina che si tratta di timori infondati, addirittura invitandola più volte a collaborare in qualunque forma. Sarà perché né io né gli attuali animatori de LaFionda vivono di social network, ma secondo noi tra persone che condividono un abbondante 80% delle idee può esserci soltanto un’alleanza o una “vicinanza dialettica”, non concorrenza. I miei inviti di allora, a quanto so, rimangono validi e se finisse che tutti i follower de LaFionda.com si spostassero in massa a seguire Yasmina, be’ ne sarei sinceramente felice. Purché non venga relegato nel dimenticatoio il contributo dato finora a caro prezzo da me, in piccolo, e da tanti altri in grande.
In questo senso credo che Yasmina, pur se si trattiene dal riconoscerlo pubblicamente, non se lo dimenticherà, anche a causa di ciò che sta passando. Guarda caso, nel momento stesso in cui ha iniziato a veicolare contenuti nostri all’esterno, è finita al centro di una shitstorm molto potente che, come ha scritto sul suo profilo Instagram, ha finito per destabilizzarla, pur rocciosa com’è. Che dire? Benvenuta nel club, Yasmina. A entrare nella tana del Bianconiglio e poi raccontare cosa si è visto accade questo. E anzi ciò che ti è accaduto, la cancellazione dei video o degli appuntamenti nelle scuole, i commenti feroci contro di te, è nulla, davvero nulla. Di questo processo di mostrificazione fa parte anche la diceria che ti sei “spostata a destra”, che sei una cripto-fascista misogina. È quello che è capitato a me e a LaFionda.com (e tu come tanti altri te la sei bevuta). Dire cose che si avvicinano alla verità ti trasforma in “cattivo” in questo mondo pazzo. E tradizionalmente, specie in Italia, non c’è peggior cattivo che uno “di destra”. Non appena si usano i temi de LaFionda.com, il meccanismo scatta in automatico e lo stai provando sulla tua pelle. Tuttavia ho già visto che stai reagendo da par tuo e in questo hai il mio sostegno, per quello che conta. Non mollare. E magari, mentre resisti alla tempesta, ogni tanto ricordati di dire grazie.