Tutto avviene nella cittadina umbra di Gualdo Tadino. I fatti: un ragazzo deve difendersi in tribunale da accuse inventate, la fidanzata lo denuncia per assecondare la pressione dei propri genitori i quali non vogliono che frequenti quel ragazzaccio. Non è un buon partito? Non proviene da una famiglia facoltosa? Non ha un buon lavoro? È troppo vecchio? È poco colto? Non ha nemmeno un quarto di sangue blu? Ha precedenti penali? Il motivo sembra sia la differenza d’età: 30enne lui, 20enne lei. Allora il tizio deve essere allontanato tramite l’utilizzo strumentale della giustizia: una bella denuncia per reati da Codice Rosso e ci penserà il Tribunale a fare in modo che i ragazzi non si frequentino più.
Sperano forse nelle misure cautelari, un bel divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, magari anche divieto di dimora a Gualdo Tadino e forse, chissà, sperano pure che un PM zelante disponga gli arresti domiciliari. In ogni caso parte la costruzione a tavolino delle accuse di stalking e violenza sessuale, anche tramite pedinamenti ed appostamenti da parte dei genitori. Ma come, lo stalker non era lui? La violenza sessuale consumata è un terribile bacio scoperto dai genitori della ragazza mentre stavano sorvegliando l’incontro. Bingo! Ecco la “prova” che lui è uno stupratore e deve marcire in galera!
Un incubo sì, ma solo per lui.
Se non che a tre anni dalla denuncia emerge la verità: tutto inventato, “Giulietta” confessa che il suo “Romeo” non l’ha mai perseguitata né le ha mai usato violenza: lo ha denunciato solo per accontentare i propri arrabbiatissimi genitori. Remissione della querela per stalking e assoluzione con formula piena dalla violenza sessuale. I piccioncini escono abbracciati dal tribunale “mettendo fine a tre anni da incubo”, dice l’articolo. Si, ma l’incubo era solo per lui, non per entrambi.
Era lui che rischiava di finire in galera, è lui che ha dovuto impiegare risorse emotive ed economiche per difendersi da accuse inventate, è lui che ha subito lo stigma sociale di essere additato come stalker e violentatore in una comunità ridotta come quella di Gualdo Tadino, che non è certo New York. E con tutto questo, ricordiamolo sempre, le denunce per stalking e violenza sessuale, anche se poi si dimostrano infondate, rimangono nelle statistiche farlocche utilizzate per “dimostrare” il dilagare dei reati da Codice Rosso e quindi la necessità di norme più dure e sempre maggiori fondi ai centri antiviolenza.