La Fionda

Presentata a New York una storica “Dichiarazione per uomini e ragazzi”

Il 6 marzo scorso, il Consiglio Internazionale per Uomini e Ragazzi (acronimo inglese ICMB) ha annunciato il lancio della “Dichiarazione di New York per uomini e ragazzi”, presentato come un documento fondamentale che affronta questioni critiche che interessano uomini e ragazzi a livello globale. L’International Council for Men and Boys è uno dei principali movimenti globali che si mobilitano per garantire l’uguaglianza di genere per tutti, dando alle sue iniziative un’ottica orientata al maschile. Negli Stati Uniti, dove ha sede, il Consiglio sponsorizza ogni anno a novembre il Men’s Equality Month e per il resto dell’anno si dedica a iniziative di sensibilizzazione sui diritti degli uomini e dei ragazzi ad ogni livello, dall’ONU in giù. Un lavoro difficile, specie dopo trent’anni di criminalizzazione del maschile.

«La nostra società», dice Larry Demarco, Presidente del Council, «è messa in pericolo dalla sua consolidata negligenza verso uomini, padri e ragazzi. I tassi di matrimonio stanno calando, la fertilità sta precipitando, in gran parte a causa della trascuratezza sociale verso gli uomini. I quali, di conseguenza, risultano oggi in ritardo in 12 aree principali , dal livello di istruzione, allo stato di salute e molto altro». Alcuni segnali positivi però ci sono: «questa crisi decennale sembra che stia iniziando a invertirsi. Diversi legislatori e governi di tutto il mondo hanno iniziato a esprimere la propria opinione sulla situazione disperata che devono affrontare gli uomini, hanno istituito uffici nazionali per gli uomini, hanno iniziato a sviluppare strategie nazionali per la salute degli uomini. In qualche caso hanno anche preso iniziative politiche per frenare le false accuse», che, aggiungiamo noi, sono una piaga internazionale in cui l’Italia risulta in pole position.

Una data simbolica.

Proprio l’ICMB si è fatto promotore, insieme ai membri della Coalizione per fermare la violenza domestica (CEDV), della scrittura e del lancio della Dichiarazione di New York per uomini e ragazzi”, presentato in conferenza stampa (visionabile qui, con password 7v.7vZJR), che si pone in linea dialettica con la sessantanovesima sessione della Commissione sulla condizione delle donne (CSW69), tenutasi poco dopo la presentazione della Dichiarazione, presso la sede delle Nazioni Unite a New York. Non è un caso: il 2025 segna il trentesimo anniversario della “Dichiarazione di Pechino” e della “Piattaforma d’azione”, considerati pietre miliari nel perseguimento dell’uguaglianza di genere per le donne. A cui però da sempre manca un contraltare d’equilibrio, a garanzia e tutela di quella parità di cui il femminismo tende a riempirsi la bocca, senza però mai promuoverlo davvero.

C’è della provocazione, anche se pur sempre diplomatica, in questa tempistica, che sottolinea l’impegno dell’ICMB nel garantire che le discussioni sull’uguaglianza di genere comprendano le esperienze e le problematiche di uomini e ragazzi, promuovendo un approccio olistico ai diritti umani e all’uguaglianza. La Dichiarazione di New York cerca di integrare questi sforzi evidenziando le aree in cui uomini e ragazzi affrontano sfide uniche, tra cui disparità sanitarie, scarsi risultati scolastici, disuguaglianze legali e aspettative sociali. La sua versione originale, in inglese, può essere scaricata qui. Noi mettiamo a disposizione la sua versione tradotta in italiano qui.

Uno strumento di pacificazione.

 

logo icmb La sua lettura potrà sorprendere qualcuno per vari motivi. Anzitutto il riconoscimento di quanto fatto finora a livello internazionale per le donne, presente in più parti, specie nel preambolo, può suonare quasi fastidioso a chi (e noi non siamo tra quelli) fa della dialettica tra uomini e donne un motivo di astio o peggio di guerra. Oltre a essere una formula diplomatica necessaria in ogni documento che ambisca a una platea internazionale, il documento rende sinceramente onore a un principio sacrosanto, quello della parità dei diritti tra uomini e donne, senza primazie, privilegi o vendette postume. A differenza delle tante dichiarazioni femministe, che sanno più di rivalsa che di altro, l’iniziativa maschile si distingue per un sincero desiderio di parità. E nel farlo non si risparmia ad elencare tutte, ma proprio tutte le aree di disagio che oggi colpiscono la sfera maschile.

Sorprende anche che i problemi maschili e il desiderio di risolverli siano gli stessi ad ogni latitudine, con poche varianti. Quello che manca è l’unità d’intenti del mondo maschile per richiedere un riequilibrio della situazione su tutti i punti chiave. Può sorprendere infine il linguaggio usato nella Dichiarazione, che è mirato a un’idea di base: presentare la Dichiarazione a tutti i decisori eventualmente interessati, perché su di essa si impegnino ad ogni livello possibile. Quelle poche volte che entreremo in contatto con qualche politico, noi e il centro antiviolenza Ankyra di Milano, in quanto membri delle sopra citate organizzazioni internazionali, lo faremo, perché davvero la Dichiarazione, se adottata, contiene tutto ciò che serve per pacificare il clima relazionale di uomini e donne, divenuto rovente dopo trent’anni di zizzania femminista. Sperando che questa Dichiarazione segni un nuovo inizio, sollecitiamo tutti i lettori a diffondere il video promozionale, a tenerla presente e, quando lo ritengono opportuno, utilizzarla per quello che è. Uno strumento di pacificazione e di normalizzazione. Potrà sulle prime indurre derisione, ma si sa come funziona: prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.



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