Recuperiamo uno dei tanti mea culpa recitati in occasione del 25 novembre, tenuto in caldo per la riapertura de La Fionda. Tale Mirko Di Meo, sul sito “Luce”, percuotendosi il petto, ci spiega “la cruda e semplice realtà”, ossia che tutti gli uomini vivono in una situazione di assoluto privilegio e sono potenzialmente femminicidi. I maschi sono allenati alla violenza e coloro che si dichiarano a favore delle donne sono solo dei grandi ipocriti in quanto, in realtà, tutti i maschi sono potenziali assassini. Anzi, potenziali femminicidi perché il femminicidio – si sa – è un reato che non esiste ma è comunque più grave dell’assassinio. Da bravo filofemminista Di Meo non può esimersi dal dualismo donne/maschi, ma in fondo è un peccatuccio veniale comune a tanti e tante: sappiamo che chiunque farnetichi di privilegi patriarcali non riesce ad abbandonare questo bias ideologico.
Si fa forza, dice lui, con “la cruda e semplice realtà dei fatti”. Ah si? Allora vediamola, questa cruda e semplice realtà dei fatti. 1 – Sono ipocriti anche coloro che dicono di rispettare madri, sorelle e nonne poiché qualsiasi parente femmina (pardon, donna) “ruota comunque nella sfera di appartenenza del maschio”. L’ha scritto davvero, non sapendo o fingendo di non sapere che la violenza domestica sui figli è agita prevalentemente dalle madri. Per non parlare di maestre, educatrici di asilo nido, babysitter, badanti ed infermiere violente con adulti e minori. Le oppresse sono quindi le prime ad essere violente con gli oppressori, ma questa “cruda e semplice realtà dei fatti” sfugge al povero Mirko. 2 – “Quando vengo lasciato, non temo di essere perseguitato”. E quando lasci, caro? Altro aspetto che il Nostro sembra dimenticare è quanto possa essere terribile la rabbiosa vendetta di una femmina (pardon, donna) lasciata dal proprio compagno che si getta tra le braccia di un’altra. Stalking, percosse, minacce e – ciliegina sulla torta – false accuse compaiono ogni anno a centinaia nei nostri archivi, ma Mirko ignora questa “cruda e semplice realtà dei fatti”.
Il disagio crudo e semplice.
Poi arriva la più clamorosa delle falsità sciorinate in serie. 3 – “Se vengo aggredito non mi domandano se ho provocato chi mi ha fatto del male”. Il buon Mirko avrebbe bisogno di documentarsi un po’ prima di sparare proclami filofemministi a casaccio. Le colpe dell’uomo (pardon, maschio) aggredito da una femmina (pardon, donna) sono il primo aspetto che viene ossessivamente insinuato dai media ed altrettanto ossessivamente cercato dagli inquirenti. Dinamica inesistente a ruoli invertiti. Cosa avrà fatto lui per spingere lei a tanto? La violenza femminile è sempre descritta come reattiva, quindi legittima risposta ad un torto subito. Se una femmina (pardon, donna) prende a calci, pugni, graffi, bastonate, coltellate, forbiciate o accettate un uomo (pardon, maschio), se lo sfregia con l’acido o lo ustiona con l’acqua bollente, se lo avvelena, se lo ferisce gravemente e persino se lo uccide bisogna sempre cercare il motivo nel comportamento di lui. Lei non è violenta, si è solo difesa. La colpa è sempre del morto, non di chi lo ha ammazzato.
Poteva mancare il riferimento alla madre di tutte le notizie di cronaca? Certo che no, all’insegna del femministicamente corretto viene tirato in ballo Turetta: “La cultura che ha portato Filippo Turetta a uccidere Giulia Cecchetin è la stessa in cui sono cresciuto e mi sono formato”. Hai un bel problema caro Mirko, davvero un bel problema. Nulla però ti autorizza a trasferirlo su tutti gli uomini (pardon, maschi) italiani. Cerca di vivere serenamente il tuo disagio, senza accusare tutto il genere maschile di colpe che non ha. Piaccia o meno è questa la “cruda e semplice realtà dei fatti”.