La Fionda

La destoricizzazione femminista: potere, autorità e oneri

Le fiamme si alzavano imponenti, alte e maestose, nelle tenebre della notte, si propagavano rapidamente, di chioma in chioma, spinte da forti venti, con una velocità incredibile. Gli uomini correvano impotenti, come formiche impazzite, nel tentativo di domare l’incendio. La situazione era resa ancora più complessa dal fatto che l’incendio lambiva delle abitazioni lungo la sua furiosa avanzata. La crescita delle fiamme era tumultuosa e fuori controllo, e il pronto intervento dei pompieri non era riuscito ad arginare la propagazione delle fiamme, spinte da venti che raggiungevano gli 80 chilometri all’ora, da un albero all’altro. L’incendio, senza controllo, durava da giorni e gli estenuati pompieri erano riusciti soltanto ad evacuare, con successo, tutta la popolazione civile. Incendi simili a quello descritto devastano spesso la costa occidentale degli Stati Uniti. Alla fine di ogni anno si fanno i conti dei danni: le cifre possono essere talvolta impressionanti. Si contano i morti, i dispersi, le centinaia di persone ustionate o intossicate dal fumo, le migliaia di persone evacuate, le migliaia di edifici distrutti e la superficie in ettari di vegetazione bruciata. I danni umani sarebbero ancora maggiori se i pompieri non si prodigassero a evacuare la popolazione civile. Purtroppo nemmeno loro riesco a sfuggire al macabro conteggio delle vittime. Ecco un incendio preso a caso e i danni riportati: l’incendio di Yarnell Hill di giugno 2013 durò una quindicina di giorni, i residenti della Peeples Valley e di Yarnell furono evacuati, ci furono oltre 130 edifici distrutti e 19 membri del Corpo dei Vigili del Fuoco furono sopraffatti e uccisi dal fuoco. È normale, per questo motivo, che la popolazione civile tenga in alta stima il Corpo dei Pompieri e il loro lavoro, istituisca ogni tanto delle commemorazioni ai caduti ed eriga statue di vigili del fuoco lungo la geografia cittadina, come segno di riconoscimento e gratitudine per il loro coraggio e sacrificio.

Molte cose sono cambiate nell’anno 3000. Grazie alla lunga esperienza dei vigili del fuoco, al loro studio del comportamento degli incendi, spesso avvenuto a loro spese, negli anni sono riusciti a sviluppare strumenti tecnologici sempre più efficaci per combattere queste esplosioni di calamità ricorrenti. Molti anni prima dell’anno 3000 i pompieri erano già riusciti a sviluppare un sistema di rilevamento satellitare degli incendi e di spegnimento automatico mediante droni efficace pari al 100%, che garantiva tanto la loro incolumità quanto quella di tutta la popolazione civile. Da molti anni quindi, questo sistema aveva eliminato il problema. Altre cose sono rimaste più o meno le stesse nell’anno 3000. Esistono ancora i ministeri, come il Ministero per la Felicità Universale e per la Parità Ecosostenibile contro l’Oppressione dei Cattivi, con una vasta schiera di funzionari e studiosi nel suo organico, che lavorano per “sensibilizzare” l’opinione pubblica sulle vie per la felicità e per la parità universali. Uno dei compiti di questi diligenti burocrati è quello di studiare ed analizzare il passato per non commettere in futuro gli stessi errori – in altre parole, quello che fanno è giudicare il passato. Dopo una accurata ricerca, questi studiosi sono arrivati alla conclusione che nei secoli scorsi i cittadini erano soggetti a soprusi e oppressione da parte della categoria dei vigili del fuoco. Nella società dell’anno 3000 è incomprensibile che un cittadino per un incendio decida di abbandonare di spontanea volontà la propria dimora, e questo può capitare solo, evidentemente, se il cittadino viene minacciato e costretto dalla prepotenza di qualcuno che gli impone questa decisione per la forza. Chi abbandona la dimora volontariamente senza saper dove andare e portando con sé unicamente poche cose, presi in pochi istanti disponibili? Chi lascia la propria casa e i propri beni alla mercé di ladri e abusivi? È da pazzi, nessun cittadino nell’anno 3000 abbandonerebbe la casa, senza nemmeno tempo per organizzarsi, di spontanea volontà, con un sistema di rilevamento satellitare degli incendi e di spegnimento automatico mediante droni che è efficace al 100%. Appare evidente dunque che per secoli gli innocenti cittadini hanno dovuto subire la sopraffazione dei pompieri, sotto la minaccia della forza e della ritorsione, costretti ad abbandonare le loro dimore, a istituire controvoglia commemorazioni e ad erigere statue in onore dei loro oppressori.

vigili del fuoro

Sempre uomini sulle palizzate.

Come già è stato accennato in altri interventi precedenti, il femminismo è l’ideologia che sostiene che storicamente e attualmente le donne sono e sono state oppresse per mano degli uomini, in un sistema denominato Patriarcato. Questa proposizione è costituita da due elementi principali: 1. Le donne hanno vissuto e vivono sofferenze in un mondo ingiusto; 2. Questo mondo ingiusto è stato disegnato dagli uomini per opprimere e far soffrire le donne. Il primo elemento stabilisce implicitamente che gli uomini hanno vissuto in un mondo giusto, o che non soffrono. Il secondo elemento intende implicitamente che le donne non hanno mai svolto alcun ruolo nel disegno e costruzione del sistema normativo, che il femminismo denomina Patriarcato, che ha regolato e regola la società. Storicamente, le norme e le regole venivano modificate e aggiornate attraverso un lunghissimo processo di tentativi e di errori, finché si dimostravano funzionali alle necessità sociali. Queste norme e queste regole erano in gran parte una conseguenza delle circostanze in cui si viveva. Naturalmente oggi nel mondo occidentale tutti riteniamo ingiusto che in certi contesti storici le donne fossero escluse dall’eredità. Ma non era anche ingiusto che nemmeno i secondogeniti, costretti a guadagnarsi da vivere nell’esercito o nel clero, potessero ereditare? Quale delle due ingiustizie era peggiore? Era più o meno ingiusto l’obbligo dei fratelli maschi di dover farsi avanti per spegnere un incendio quando questo scoppiava? Oppure di percorrere strade incerte e pericolose per andare a vendere i frutti della terra coltivati dalla famiglia? O di farsi avanti per difendere la città quando le vele vichinghe apparivano all’orizzonte? Perché quando i vichinghi comparivano alcuni fuggivano nella foresta per ripararsi mentre altri prendevano l’ascia, si facevano il segno della croce e si arrampicavano sulla palizzata per proteggere le case e i beni di famiglia. E questo lo facevano pure i secondogeniti, anche se non ereditavano.

Chi era più avvantaggiato sotto tutte queste norme asimmetriche: colui che ereditava, decideva, comandava, rischiava e moriva spesso prematuramente (molti di loro in modo violento) oppure colei che partoriva (anche a rischio della vita), si prendeva cura affettiva degli altri, obbediva e veniva protetta? Alcuni visionari, denominati femministi, dal pulpito del benessere e della modernità, hanno creduto di poter rispondere senza esitazioni, e la risposta è nota a tutti noi. Umilmente faccio fatica a capire da dove questi illuminati ottengano le loro certezze. La semplice visione delle foto della guerra in Ucraina, che ha luogo in questi giorni, dovrebbe generarci forti dubbi. Nulla è cambiato, alla comparsa all’orizzonte dei nuovi figli di Thor, alcuni coscritti sono stati piazzati sulle palizzate e altre hanno corso al riparo nella foresta. Il compito delle donne è rimasto perlopiù quello che è sempre stato, far ricordare agli uomini il motivo per il quale combattono. Ha scritto Donald Kingsbury in uno dei suoi romanzi: «La tradizione è un insieme di soluzioni a problemi che abbiamo dimenticato». L’attuale analisi critico femminista dei ruoli di genere ha dimenticato le ragioni che vanno oltre l’oppressione e che potrebbero spiegare meglio le dinamiche dei sessi nel passato. Sfortunatamente sono in molti ad aver adottato questa visione femminista diacronica, distorta, sfasata della Storia, che giudica il passato con gli occhi del presente. L’analogia con l’autorità dei pompieri (altri esempi si potrebbero fare) può essere utile per capire. Possiamo forse affermare che la popolazione è “assoggettata” quando c’è un incendio? In un incendio forestale, chi è assoggettato, chi possiede l’autorità (il pompiere) o il cittadino che viene protetto? È preferibile ubbidire al pompiere ( e aver salva la vita) o combattere le fiamme? Autorità o Privilegio? L’inconveniente di ubbidire comporta il beneficio o il privilegio di aver salva la vita. È vero che durante un incendio potrebbe esserci una minoranza di persone che si rifiuta di evacuare volontariamente.

soldati ucraina

Il problema della destoricizzazione.

Nell’ipotesi che un cittadino venga evacuato forzatamente dai pompieri, che l’incendio arrivi alla sua dimora e un pompiere muoia nel tentativo di spegnerlo. Anche in questo caso, in una scala gerarchica, chi è il privilegiato e chi è l’oppresso? Chi è assoggettato e chi è protetto? Chi rischia di più? Storicamente i ruoli di genere hanno attribuito in maniera generica gli obblighi familiari alle donne e gli obblighi sociali agli uomini. Tralasciando l’aspetto biologico (gravidanza, allattamento), l’ambito sociale comportava molto spesso dei rischi, in un mondo pericoloso, che molte donne preferivano delegare. Gli uomini avevano bisogno di più diritti in quanto ricadevano su di loro più obblighi, come anche una certa autorità sulle donne necessaria per adempiere gli obblighi di mantenimento e di protezione compiutamente (allo stesso modo che viene riconosciuta ai genitori l’autorità sui figli perché possano custodire la loro sicurezza e il loro benessere. Se i figli godessero degli stessi diritti dei genitori, come potrebbero questi esercitare la loro protezione sui figli?). Effettivamente le donne avevano meno diritti, erano subordinate in tutti quei ambiti necessari per poter adempiere compiutamente la protezione maschile, ma per questo godevano di più privilegi, non necessariamente scritti, e protezione in molti ambiti.

La narrazione femminista ipotizza che le donne non avessero mai richiesto né pretesa questa protezione, ma non è vero. Tanto gli uomini come le donne erano d’accordo che spettava agli uomini soccorrere, proteggere e difendere le donne. Nessuno nega l’esistenza di donne che non abbiano voluto tale protezione, ma semmai esistiti sono casi rari e isolati, come i cittadini che si rifiutano di riconoscere l’autorità dei pompieri. Storicamente le donne non erano così stupide da scegliere responsabilità sociali che comportavano rischio e pericolo, e preferivano delegare (analogamente alle donne che preferiscono declinare i lavori più pericolosi). Allo stesso modo dei cittadini, che sono d’accordo a delegare l’autorità sui pompieri in un incendio, uomini e donne erano d’accordo che a comandare in certe situazione fossero gli uomini. In altre parole, lo stesso motivo che spiega perché durante un incendio l’autorità è detenuta dal sesso maschile (ancora oggi i pompieri sono, salvo eccezioni, uomini), spiega perché nella storia l’autorità istituzionale è ricaduta prevalentemente sugli uomini. Ipotizzare, come hanno fatto gli studiosi nell’anno 3000, che il cittadino evacuato è stato tiranneggiato dal pompiere, vuol dire aver dimenticato i problemi di allora. Ipotizzare che onorava i pompieri controvoglia, vuol dire riscrivere la storia per adeguarla ai propri pregiudizi. La stessa valenza hanno le ipotesi femministe che sostengono che gli uomini hanno tiranneggiato le donne. È più corretto dire che l’uomo stava alla donna come il pompiere sta al cittadino evacuato.



Condividi


Read Previous

Psicologia, diritto e minori: sì a un confronto tra Foti e Camerini

Read Next

Il caso Sviridenko-Paltrinieri è un tragico dejà-vu

Usiamo i cookie per personalizzare i contenuti e per analizzare il nostro traffico. Non condividiamo le tue informazioni né con i social media, né con affiliati pubblicitari. View more
Cookies settings
Accetta
Rifiuta
Politica su Privacy & Cookie
Privacy & Cookies policy
Cookie name Active
Chi siamo

Siamo un gruppo di studiosi attivi nell'analisi delle relazioni di genere e nella lotta contro il femminismo.

L'indirizzo del nostro sito è https://www.lafionda.com.

Quali dati personali raccogliamo e perché

Questo sito è gestito in Wordpress, che  non raccoglie dati personali sui visitatori e raccoglie solo i dati mostrati nella schermata profilo utente dagli utenti registrati, tuttavia in questo sito non è prevista alcuna registrazione degli utenti. Gli unici plugin che raccolgono dati sono quelli relativi al modulo di contatto per permettere agli utenti di scrivere alla redazione, e alla newsletter, che richiedono nome, cognome e indirizzo email.

Commenti

Quando i visitatori lasciano commenti sul sito, raccogliamo i dati mostrati nel modulo dei commenti oltre all'indirizzo IP del visitatore e la stringa dello user agent del browser per facilitare il rilevamento dello spam. Una stringa anonimizzata creata a partire dal tuo indirizzo email (altrimenti detta hash) può essere fornita al servizio Gravatar per vedere se lo stai usando. La privacy policy del servizio Gravatar è disponibile qui: https://automattic.com/privacy/. Dopo l'approvazione del tuo commento, la tua immagine del profilo è visibile al pubblico nel contesto del tuo commento.

Media Se carichi immagini sul sito web, dovresti evitare di caricare immagini che includono i dati di posizione incorporati (EXIF GPS). I visitatori del sito web possono scaricare ed estrarre qualsiasi dato sulla posizione dalle immagini sul sito web. Modulo di contatto Il modulo di contatto previsto dal sito prevede soltanto la raccolta di nome, cognome ed email di chi vuole scrivere alla redazione. Cookie Se lasci un commento sul nostro sito, puoi scegliere di salvare il tuo nome, indirizzo email e sito web nei cookie. Sono usati per la tua comodità in modo che tu non debba inserire nuovamente i tuoi dati quando lasci un altro commento. Questi cookie dureranno per un anno. Se visiti la pagina di login, verrà impostato un cookie temporaneo per determinare se il tuo browser accetta i cookie. Questo cookie non contiene dati personali e viene eliminato quando chiudi il browser. Quando effettui l'accesso, verranno impostati diversi cookie per salvare le tue informazioni di accesso e le tue opzioni di visualizzazione dello schermo. I cookie di accesso durano due giorni mentre i cookie per le opzioni dello schermo durano un anno. Se selezioni "Ricordami", il tuo accesso persisterà per due settimane. Se esci dal tuo account, i cookie di accesso verranno rimossi. Se modifichi o pubblichi un articolo, un cookie aggiuntivo verrà salvato nel tuo browser. Questo cookie non include dati personali, ma indica semplicemente l'ID dell'articolo appena modificato. Scade dopo 1 giorno. Cookie Gli articoli su questo sito possono includere contenuti incorporati (ad esempio video, immagini, articoli, ecc.). I contenuti incorporati da altri siti web si comportano esattamente allo stesso modo come se il visitatore avesse visitato l'altro sito web. Questi siti web possono raccogliere dati su di te, usare cookie, integrare ulteriori tracciamenti di terze parti e monitorare l'interazione con essi, incluso il tracciamento della tua interazione con il contenuto incorporato se hai un account e sei connesso a quei siti web. Analytics Il sito raccoglie statistiche sulle visite tramite il servizio Google Analytics, la qui privacy policy può essere letta qui. Con chi condividiamo i tuoi dati I dati che conferisci tramite questo sito non vengono condivisi con nessuno. Per quanto tempo conserviamo i tuoi dati Se lasci un commento, il commento e i relativi metadati vengono conservati a tempo indeterminato. È così che possiamo riconoscere e approvare automaticamente eventuali commenti successivi invece di tenerli in una coda di moderazione. Quali diritti hai sui tuoi dati Se hai lasciato commenti, puoi richiedere di ricevere un file esportato dal sito con i dati personali che abbiamo su di te, compresi i dati che ci hai fornito. Puoi anche richiedere che cancelliamo tutti i dati personali che ti riguardano. Questo non include i dati che siamo obbligati a conservare per scopi amministrativi, legali o di sicurezza. Dove spediamo i tuoi dati I tuoi dati non vengono spediti al di fuori dell'Unione Europea.I commenti dei visitatori possono essere controllati attraverso un servizio di rilevamento automatico dello spam. Il nostro contatto Per informazioni sulla gestione della privacy puoi scriverci a lafionda.info@gmail.com
Save settings
Cookies settings