Lo scrittore e poeta francese Louis Aragon (1897-1982) è l’autore della famosa massima «La donna è l’avvenire dell’uomo». Da che mondo è mondo gli uomini hanno adulato e lusingato le donne, hanno fatto loro imperituri complimenti, sensuali, poetici, meravigliosi. Cantautori, poeti, scrittori, trovatori, innamorati si sono dati da fare in una gara inarrestabile per tramandare ai posteri la meraviglia che emana dal gentil sesso. «Quando si scrive delle donne, bisogna intingere la penna nell’arcobaleno e asciugare la pagina con la polvere delle ali delle farfalle» (Denis Diderot). «Le donne sono come stelle, sempre luminose anche nelle notti più buie» (Matshona Dhliwayo). «Le donne sono la poesia vivente» (W. B. Yeats). «Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo» (William Shakespeare). «Sei bella come il sole, a me fai impazzire» (Jovanotti). «Sei bella come il sole del mattino, illumini le mie giornate», e via così, con questi vezzi, che non tramontano nemmeno oggi, come dimostra ad esempio questa poesia pubblicata nello speciale Festa della donna: «Il tuo dolce sorriso / è una gioia infinita / sei rugiada che brilla / sei profumo di rosa. / Sei la forza e il coraggio / la speranza, l’ amore / sei scintilla di luce / che si posa sul cuore». Lusinghe d’amore, la bellezza femminile paragonata alla bellezza della Natura.
Questi complimenti appartengono al corteggiamento che l’umanità ha da sempre messo in atto, proclamati dagli uomini nella speranza che le donne che le ricevono cedano alle loro lusinghe. La particolarità di tutti questi complimenti è che sono falsi, iperbolici, esagerati. Gli uomini fanno finta di crederci, le donne lusingate fanno finta che tutto ciò sia vero. Fa parte del gioco. È evidente a chiunque accenda il cervello e metta in moto la razionalità, che il sole o la rugiada non possono essere l’oggetto di paragone adeguato per valutare la bellezza di una donna. Attualmente molti di questi complimenti e lusinghe, che mirano a far piacere alle donne, hanno mutato la sostanza e l’oggetto di paragone. Molti uomini hanno abbandonato la bellezza della Natura come fonte di paragone, e innalzano lo splendore della femminilità mediante la mortificazione di se stessi. Ecco alcuni esempi. L’attore Ryan Gosling: «Le donne sono migliori degli uomini». Il songwriter e attivista americano Chadwick Stokes: «Le donne dovrebbero governare il mondo», «il mondo sarebbe un posto migliore se a governarlo fossero le donne». Pierluigi Battista sul Corriere della Sera: «Accettare finalmente l’idea che se una donna si sente offesa e umiliata da un comportamento maschile (…) ha sempre ragione (…) quello delle donne è il punto di vista che conta». Ex calciatore Claudio Marchisio: «Il calcio è il simbolo del fallimento culturale della nostra società. Per fortuna ci sono le donne». Lo scrittore Jacopo Fo: «Dio c’è e non solo è comunista ma è anche femmina, e quindi siate certi che questo mondo lo cambieremo». Barack Obama: «Se ogni nazione della Terra venisse governata da donne, in due anni vivremmo tutti in un mondo migliore. Ci sarebbero miglioramenti significativi in ogni settore: dagli standard di vita al conseguimento degli obiettivi politici».
Il piacere dall’umiliazione.
L’attore Javier Bardem: «Ho sempre pensato che il mondo sarebbe un posto decisamente migliore se fosse governato dalle donne», «dopo aver capitalizzato il potere per anni adesso noi uomini dobbiamo comprendere la battaglia delle donne e sostenerle il più possibile». Maurizio Crozza al Festival di San Remo 2017: «Da noi se una donna è in stato interessante lo Stato è disinteressato alla donna. E perché? Perché lo Stato è maschio. Le donne non solo fanno i figli ma se ne occupano molto più di noi. Si laureano con voti migliori dei nostri eppure trovano meno lavoro di noi. E quando lo trovano lavorano più di noi e vengono pagate meno di noi. Ma anche per il Creazionismo: Dio prima ha fatto Adamo e poi ha detto, “quanti difetti che ha quest’Adamo, quasi quasi aggiorno il modello”, e ha fatto l’upgrade, la donna, più sottile, più resistente, con più capacità, e anche come design non c’è paragone». Manuel Rivas su El País: «le donne….si muovono di più perché solitamente lavorano il doppio. E a tempo pieno. Un sacrificio. In molti casi, si preoccupano più degli altri che di se stesse. Loro si donano alla famiglia e alla comunità, che la società patriarcale presenta come parte dell’“ordine naturale”, si trasforma oggi in un’energia di solidarietà, in una saggezza collaborativa, che coinvolge tutti e rimette in discussione il vecchio ordine maschilista». Umberto Veronesi nell’opera Il mio mondo è donna: «Quella della donna è una grandezza istintiva e completa, una grandezza genetica perché basata su una combinazione di DNA e caratteristiche mentali che porta a una migliore capacità di adattamento, a maggiore creatività, a una razionalità pacifica in grado di gestire le crisi». (Numerosi altri esempi simili di uomini che proclamano la superiorità delle donne si possono trovare sull’opera La grande menzogna del femminismo, pp. 984-987).
La massima summenzionata del poeta Louis Aragon rappresenta una svolta nel corteggiamento messo fino allora in atto tra uomini e donne. Aragon abbandona la Natura come paragone di bellezza femminile e introduce l’elemento maschile, in difetto sempre per l’uomo, come metro di paragone. Non che questo atteggiamento di iperbolica riverenza degli uomini verso le donne a proprio danno non sia mai esistito, ma veniva adoperato in maniera molto occasionale. Ecco ad esempio questo brano sull’opera Jardín de nobles doncellas (Giardino delle nobili fanciulle) di Fray Martín de Córdoba di fine del XV secolo : «Coloro che sono intervenuti su questo argomento hanno anche detto […] che gli uomini sono quelli che si schierano in gruppi, sollevano sedizioni, sostengono guerre, fanno inimicizia, portano armi, versano sangue e fanno tutte le offese, invece le donne sono libere di tutto ciò, non si schierano in gruppi, né uccidono uomini, né assaltano per le strade, né portano armi, né versano sangue; vediamo che la stessa fretta che hanno gli uomini di uccidere, hanno le donne di partorire». La frequenza e la diffusione attuale di questa nuova modalità di “corteggiamento” ( o di umiliazione, a seconda dei punti di vista) risulta quanto meno stupefacente. Il fatto che gli uomini, ad un certo punto della Storia, abbiano tramutato molti di questi complimenti alle donne in un pestaggio continuo verso se stessi, per far piacere alle donne – che, a quanto pare, spesso ne traggono un piacere ancora maggiore rispetto a quelli che facevano riferimento alla Natura –, è qualcosa degno di psicoanalisi. Per gli uomini, quest’atteggiamento maschile è semplicemente masochista. Per le donne, il piacere ricavato dall’umiliazione maschile è semplicemente morboso.
L’avvenire dell’uomo e della donna siamo tutti.
Quello che non è cambiato è il contenuto di falsità che questi complimenti recano. Gli esempi citati sono proclamati da personaggi pubblici di successo (politici, attori, scienziati, sportivi…), che fanno conferenze e pubblicano libri. Ma nessuno di loro ci crede veramente a quel che afferma, tanto è vero che questi uomini di successo continuano a richiamare su di loro l’interesse del pubblico, nessuno si mette umilmente da parte per lasciare il centro dell’attenzione a quelli esseri che loro ritengono superiori e trattati ingiustamente. Parafrasando San Giacomo, “la predica senza le opere è morta” (Gc 2, 26). Molte donne, che non riescono a raggiungere il successo che vantano questi uomini, lusingate, fanno finta che tutto ciò sia vero. In altre parole, questi uomini fanno “mansplaining” e molte donne, trasportate dalla propria vanità, applaudiscono. Questo tipo di complimento, che allo stesso tempo denigra l’uomo e divinizza la donna, non è altro che l’assunzione e l’espressione della dottrina femminista. Le donne sono vittime oppresse, e dunque ontologicamente buone e superiori.
Gli uomini sono violenti oppressori, e dunque ontologicamente peggiori e inferiori. «Come genere maschile siamo sempre stati bravi a organizzare guerre, miseria materiale e culturale, distruzione del pianeta. E lo siamo stati ancora di più a opprimere, violentare, uccidere le donne», recita l’appello per una manifestazione nazionale di uomini contro la violenza di genere a Milano. Uomini che si prostrano, donne che morbosamente gioiscono. In conclusione, questo intervento voleva mettere in evidenza un punto fondamentale: l’ideologia femminista non ha sesso. I miei interventi, che criticano aspramente l’ideologia femminista e le femministe, non riguardano unicamente le donne che ne aderiscono, comprendono anche gli uomini che ne aderiscono, fenomeno noto come maschipentitismo. Malgrado la vena poetica, sbaglia Louis Aragon quando proclama che la donna è l’avvenire dell’uomo; l’avvenire dell’uomo e della donna siamo tutti, e si chiama umanità.