La Fionda

Giambruno e la potenza sovversiva dei truismi

Veniamo sollecitati da più parti a dire la nostra sulle polemiche che in questo periodo coinvolgono il giornalista Andrea Giambruno. Abbiamo esitato a farlo finora perché già troppe e fin troppo facili sono state ad oggi le accuse nei nostri confronti di essere “di destra”, anche se ci guarderemmo bene dal definirci tali o dal sostenere un governo come quello attuale che, come avevamo per altro ampiamente previsto, si sta dimostrando più realista del re nell’allinearsi al pensiero unico dominante, specie in materia di relazioni tra i sessi. Sì perché Giambruno oltre a essere giornalista è incidentalmente anche il marito del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e per molti furbacchioni difenderlo significa automaticamente essere “meloniani”, o “di destra”, o “fascisti” e via cantando. Respingiamo fin da subito questa sciocchezza, registrando piuttosto come la sinistra disperatamente orfana del potere non esiti a trasversalizzare in modo mafioso la lotta politica: in mancanza di contenuti sensati, mistifica le parole di un parente del capo del governo per attaccare quest’ultimo. Bassezze della politichetta italiana che si collocano tra il tragico e il ridicolo e dalle quali vogliamo stare fuori. A noi interessa il merito della questione.

E il merito è costituito da due fatti facilmente verificabili. Il primo è che Giambruno nel dire ciò che ha detto non ha espresso il suo personale punto di vista. Chi ha visto la trasmissione lo sa: come fa ogni conduttore di trasmissioni TV, ha soltanto sintetizzato la posizione poco prima espressa da Pietro Senaldi, giornalista di Libero, che però, non essendo marito di Giorgia Meloni, non vale la pena attaccare, pur essendo colui che realmente ha esternato il concetto. Che per altro, essendo un’opinione, a norma di art.21 della Costituzione può e deve poter essere liberamente espressa da chiunque, Senaldi o Giambruno che sia. Da tempo si sa che quel pilastro costituzionale oggi ha un’interpretazione diffusa diversa dalla sua lettera vera e propria: oggi l’art.21 della Costituzione va inteso come “pensa come vuoi, ma pensa come noi”. E se non lo fai, scoppiano tempeste mediatiche, richieste di dimissioni, gogna, tortura e impalamento in pubblica piazza. Di base, dunque, il processo mediatico ad Andrea Giambruno è una delle tante repellenti strumentalizzazioni per mezzo dei media, segno inequivocabile della velocità a valanga con cui la decadenza politica italiana (e occidentale) si sta dirigendo verso un redde rationem sempre più imminente.

Andrea Giambruno e Giorgia Meloni
Andrea Giambruno con la moglie Giorgia Meloni.

La forza dei truismi.

Il secondo fatto, ben più rilevante del primo, è che l’opinione di Senaldi (sintetizzata da Giambruno) è un truismo. Dicesi truismo ogni verità ovvia e indiscutibile di cui appare superflua ogni spiegazione. Il sole sorge, l’acqua è bagnata, il fuoco brucia, sono tutti truismi. Come aveva previsto il buon Chesterton, oggi non c’è nulla di più sovversivo di un truismo, come sanno bene, solo per citare due fatti recenti, i musicisti Carlos Santana (che poi si è scioccamente scusato per averne pronunciato uno) e Alice Cooper (che, da buon tough guy, non pensa minimamente a scusarsi). Ciò che è evidentemente e indiscutibilmente vero manda ai matti i progettisti di una società che, se realizzata, si posizionerebbe tra l’orwelliano e il manicomiale. Ecco allora che l’osservazione dell’ovvio scatena le tempeste: porsi in condizioni di non essere coscienti espone al rischio di trovarsi in situazioni non controllabili e dunque di subire amare conseguenze. Che sia un truismo lo dimostra il fatto che valga per chiunque, a prescindere dal sesso e pure dalla specie. Se passeggio in una zona malfamata sventolando un portafoglio gonfio di denaro, mi espongo al rischio di essere derubato, ancor più se sono ubriaco marcio, e questo resta vero che io sia uomo o donna. Se una gazzella va a bere allo stesso stagno dove si sta abbeverando un branco di ghepardi, sarà inevitabile che la poverina passi brutti momenti. Le gazzelle per altro non possono nemmeno ubriacarsi o drogarsi. Sarà forse per questo che non se ne vedono mai a bere negli stagni presidiati da predatori?

Tutto ciò, ben intesi, non ha nulla a che fare con il diritto ad assumere comportamenti a rischio. Se davvero vogliamo considerarlo un diritto, ebbene lo sia pure. Ma ogni diritto comporta inevitabilmente un’assunzione di responsabilità. Se non che il richiamo all’assunzione di responsabilità fa svalvolare i progettisti del Nuovo Mondo tanto quanto i truismi e per annullarne l’effetto la chiamano “vittimizzazione secondaria”. Ma non si tratta di vittimizzazione, bensì di fatti: ho certamente il diritto di ubriacarmi fino a perdere il controllo di me e, in quello stato, andare a sventolare il mio portafogli gonfio in un’area malfamata, è indubbio insomma il diritto individuale a comportarsi da idioti, ma come contraltare non ci si può lamentare se il mattino dopo ci si ritrova derubati fino alle mutande dentro a un vicolo remoto. Tanto meno si può frignare con le istituzioni pretendendo che sia universalmente tutelato il diritto ad assumere comportamenti a rischio. Non esiste e non può esistere tutela universale quando la malvagità del mondo si coniuga con la stupidità individuale. Questo è il sottotesto del concetto espresso da Senaldi, ripreso da Giambruno: vuoi sballarti? Nessun problema. Sii però abbastanza intelligente, maschio o femmina (o animale) che tu sia, per evitare, da sballato/a, di finire in situazioni a rischio. Dicono allora i sostenitori del Nuovo Mondo: “bisognerebbe eliminare la malvagità del mondo”. Al di là del beota utopismo del concetto, c’è una parentela diretta tra questa affermazione e la promozione di una società iper-controllata e priva di libertà, ma è un tema questo che meriterebbe ben più ampi approfondimenti di un articolo come il presente.

Mentana Giambruno commento Facebook
Il commento di Mentana sulla sua pagina Facebook.

La perla di Mentana.

Il problema di base è che nel progetto di Nuovo Mondo così fortemente promosso dal dettato unico dominante c’è anche la trasformazione di gran parte delle persone in utili idioti. Il tentativo di legittimare con la parola “diritti” comportamenti semplicemente irresponsabili lo dimostra apertamente. Un caposaldo, nel coro di chi promuove ciecamente l’idiotizzazione generale e di chi ha criticato Giambruno, è Enrico Mentana, di cui riportiamo qua sopra un post su Facebook. Con l’abilità di chi fa comunicazione da una vita, prova a banalizzare situazione e concetti usando esempi solo parzialmente appropriati. Al centro infatti non ci sono i comportamenti normali che lui elenca, ma quelli a rischio. Uscire di casa di per sé non è rischioso, Mentana, accà nisciuno è fesso. Lo diventa se si lasciano volutamente (o perché si è ubriachi) le chiavi nella toppa; ugualmente andare allo stadio espone al rischio di botte solo se ci si colloca nel settore della curva presidiato dai facinorosi; fare la spesa di per sé non è rischioso, lo diventa se lo si fa con il portafogli a vista dentro una borsa aperta o che fa capolino dalla tasca posteriore. E sì: se vai in giro sola, mezza nuda, senza il pieno autocontrollo né condizioni di sicurezza, la tua imprudenza (stupidità?) potrebbe coniugarsi con la malvagità che impregna il mondo e che strilli sul diritto universale di andare in giro come mi pare ahimè non elimineranno. Il mondo manterrà la sua ampia quota di malvagità in ogni caso: la soluzione non è reclamare diritti, ma evitare di provocarla con comportamenti imprudenti e rischiosi. E ciò vale indistintamente per uomini e donne. E pure per gli animali. In conclusione: Senaldi, anche nella sintesi fatta da Giambruno, ha ragione e il gran baccano attuale non è che un attacco politico-mediatico di infimo livello imperniato sull’assioma vittimista, uno dei principali del Nuovo Mondo progettato dagli psicotici che attualmente dirigono il mondo occidentale.



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