Chi segue queste pagine da tempo già sa cosa significano i tre contatori posizionati sulla testata della homepage, intitolati rispettivamente “Sorella io non ti credo“, “La violenza femmina” e “Il conteggio infame“. Diamo una breve spiegazione per chi fosse nuovo: nelle pagine collegate a ciascuno dei contatori si trova l’elenco dei casi di donne che hanno commesso violenze e la cui vicenda è finita sui media. Ne “Il conteggio infame” si enumerano le violenze femminili contro anziani e bambini, ne “La violenza femmina” quelle di tipo diretto contro gli uomini e in “Sorella io non ti credo” quelle indirette, ovvero i casi di false accuse. Nelle singole pagine sono spiegati i criteri di enumerazione dei dati, ma ciò che più conta è che si tratta soltanto dei casi che per i motivi più disparati sono finiti notiziati dai media e che a noi sono arrivati tramite un banale “Google Alert”. Importante, infine, è la ragione per cui teniamo questi conteggi: non certo per istituire un confronto con le violenze commesse dagli uomini sulle donne. Le “gare dell’orrore” non ci sono mai piaciute e non ci piaceranno mai. Il motivo è concettuale: l’enfasi che viene data, dal lato politico e mediatico, alla sola violenza maschile contro le donne è sorretta dalla falsa narrazione che a parti invertite non vi sia violenza o che i casi siano estremamente limitati. Ebbene, i nostri conteggi, che rappresentano la punta dell’iceberg (dato che sono limitati ai casi finiti sui media), stanno lì a smentire quella pregiudiziale priva di fondamento. La violenza è connaturata all’essere umano e prescinde dal sesso di appartenenza. Per quanti sforzi faccia certa propaganda, i fatti stanno lì a dimostrarlo.
I conteggi del 2022 si sono chiusi con la conferma di alcuni trend registrati già negli anni passati, più alcune sorprese. Partiamo da “Il conteggio infame“: nel complesso i casi notiziati dai media di violenze femminili contro anziani o bambini sono scesi dai 158 del 2021 ai 122 del 2022. Si tratta di un dato altalenante, con alcuni picchi significativi (come nel 2019, con 288 casi) che, sebbene tendenzialmente in calo da anni, non sembra però essere in grado di scendere sotto le 100 unità (non è capitato nemmeno durante l’anno del lockdown, quando gli asili erano chiusi e il frequente fenomeno delle maestre violente avrebbe quindi dovuto conoscere un calo).
Andamento annuo delle violenze femminili contro bambini e anziani
Dei 122 casi notiziati dai media di violenze femminili contro anziani e bambini, il 61,5% ha avuto come vittime bambini, il 38,5% anziani. La maggior parte dei casi di violenze sui minori si sono verificati al nord (45%), in particolare Lombardia e Veneto, e al sud e nelle isole (43%), in particolare in Campania e Sicilia, mentre al centro si assestano al 12%. Per le violenze sugli anziani la distribuzione è più sbilanciata verso il nord (52%), con il sud-isole al 28% e il centro al 20%. Le più frequenti violenze femminili sui bambini sono di tipo fisico (percosse, maltrattamenti), seguite da casistiche come l’induzione alla prostituzione, vendita della prole, insulti e minacce, più un sorprendente numero di reati a carattere sessuale. I più frequenti reati contro gli anziani sono anche in questo caso violenze fisiche, a riprova che le donne attaccano volentieri i più fragili, seguite da truffe a carattere sessuale e rapina.
Guardando al conteggio “La violenza femmina” si nota che prosegue il calo tendenziale anche delle violenze commesse dalle donne a danno di uomini: dal 2020, anno in cui abbiamo iniziato questo tipo di enumerazione, i casi (lo ricordiamo: soltanto quelli finiti sui media, quelli reali sono probabilmente molti di più), sono diminuiti del 23%, attestandosi nel 2022 a 239. Il reato più comune commesso dalle donne a danno degli uomini nel 2022 è stato lo stalking (33%), seguito dalle lesioni, spesso aggravate (13%), dal tentato omicidio (12%) e dall’omicidio nelle sue diverse varianti (12%). Frequenti anche i casi di estorsione (4%), minacce (3%) e percosse (2%). Pochi, ma comunque presenti i reati di natura sessuale, 2 di revenge porn, 2 di molestie e 2 di violenza sessuale. Significativo che sia stato registrato un solo caso di calunnia.
Tipologie di reati violenti commessi da donne contro uomini nel 2022
Anche in questi casi il nord la fa da padrone (41% dei casi), con le donne più violente verso gli uomini che si collocano soprattutto in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna; al centro è accaduto il 30% dei casi (in gran parte in Lazio, ma con numeri importanti anche per Marche e Abruzzo); il sud si attesta al 29%, con Campania e Puglia in testa.
Sorprendente il balzo in avanti nel conteggio delle false accuse avanzate da donne contro uomini per i più svariati reati rientranti nella categoria che il femminismo ha battezzato “violenza di genere”. L’enumerazione “Sorella io non ti credo” quest’anno ha sfondato il tetto dei 400 casi, confermando quello delle false accuse femminili a sostegno di denunce infondate contro uomini innocenti come il fenomeno più grave e frequente nel nostro paese:
Numero di false denunce registrate dai media: serie storica 2019-2022
Il tipo di accuse che vengono avanzate falsamente cambia a seconda dei periodi. Una decina d’anni fa era in auge accusare gli uomini, specie gli ex mariti o compagni, di aver abusato sessualmente dei figli. Quella moda è stata poi soppiantata dallo straordinario successo dello “stalking” che, a differenza degli abusi su minore, non necessita di alcuna prova in tribunale, se non l’autocertificazione della presunta vittima. Col tempo però la magistratura deve essersi resa conto dell’anomalia e delle innumerevoli storture che implica, nonché del fatto che la narrazione per cui “solo gli uomini” commettono atti persecutori non ha alcun fondamento (come si è visto dalle statistiche precedenti sulle violenze femminili sugli uomini) e allora il trend delle false accuse sembra essersi riassestato su nuove direttrici. Oggi a farla da padrone assoluto è la falsa accusa di violenza sessuale (39% dei casi), seguita da quella per maltrattamenti (28,8%) e solo al terzo posto lo stalking (19%). Le false accuse di abusi su minori hanno subito un crollo (1,7%), e dopo di essi c’è un lungo elenco di numerose altre tipologie di reato oggetto delle accuse strumentali femminili a carico di uomini innocenti:
Reati utilizzati nelle false accuse di donne contro uomini innocenti nel 2022
Dal lato geografico, il trend è invertito rispetto alle statistiche precedenti: a farla da padrone è il sud-isole con il 42% delle false accuse (Sicilia, Campania e Puglia tra le prime), mentre centro e nord stanno a pari-merito al 29%, con Emilia Romagna, Lazio, Lombardia e Toscana a primeggiare.
Poche cose da dire, in conclusione: la prima è metodologica, ed è una ripetizione. I numeri qui presentati hanno come fonte soltanto i casi notiziati dai media. Sono la famosa punta dell’iceberg, capace a malapena di dare un’idea della dimensione reale dei fenomeni. Il valore statistico di questi dati è limitato anche per un altro motivo: non abbiamo a disposizione altri dati che sarebbe utile e chiarificatore incrociare con quelli raccolti. Interessante sarebbe, ad esempio, sovrapporre i dati geografici sulle false accuse con l’incidenza della presenza sui territori di strutture come i centri antiviolenza, o ancora con l’incidenza dei casi di separazione coniugale. Pur con i loro difetti, i dati presentati hanno di buono che fanno riferimento a fatti reali, tutti linkati negli elenchi collegati, con riferimento agli articoli che ne hanno parlato sui media. E qui si innesta un’ultima riflessione: la recente riforma Cartabia stabilisce il “diritto all’oblio” e già ora numerosi avvocati stanno evitando di comunicare alla stampa la notizia dell’assoluzione dei loro assistiti, che era proprio la fonte principale di uno dei nostri conteggi, quello sulle false accuse. Di contro, le notizie riguardanti le denunce continuano a essere pubblicate in gran quantità. Sarà questo a ridimensionare ancora di più, nel prossimo futuro, il valore di quel nostro conteggio, con un’ulteriore carta di vantaggio in mano a chi ha lo scopo di falsificare e manipolare l’informazione. Se la tendenza si conferma, diventerà sistematico spacciare le denunce per condanne mentre chi come noi cerca un po’ di verità vedrà sempre più inaridita la propria fonte informativa.