La Fionda

La violenza di genere non esiste (2) – Con concorso a premi!

Cos’è un femminicidio? Alla ricerca di una definizione precisa del termine, la domanda è stata posta con insistenza da La Fionda, persino alla Commissione femminicidio, senza purtroppo ottenere mai alcuna risposta. Eppure la definizione dovrebbe essere abbastanza semplice: il femminicidio è la massima espressione e la più tragica della violenza di genere, un femminicidio è un omicidio di genere. Il nocciolo della questione non è quindi definire il termine femminicidio ma definire con precisione cos’è la violenza di genere, la violenza contro le donne. In modo generico, come tutti ormai sappiamo, la violenza di genere è la violenza esercitata dagli uomini sulle donne per un senso di proprietà e dominio. Per essere più precisi, se vogliamo adoperare le stesse parole dell’ONU, nella Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne del 1993, «è una manifestazione delle relazioni di potere storicamente disuguali tra uomini e donne» mediante la quale «le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini». Di recente è sorto nell’ambito della violenza di genere un nuovo neologismo, la violenza vicaria, per definire la violenza che esercita il padre su una figlia o un figlio con l’obiettivo di recare danno alla madre. Si tratta di una violenza indiretta, le vittime non sono solo le donne, ma anche i figli. È considerata «l’espressione più crudele della violenza di genere».

La violenza di genere – e le sue diramazioni, il femminicidio e la violenza vicaria – è una violenza specifica, si dice, differente dagli altri tipi di violenza (per questo motivo sulla violenza di genere esistono commissioni, convenzioni, campagne, studi, normative… ). La violenza esercitata da altri soggetti, bambini su bambini, anziani, donne sui bambini, su uomini o su altre donne, uomini su uomini, ecc., non è mai esercitata per un senso di proprietà e dominio, le donne non uccidono mai per possesso o gelosia né uccidono i figli per recare danno al padre. Altrimenti la violenza di genere non sarebbe una violenza «specifica» ma generica, e non si potrebbero confinare uomini e donne negli scompartimenti chiusi che la violenza di genere determina – di autori di violenza, i primi, e vittime, le seconde –, né di conseguenza si potrebbe far derivare questa violenza dal patriarcato, cioè «da relazioni di potere storicamente disuguali tra uomini e donne». In pratica, le istituzioni spacciano per oggettivo e scientifico una concetto di violenza «specifico» senza disturbarsi di dover dimostrare che effettivamente si tratta di una violenza «specifica».

Un premio di 100 euro in libri!

Per capire se siamo di fronte a un concetto rigoroso e verificabile, cioè scientifico, oppure a spazzatura ideologica spacciata per pseudoscienza, da quando Galileo Galilei ha concepito il metodo scientifico sperimentale, basta fare un semplice test per dirimere il dubbio. Secondo la logica, poiché si tratta di una violenza «specifica», differente dalle altre, i sostenitori e gli esperti di violenza di genere devono essere in grado, senza grande fatica, di riconoscere la violenza di genere rispetto agli altri tipi di violenza. Dunque abbiamo deciso di elencare 20 notizie di cronaca (gli ultimi 5 casi sono di “violenza vicaria”), tutti casi realmente avvenuti, omettendo il sesso dell’autore e della vittima. Invitiamo i lettori a segnalarci quali di questi casi, secondo loro, sono violenza di genere – cioè autore maschio vittima femmina – e quali no – cioè autore femmina. Fate riferimento alla numerazione dell’elenco e inviateci un’email a lafionda.info@gmail.com indicando per ognuno di che sesso sono, secondo voi, autore e vittima e spiegando come siete arrivati alle vostre conclusioni. Se avete difficoltà, vi invitiamo a farvi aiutare inoltrando l’elenco agli esperti di violenza di genere, ad associazioni femministe, alla Commissione femminicidio, al Ministero delle Pari Opportunità, all’ONU. Chi risponderà correttamente, argomentando in modo logico ogni caso, riceverà come premio dalla redazione de “La Fionda” una fornitura di libri del valore di cento euro (100€). Le risposte corrette, con i corrispettivi link, verranno pubblicate domenica 27 novembre. Non casualmente qualche giorno dopo la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”.

  1. Accecato/a dalla gelosia per il tradimento, sevizia il/la partner con un pezzo di marmo, che lesiona gravemente il/la partner fino alla morte.
  2. Uccide il/la partner e lo/la getta al fiume. Secondo la confessione del/la imputato/a, avrebbe ucciso la vittima perché la vittima non voleva tornare con il/la imputato/a.
  3. Uccide il/la partner: “lo/la maltrattava, registrava le sue chiamate”. Ha inviato alla vittima un WhatsApp per scaricare un’applicazione che gli avrebbe permesso di sapere dove si trovava in ogni momento. A seguito dell’analisi delle conversazioni registrate, l’ispettore ha definito il/la imputato/a “geloso/a”, “ossessionato/a dal partner”, “controllante” e “aggressivo/a”. La sorella della vittima ha spiegato di essere a conoscenza delle aggressioni anni prima della sua morte e di aver persino inviato 500 dollari e un biglietto aereo per fare tornare la vittima al paese dal quale era originario/a. La vittima aveva raccontato in più occasioni dei maltrattamenti a cui era sottoposto/a dal partner. “Era possessivo/a e geloso/a”. La vittima aveva deciso di interrompere definitivamente la relazione lo stesso giorno in cui è morto/a.
  4. Scopre che il/la partner lo/la tradisce, lo/la uccide e ne mangia alcune parti del corpo.
  5. Accusato/a di abusare fisicamente del/la partner. “Prendeva la vittima a pugni”. La vittima lo/la voleva con tutto il cuore. Il/la partner lo/la picchiava e la vittima non aveva la forza di ribellarsi, più indifeso/a si mostrava più agiva con violenza il/la partner.
  6. La coppia aveva una relazione sentimentale che la vittima decise di finire a gennaio. A febbraio ebbero una forte discussione e qualche settimana dopo il/la partner ha aspettato fuori dal luogo di lavoro della vittima e con un fucile ha ucciso la vittima.
  7. La vittima aveva denunciato aggressioni e richiesto un ordine di allontanamento nei confronti del/la partner, ma il tribunale aveva respinto la richiesta. La vittima è stata uccisa a coltellate.
  8. Accoltella l’ex partner. Si erano lasciati ormai da un po’ di tempo ma l’ex non si dava pace, ha aspettato all’uscita di una discoteca, ha accoltellato la vittima.
  9. Dopo aver scoperto il tradimento, il/la partner ha strangolato la vittima. La vittima scrive all’amante: «Se mi trovano morto/a è stato/a il/la mio/a partner». E ancora: «Sto prendendo botte». La mattina dopo la vittima è deceduta.
  10. La vittima è stata uccisa mentre stava passeggiando per la strada, con più di 20 coltellate. Secondo la Procura “l’omicidio sarebbe stato motivato dalla gelosia. La vittima aveva interrotto la relazione con il/la ex partner otto mesi fa e usciva con qualcun altro/a, il che ha causato la gelosia e la rabbia del/la partner”.
  11. Accoltella la vittima, numerose ferite mortali e un braccio praticamente sezionato. I litigi della coppia, che si era sposata lo scorso gennaio, erano continui. Lo testimoniano i vicini, i quali sottolineano che la vittima era stata recentemente operata alla trachea e riusciva a malapena a parlare. A volte la vittima aveva chiesto loro aiuto perché il/la partner lo/la picchiava orribilmente.
  12. Uccide la vittima perché “non lo/la soddisfaceva sessualmente”.
  13. Il cadavere della vittima è stato trovato dopo un incendio in un capannone assieme al cadavere del/la suo/a partner, dove la coppia stava dormendo. Il fuoco era stato appiccato dall’ex partner della vittima, che all’inizio era apparso/a in diversi media commentando l’incendio come se fosse un/una semplice testimone oculare.
  14. La vittima lo/la respinge, riceve 159 mila messaggi in dieci mesi. Usciti insieme solo una volta, dopodiché la vittima aveva deciso di interrompere la frequentazione, decisione non accettata, l’ex aveva iniziato a tempestarlo/la di messaggi, qualcosa come 500 sms al giorno. In auto, le forze dell’ordine hanno trovato un coltello. «Fai quello che vuoi ma non lasciarmi o ti ucciderò, non voglio diventare un/a assassino/a» scriveva.
  15. Dopo aver consumato varie bevande alcoliche e droghe il/la partner ha perso il controllo e ha iniziato ad aggredire la vittima. Tutto perché la vittima aveva detto alla madre che il/la partner era tossicodipendente. Nello specifico, il/la partner ha pugnalato la vittima con un coltello da pane alla gamba, ha colpito la vittima alla testa con un barattolo di marmellata, ha dato un pugno e ha lanciato un computer alla vittima.
  16. Bambina di 6 anni uccisa dal genitore, venerdì aveva perso l’affidamento a favore dell’altro genitore. Il fratello del genitore omicida aveva ricevuto il seguente messaggio: “Prima di lasciarla con l’altro genitore, la uccido”.
  17. La coppia si era separata durante l’estate. Il genitore ha ucciso il figlio di 11 anni. “Ha detto che avrebbe colpito il/la ex partner dove faceva più male. Ha detto che lo avrebbe ucciso e l’ha fatto”, si è lamentato un vicino della coppia.
  18. Genitore uccide la figlia. Il suo ultimo post su Facebook: «Caro altro genitore vai a denunciarmi ancora per calunnia e diffamazione. Denunciami per sequestro di minore».
  19. Genitore brucia vive le tre figlie e poi telefona all’altro genitore: «Ascolta le loro urla. Non le salverai»
  20. Genitore cerca di avvelenare il figlio di 5 anni. Aveva minacciato l’altro genitore con queste parole: “Dovrai andare al cimitero per far visita a tuo figlio”. Per ora l’indagine indica il divorzio della coppia come la causa del tentativo di uccisione del figlio, come vendetta contro l’altro genitore.


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