La Fionda

Femminicidi nel 2021: soltanto 29 (ma comunque troppi)

Perché sentiamo la necessità di verificare periodicamente il numero dei “femminicidi”? Per due motivi essenzialmente. Il primo lo potete comprendere da soli andando a vedere i diversi conteggi tenuti da diverse fonti informali. Per esempio sul 2021, l’Osservatorio di Repubblica ne conta 101, la sezione “La 27esima Ora” del Corriere della Sera ne conta 112, il sito femminicidioitalia.info ne conta 62, e così via. Non c’è una fonte che collimi, insomma. Se poi ci si rivolge alle fonti ufficiali non si trova nulla, a parte i fallimentari tentativi dell’ISTAT per il quale, ora che è tornato sotto il controllo di Linda Laura Sabbadini, i “femminicidi” si aggireranno all’incirca sul milione al minuto, conteggiando anche ranocchie e gatte investite sulla strada o le zanzare schiacciate sui muri durante l’estate. In altre parole: dato che tutti sul fenomeno danno i numeri, ci sentiamo legittimati anche noi a dire la nostra. E lo facciamo anche per una seconda ragione: sul tema la mistificazione regna sovrana. È noto che ogni omicidio di donna sui media diventi automaticamente un “femminicidio”, che per sua stessa natura è anche “ennesimo”. È ormai praticamente impossibile trovare un articolo che non associ quell’aggettivo a quel termine nebuloso.

Nebuloso? Sissignori. Soltanto un termine dal significato indistinto può produrre conteggi così diversi tra di loro. E non è mai stato prodotto nulla di più vago negli ultimi vent’anni del concetto di “femminicidio”, come abbiamo approfonditamente spiegato poco tempo fa in questo video. Di esso esiste una molteplicità di definizioni, talvolta più larghe, talvolta più strette, ma quello che è certo è che non ne esiste una sola definitivamente acquisita né in ambito di ricerca socio-criminologica, né tanto meno all’interno della normativa italiana. Nel nostro video c’è un inserto dove la senatrice Valeria Valente, presidente della “Commissione femminicidio” ammette di non saper definire cosa sia un femminicidio; nel suo ultimo report sugli omicidi in Italia, l’ISTAT prova a darne una definizione finendo per impantanarsi in una formula che contraddice se stessa confondendo tra autore e movente. Insomma quello di “femminicidio” è un concetto gassoso, come tale buono per fare del marketing cinico, orientato a gridare all’emergenza, anche se di emergenza a tutti gli effetti non si tratta.

manifestazione femminista

Un lavoro di verifica e ripulitura.

Ma se anche noi vogliamo dire la nostra in merito, allora abbiamo bisogno di trovare un criterio. Il metodo che abbiamo adottato è semplice. Anzitutto abbiamo scelto una fonte sola tra le tante disponibili. L’opzione è caduta sull’Osservatorio de “La Repubblica”, sia perché conteggia un numero medio di “femminicidi” rispetto ad altre fonti, sia perché è stato insistentemente pubblicizzato da Michela Murgia, la propagandista numero uno su questo tema. Va detto però che una fonte vale l’altra: le falsificazioni sono le stesse, cambia solo la disinvoltura con cui vengono fatte. C’è chi è più spudorato, come “La 27esima Ora” e chi più prudente, come “femminicidioitalia.info”, ma di falsificazione si tratta comunque. In ogni caso ci serviva una qualche definizione di riferimento e, come facciamo da anni, abbiamo acquisito l’unica di livello istituzionale prodotta finora, ossia quella pubblicata nel 2018 dalla Polizia di Stato, secondo cui (pag.11): «il femminicidio è l’uccisione di una donna da parte di un uomo perché donna, come atto estremo di prevaricazione, affermazione ultima di superiorità, aberrazione del possesso, non includendo, perciò, omicidi maturati in altri contesti e con altri moventi». Per dovere di cronaca, in allora la Polizia aggiungeva significativamente anche che (corsivi nostri) «il termine, pur non avendo valenza giuridica, è entrato a far parte del lessico quotidiano per designare – di fatto – una tipologia di reati che, normativamente, non esiste. L’attuale legislazione penale, infatti, non prevede espressamente la fattispecie del femminicidio, né esistono parametri univocamente riconosciuti che definiscano con precisione l’accezione in questione».

A parte quest’ultima micidiale precisazione, dopo la quale i report annuali successivi sono stati commissariati dal femminismo politico e dunque ampiamente manipolati, non è proprio il massimo come definizione. Viene da chiedersi in base a quali criteri si possa stabilire che un omicidio sia avvenuto per i motivi elencati, come si faccia a dire con certezza che la mano assassina è stata mossa dal desiderio di “affermare superiorità” o da “aberrazione del possesso”. In ogni caso è l’unica definizione disponibile di livello un minimo istituzionale e noi l’abbiamo applicata al conteggio dell’Osservatorio di Repubblica, escludendo quindi gli omicidi compiuti da congiunti (figli, nipoti, generi, eccetera), i cosiddetti “omicidi della pietà” (quelli che usualmente avvengono tra anziani malati o invalidi), quelli commessi da persone con disturbi psichiatrici (per i quali un movente vale l’altro), e anche gli omicidi con movente ignoto o diverso da quello descritto dalla definizione della Polizia di Stato. L’esito del controllo è la tabella che vedete di seguito, ordinata cronologicamente da gennaio a dicembre 2021: ogni caso ha il link alla fonte media dove abbiamo verificato le caratteristiche dell’evento, le righe evidenziate sono quelle che identificano i “femminicidi propriamente detti”.

Nome della vittima Data Commento
Laura Pereselli 04/01 In realtà è un matricidio. L’assassino è il figlio, che oltre alla madre ha ucciso anche il padre Peter Neumair.
Sharon Barni 11/01 Bimba di 18 mesi uccisa dal convivente della madre.
Soccorsa Raschitelli 15/01 Anziana (90) sofferente di una grave malattia degenerativa, strangolata dal marito per terminare le sue sofferenze.
Victoria Osagie 16/01 Uccisa dal marito che voleva lasciare.
Roberta Siragusa 24/01 Probabilmente uccisa dall’ex fidanzato forse a fronte del rifiuto della donna a fare sesso.
Tiziana Gentile 26/01 L’uomo accusato dell’omicidio non era legato alla vittima da alcun rapporto affettivo. L’accusato si è suicidato in carcere. Movente ignoto.
Teodora Casasanta 29/01 Uccisa dal marito, che uccide anche il figlio di 5 anni e poi tenta il suicidio. Ignoto il movente.
Sonia Di Maggio 01/02 Uccisa per vendetta dall’ex fidanzato.
Sandra Milena Garcia Rios 04/02 Uccisa da un’altra donna, una vicina di casa, al culmine di una lite.
Ilenia Fabbri 07/02 Uccisa dal marito tramite un killer prezzolato, dopo anni dalla separazione, per motivi economici.
Liulieta Heshta 07/02 Omicidio maturato nell’ambito della prostituzione. La mano omicida è stata quella del compagno-sfruttatore.
Piera Napoli 07/02 Uccisa dal marito che aveva tradito e voleva lasciare.
Lidia Peschechera 17/02 Uccisa al culmine di una lite da un uomo alcolista e con manie suicide che lei ospitava in casa (poi spacciato dai media come suo fidanzato).
Antonia Rattin 18/02 Donna anziana e disabile, uccisa dal marito che poi si è impiccato.
Clara Ceccarelli 19/02 Uccisa dall’ex, uomo indebitato e con tendenze suicide, perché gli aveva rifiutato altro denaro (movente economico).
Deborah Saltori 22/02 Uccisa dal marito che non accettava la separazione.
Rossella Placati 22/02 Uccisa dal compagno che lei voleva lasciare.
Edith Anzaghi 07/03 Bimba di 2 anni uccisa dalla madre.
Ornella Pinto 13/03 Uccisa dal marito che non accettava la fine della relazione.
Lorenza Addolorata Carano
Carolina Bruno
15/03 Uccise dal marito e genero in un contesto di povertà e debiti. L’omicida si è poi impiccato.
Alberta Paola Sturano 22/03 Anziana, uccisa dal figlio con problemi psichiatrici.
Giuseppina Moiso 23/03 Anziana, uccisa dal figlio con problemi psichiatrici.
Licia Iori 08/04 Uccisa dal figlio con problemi psichiatrici.
Rosaria Valovatto
Liliana Heidempergher
11/04 Uccise entrambe da un anziano in una strage che ha visto anche due vittime maschili. Ignoto il movente.
Manuela Fiorucci 12/04 Uccisa dal figlio con problemi psichiatrici.
Barbara Castellani 14/04 Uccisa dall’ex marito (poi suicida). Movente ignoto. Gli inquirenti ipotizzano ragioni economiche.
Laura Amidei 14/04 Malata oncologica grave, uccisa dal marito per non vederla più soffrire.
Anna Petronelli 15/04 Anziana, omicidio-suicidio concordato con il marito (a sua volta suicida).
Elena Raluca Serban 18/04 Uccisa dal fidanzato per futili motivi.
Tina Boero 19/04 Uccisa dal marito dopo una lite. Movente incerto.
Annamaria Ascolese 21/04 Uccisa dal marito al culmine di una lite.
Vincenza Cimitile 26/04 Uccisa dalla sorella con problemi psichiatrici.
Saman Abbas 30/04 Scomparsa, probabilmente uccisa dai familiari, su istigazione della madre, perché voleva vivere all’occidentale.
Emma Pezemo 02/05 Uccisa dal fidanzato per una gravidanza indesiderata.
Ylenia Lombardo 05/05 Uccisa da un conoscente con turbe psichiatriche.
Antonietta Ficuciello 05/05 Anziana, uccisa dal marito, incerto il movente tra la lite e l’incapacità di seguire la moglie malata.
Angela Dargenio 07/05 Uccisa dal marito che non ha retto alla separazione.
Blessing Tunde 12/05 Uccisa dall’ex fidanzato che non ha retto alla separazione.
Lorella Tomei 25/05 Uccisa dal marito con problemi psichiatrici.
Filomena Silvestri 27/05 Uccisa dal figlio malato psichiatrico.
Maria Carmina Fontana 28/05 Uccisa dal marito, convinto che lei lo tradisse.
Teresa Badde Livanage 29/05 Uccisa dal marito che non accettava la separazione.
Alessandra Mollica 29/05 Ragazzina di 14 anni uccisa dalla madre, poi suicida.
Bruna Mariotto 02/06 Uccisa dal suocero, poi suicida, per dissapori di natura economica.
Silvia Guzman 19/06 Uccisa dal marito, convinto che lei lo tradisse.
Chiara Gualzetti 28/06 Uccisa da un coetaneo con problemi psichiatrici con cui non aveva alcuna relazione affettiva.
Ginetta Giolli 03/07 Trovata morta nella propria casa, uccisa dal marito al culmine di una lite.
Vincenza Tortora 16/07 Uccisa dal marito, convinto che lei lo tradisse.
Maria Spadini 21/07 Uccisa dal figlio al culmine di un litigio.
Maria Waschgler 21/07 Uccisa, con movente ignoto, dal compagno 87 enne con problemi psichiatrici (poi suicida).
Maria Greco 22/07 Uccisa dal marito sofferente di depressione (“sentiva rumori nella testa”).
Daniela Gusmini 22/07 Uccisa dal marito, lei malata oncologica terminale, lui poi suicida.
Maria Spadolini 23/07 Nessun riscontro reperibile in cronaca, probabile duplicazione di Maria Spadini (delitto del 21/07), giusto per fare mucchio.
Monica Mejia Vallejo 30/07 Uccisa dal fidanzato per motivi ignoti.
Marilyn Pera 10/08 Uccisa dal compagno per motivi ignoti.
Shegushe Paeshti 12/08 Uccisa dal marito per motivi ignoti. Lui poi suicida.
Silvia Manetti 12/08 Uccisa dal fidanzato per motivi ignoti.
Manuela Guerini 15/08 Uccisa dalla figlia quindicenne.
Pierina Gagliardi 16/08 Omicidio-suicidio tra anziani malati.
Maria Rosa Elmi 21/08 Malata e sofferente di depressione, uccisa dal marito che poi tenta il suicidio. Volevano morire insieme.
Catherine Panis 22/08 Uccisa dal marito per dissidi di coppia.
Stefania Staltari 22/08 Uccisa dal padre per “non lasciarla sola” dopo aver ucciso la madre.
Vanessa Zappalà 23/08 Uccisa dall’ex fidanzato che non si rassegnava alla fine della relazione.
Chiara Ugolini 05/09 Uccisa dal fidanzato per motivi ignoti. Lui poi suicida.
Eleonora Di Vicino 08/09 Uccisa dal figlio malato psichiatrico.
Ada Rotini 08/09 Uccisa dal marito incapace di accettare la separazione.
Angelina Salis 09/09 Uccisa dal marito al culmine di una lite.
Rita Amenze 10/09 Uccisa dal compagno: non voleva che lei portasse in Italia i suoi tre figli dalla Nigeria.
Sonia Lattari 13/09 Uccisa dal marito per gelosia.
Giuseppina Di Luca 13/09 Uccisa dall’ex marito.
Alessandra Zorzin 15/09 Uccisa da un conoscente per motivi ignoti.
Anna Cupelloni 26/09 Uccisa dall’ex marito che non accettava la separazione. L’uomo poi suicida.
Graziella Bartolotta 28/09 Uccisa dal figlio per una questione di soldi.
Lucia Massimo 02/10 Uccisa dal marito, entrambi anziani malati, lui poi suicida.
Carmen De Giorgi 05/10 Uccisa da un immigrato marocchino disturbato (“sono marocchino, Allah mi protegge”).
Giuseppila Loredana Dinoi 12/10 Uccisa dal compagno pluripregiudicato al culmine di una lite.
Cristine Florida Cicio 15/10 Omicidio-suicidio per mano del marito per motivi economici.
Lucrezia Di Prima 15/10 Uccisa dal fratello per motivi economici.
Elena Casanova 21/10 Uccisa dall’ex fidanzato.
Marita Pennacchio 31/10 Uccisa dal marito sofferente di depressione.
Elena Di Maulo 04/11 Uccisa dal marito per motivi ignoti.
Vittoria Malaponti 16/11 Uccisa dalla figlia perché non voleva andare in casa di riposo.
Milena Calanchi 16/11 Uccisa dal figlio durante una lite.
Elisa Mulas 17/11 Uccisa dall’ex marito tunisino insieme ai figli e alla suocera, poi suicida.
Simonetta Fontana 17/11 Uccisa dal genero nell’ambito di una strage familiare.
Anna Bernardi 18/11 Uccisa dal marito con problemi psichiatrici (“L’ho uccisa perché russava”)
Cecilia J. Hazana Loayza 19/11 Uccisa dall’ex fidanzato.
Fiorella Totti 05/12 Omicidio-suicidio tra anziani coniugi per mano del marito, con movente ignoto.
Anna Turina 10/12 Uccisa dal genero per motivi ignoti.
Giovanna Cantarero 10/12 Uccisa dall’ex fidanzato, poi suicida.
Mihaela Kleis 13/12 Uccisa dal compagno per motivi ignoti. Lui poi suicida.

Ingigantire ciò che è microscopico.

Totale: 101 casi classificati come “femminicidi” dall’Osservatorio di Repubblica. Applicando però la definizione della Polizia di Stato, i “femminicidi propriamente detti” risultano essere 29 (uno ogni 12 giorni). Un dato mediamente in linea con gli anni precedenti: 32 nel 2018 (fonte sempre la Polizia di Stato), 43 nel 2020 (come da nostra precedente verifica), 44 nel 2021 (come da nostra precedente verifica). Anzi a ben vedere è un dato in calo, anche se di poco. Ma 29 “femminicidi” in un anno sono tanti o sono pochi? Dal lato puramente umano ed emozionale sono troppi, sono uno sproposito. E lo sarebbero anche se fosse uno solo. Di più, anche se si trattasse non di una donna uccisa da un partner o ex partner per motivi di possesso, prevaricazione di genere, eccetera, bensì di una persona intesa nel suo senso più generale soppressa da un’altra persona. Perché di fatto ogni morte precoce e violenta è sempre troppo. Dietro quei 29 nomi ci sono storie, vissuti, famiglie distrutte, figli rimasti orfani (quando non uccisi), dunque è inevitabile approcciare alla materia con la dovuta empatia e il dovuto rispetto per eventi letteralmente devastanti. Non più né meno, lo ripetiamo, di altri casi delittuosi, a prescindere da chi siano autore e vittima, ma comunque devastanti.

Fuori dall’aspetto umano ed emozionale, però, non si può non riscontrare che il numero di “femminicidi”, oltre a mantenersi stabile negli ultimi quattro anni e a posizionare quindi l’Italia tra i paesi più sicuri in Europa (e al mondo) per le donne, è oggettivamente molto basso, inferiore a molti altri fenomeni mortali che colpiscono le donne o le persone in generale. Oggi in Italia è più probabile che una donna muoia precocemente a seguito di un incidente domestico o di infezione post-ricovero che non per mano del suo compagno o del suo ex, e questo dato di fatto dice molto sulla fondatezza della dilagante retorica che si fa sui “femminicidi”, fenomeno che, con l’azione combinata di media e politici interessati, da meno che marginale e fisiologico diventa una sorta di emergenza nazionale, seconda soltanto a quella epidemiologica. In realtà, è ben noto a chi legge queste pagine, si tratta di un trucco, una falsificazione asservita alla necessità di affermare l’innata natura violenta degli uomini a danno delle donne, per loro natura sempre vittime, e la sussistenza di una persecuzione dei primi a danno delle seconde. Un postulato fasullo a cui si ispirano leggi sempre più repressive (in generale e in particolare della sfera maschile) e con cui si giustificano giganteschi trasferimenti di fondi pubblici a una galassia di soggetti, i centri antiviolenza e affini, a loro volta legati a doppio filo con la politica. Un circuito di potere e denaro too big to fail, come si dice delle banche: “troppo grosso per andare in fallimento”. Ed è proprio per non andare in fallimento che i 29 “femminicidi propriamente detti” diventano, sulle pagine degli spacciatori di fake news e sulle bocche dei politici, 101, o 112, o “un femminicidio ogni 72 ore” e così via. È per questo che vengono conteggiati in modo truffaldino omicidi commessi da figlie o figli, da malati di mente, da anziani disperati, con i moventi più disparati, da quello economico a quello ignoto. Serve ingigantire ciò che è microscopico se si vuole che resti gigantesco il grumo di interessi che s’innesta sui dati. Ma basta guardare con un minimo di attenzione per scoprire che si tratta di una pletora di parassiti impegnati in una profittevole e cinica danza macabra.



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