La Fionda

Magistratura da incubo: una storia vera a puntate (25)

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Alessandro Manzoni, nel primo capitolo della sua opera I Promessi Sposi, fa destinatari del suo messaggio e della sua bellissima storia “venticinque lettori”. Se anche noi ne avessimo un così sparuto numero andrebbe bene lo stesso. Non abbiamo i mezzi per cambiare la situazione socio-economico-politica nella quale ci ha condotto la nostra classe dirigente, o per meglio dire sub dominante. Siamo rimasti sgomenti davanti al libro “IL SISTEMA”. Pochi giorni fa alcuni magistrati hanno scritto al presidente della Repubblica per sollecitare una commissione idonea ad affrontare i problemi delle toghe denunciate da Luca Palamara. Se non abbiamo bacchette magiche per ridare dignità a questo Paese, sentiamo però l’obbligo di ricordare ai nostri pochi lettori che il presidente del Csm ha perduto un fratello, ucciso da Cosa Nostra il 6 gennaio 1980. A quella data era un professore associato di trentanove anni quando, mentre insegnava diritto parlamentare a Palermo, dovette imparare velocemente come ci si rapporta con il potere ed il suo esercizio. Il libro sopra richiamato ha scoperto una sentina nella giurisdizione, ma non è che l’estromissione dalla magisratura dell’ex presidente dell’A.N.M. ha rimosso il “SISTEMA”. Non c’è stata catarsi e probabilmente mai ci sarà. E’ ancora lì e mette paura. Trovarsi forzatamente in relazione con un tribunale può diventare pericoloso come giocare alla roulette russa. Torniamo al nostro racconto limitandoci a mettere di seguito la procura generale che il nostro uomo ha fornito ieri al G.T., in allegato all’istanza riguardante sua sorella:

“L’anno duemilatredici, il giorno sette del mese di marzo, è presente la signora xxx, la quale dichiara di essere di stato civile libero (già xxxxxxxx). Detta comparente, della cui identità personale io Notaio sono certo, mi richiede di ricevere il presente atto, con il quale dichiara di voler nominare, come, effetti, nomina, suo procuratore il signor xxxxxxxxxx, nato a xxxxxxxxx il xxxxxxxxx, residente a xxxxxxxxx , Via xxxxxxxxxxxxxxxx, affinché, in suo nome, conto e vece, ponga in essere tutti gli atti, così di ordinaria, che di straordinaria amministrazione, come anche di disposizione, che potessero occorrere nell’interesse della comparente stessa e per la gestione del suo patrimonio. Il suddetto procuratore è, quindi, autorizzato a: custodire, conservare ed amministrare i beni della comparente, anche se immobili o mobili registrati, eventualmente concedendoli in locazione od in affitto a chi crederà e per il corrispettivo che riterrà più conveniente, riscuotendo i corrispettivi pattuiti e rilasciandone quietanza; stipulare e sciogliere contratti, accordi e negozi giuridici in genere; acquistare, vendere, permutare beni mobili, immobili, crediti, diritti reali, quote (anche ereditarie) , stabilire il corrispettivo, pagarlo e riscuoterlo, accordare dilazioni di pagamento, rinunziare ad ipoteche legali, rilasciare quietanze, immettere e farsi immettere nel possesso; costituire diritti reali di godimento d’ogni genere (compresi i diritti di superficie), estinguerli o rinunciarli; affrancare enfiteusi; procedere a divisioni amichevoli o giudiziarie, con o senza conguagli, per attribuzione o per sorteggio; concludere mutui, operazioni bancarie di ogni genere, compresa l’apertura e la chiusura di conti correnti, ed assumere altre obbligazioni, consentendo alla costituzione di ipoteche, di pegni o di garanzie personali; fare impieghi di capitali, fissando interessi, scadenze, modalità di pagamento e garanzie; effettuare novazioni, compensazioni, accolli, delegazioni di pagamento e di debito, espromissioni ed accettarle; accettare pegni, compiere tutte le operazioni ipotecarie e quindi consentire cancellazioni, postergazioni, riduzioni, restrizioni, surroghe, frazionamenti, aprire cassette di sicurezza; esigere somme di qualsiasi entità e provenienza, così da privati, come da enti pubblici, banche, istituti, comprese le “Postelte Italiane S.p.a.” società e rilasciarne quietanza e di scarico nelle forme e nei termini voluti; valersi dei diritti di opzione e di prelazione spettanti alla mandante; effettuare intimazioni di pagamento, fare ed accettare offerte reali, procedere ad inventari, fare apporre e rimuovere sigilli, transigere e compromettere in arbitri, accettate lodi arbitrali, nominare arbitri od arbitratori; nominare e revocare avvocati, procuratori legali e periti; instaurare liti giudiziarie e rinunciare ad esse; transigere e quietanzare; accettare, con o senza beneficio d’ inventario, eredità, rinunziare alle medesime ed a legati; procedere a tutti i pertinenti atti di conservazione e liquidazione; costituire società d’ogni tipo, modificarle e scioglierle, provvedere alla nomina delle cariche sociali ed eventualmente accettarle; intervenire nelle assemblee ordinarie e straordinarie con pieni poteri; nominare, revocare, sostituire liquidatori fissandone i poteri e la retribuzione; svolgere ogni altra attività pertinente ai rapporti con le società in cui la comparente ha veste di socio; cedere quote di partecipazioni al capitale di società, anche sotto forma di certificati azionari, fissarne il prezzo ed esigerlo, rilasciandone quietanza; sostituirlo con pieni poteri nelle assemblee ordinarie e straordinarie dei condomini e delle comunioni; fare ricorsi, domande, denunce, anche fiscali, e rappresentare la comparente innanzi qualsiasi autorità amministrativa; svolgere ogni eventuale pratica fiscale, con facoltà di addivenire a concordati e di ricorrere alle competenti commissioni; rappresentare la mandante innanzi l’autorità giudiziaria di ogni grado e le commissioni di ogni genere, rappresentarla inoltre, negli arbitrati e nei fallimenti, con facoltà di transigere e conciliare; promuovere giudizi di fallimento; valersi di ogni mezzo di prova, procedere ad atti esecutivi; riscuotere mandati di pagamento; ritirare somme, valori e titoli dalle finanze statali, provinciali e comunali, da banche, compresa la Banca d’Italia, istituti, enti e società, rilasciandone quietanza e di scarico; effettuare depositi e riscossioni di somme, valori e titoli presso la Cassa Depositi e Prestiti e le altre casse pubbliche e private; effettuare svincoli e pratiche di esportazioni e importazioni presso uffici doganali; emettere, girare, protestare cambiali ed altri titoli all’ordine, ritirare dagli uffici postali, ferroviari, marittimi e di navigazioni aerea, merci, colli, pacchi, pieghi, valori, lettere (anche raccomandate e assicurate), firmando ricevute; riscuotere vaglia postali, depositare e ritirare somme dalle casse di risparmio postali, riscuotere buoni postali fruttiferi, compiere ogni operazione su titoli del debito pubblico, di enti e di società, eleggere domicilii; sostituire a sé altri procuratori con simili o più limitati poteri; fare quanto altro riterrà opportuno e necessario nell’interesse della comparente e per l’esatto espletamento dell’ incarico ricevuto. Il tutto, con promessa, fin d’ ora, di valido ed approvato, sotto gli obblighi di legge ed in particolare con obbligo di rendiconto . Il presente incarico è conferito senza diritto a corrispettivo per il procuratore. Richiesto, io Notaio ho ricevuto il presente atto, del quale ho dato lettura alla comparente, la quale, da me interpellata, lo ha dichiarato conforme alla sua volontà; quindi, il presente atto viene sottoscritto alle ore undici e quindici . Consta di due fogli, dattiloscritti da persona di mia fiducia, Sotto la mia personale direzione, ed in parte completati a mano, da me e da persona di mia fiducia, per cinque pagine intere e quanto fin qui della sesta. Il notaio”.

giudice

Con la legge n. 2238/1929 all’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) viene demandata una competenza specifica in ordine all’elaborazione/pubblicazione delle statistiche, sia generali che speciali, inerenti l’amministrazione dello Stato e di quelle pertinenti alle attività della nazione disposte dal governo. Con la riorganizzazione dell’istituto, prevista dal decreto legislativo n. 322/89, all’ISTAT viene assegnato il ruolo di indirizzo, coordinamento, assistenza tecnica e formazione all’interno del Sistema Statistico Nazionale (SISTAN). L’ente è sottoposto alla vigilanza della commissione della garanzia dell’informazione statistica, istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri. Il lavoro dell’ISTAT e degli altri enti del SISTAN consiste nello svolgimento di indagini previste dal programma statistico nazionale, documento che regola l’attività di produzione di informazioni ufficiali considerate indispensabili per il Paese. Dal 1998 l’ISTAT elabora e diffonde, secondo scadenze e criteri stabiliti dal Trattato di Maastricht, i dati relativi agli indicatori di convergenza europei. Sulla statistica Trilussa scrive: “Sai ched’è la statistica? È na’ cosa che serve pe fà un conto in generale de la gente che nasce, che sta male, che more, che va in carcere e che spósa”. Parlando invece di medie statistiche Aldous Huxley ci ha insegnato che “nella vita reale non c’è alcun uomo medio”. Dice ancora mordace il matematico Desmond McHale che ”l’umano medio ha una mammella ed un testicolo”. Per nostro conto possiamo dire che le indagini statistiche, se correttamente impiegate, qualunque sia il metodo prescelto per realizzarle, possono fornire informazioni su qualsivoglia fenomeno allo scopo di metterne in evidenza gli aspetti essenziali, risalendo, se il caso lo richiede, alle leggi che lo regolano. Studi di questo genere possono avere finalità d’interesse pubblico o possono essere impiegati per mentire indossando la veste “scientifica” della ricerca metodologica. E’ certo che quando un fenomeno non interessa al SISTAN o, ancor meglio, deve essere tenuto nascosto, difficilmente si potrà avere un’inquadratura utile e rigorosa dello stesso.

Quando non si vogliono mettere a fuoco determinate problematiche si omette lo studio delle stesse. Accade ad esempio per le false denunce che imperano nella volontaria giurisdizione, per le dinamiche collegate agli errori giudiziari, per le carcerazioni degli innocenti, per i suicidi dei padri separati dai figli in forza di decreti, per le violenze agite da donne ai danni di uomini (numeri che vengono acquisiti e studiati in tanti altri paesi del mondo, ma non in Italia). I responsabili nazionali delle indagini statistiche ritengono utile informarci su una miriade di  banalità, come il numero di ore che i cittadini passano alla guida dell’auto, ma non sulla situazione della giurisdizione di cui Luca Palamara ha dipinto un quadro desolante. Forse chi governa ritiene che certi numeri siano noiosi o forse lavora pro domo sua, sperando di poterci ridurre a “numeri” neutri ed afasici che soddisfino qualche suo iniquo schema mentale. Il dubbio sorge nel momento in cui si constata che molti innocenti, una volta liberati da un’immeritata detenzione, dopo essere stati messi alla gogna, usciti dalla macina della giustizia non hanno voglia di rientrarci, di richiamare un avvocato ed avere a che fare con giudici per ottenere un risarcimento (235,82 euro al giorno per un massimo di 516.456,90 euro). È tacitamente vietato osservare ed analizzare i tribunali. Nessuna fonte ufficiale ha mai voluto vedere e tantomeno studiare eventi ad essi problematicamente connessi. L’ISTAT preferisce non sapere che il potere giudiziario è delegittimato, preferisce ignorare che in alcuni tribunali albergano collusioni e corruzione, ideologie tossiche, militanze politiche, magistrati negligenti, attivisti di associazioni con orientamento di pensiero settario. Frutti malati della giurisdizione sono storie come quella che ha visto recentemente l’ex procuratrice aggiunta di Perugia al centro di un’inchiesta su un presunto sistema di favori che avrebbe inquinato il lavoro della procura. Sono traversie inenarrabili quelle dei bambini “liberati” grazie alla professionalità ed all’abnegazione del P.M Valentina Salvi.

anziana

E’ folle il racconto di Marco Quaglia, accusato di pedofilia e perseguitato per nove lunghi anni. E’ sciagurata la vicenda di Roberto Pauluzzi, alla fine morto suicida qualche giorno fa. La giurisdizione si declina anche attraverso l’internamento del prof. Carlo Gilardi perché si deve salvaguardare il suo patrimonio. Ma da chi? Non ha figli, dunque la sua “indigeribile” generosità a chi danneggiava? Singolare è anche quello che sta accadendo al nostro reclamante. Ci sono novità ed oggi ne riportiamo tre: il 10 maggio ci sarà la seconda udienza relativa alla nomina dell’amministratore di sostegno per la sorella; il 10 giugno ci sarà l’udienza in Corte d’Appello per l’inibitoria del provvedimento assunto dal GT nei confronti della madre. L’avvocato, che ha rappresentato il nostro uomo nell’udienza dell’11 marzo, ha ribadito di aver trovato in tribunale un’atmosfera particolarmente ed inspiegabilmente ostile. Voci di corridoio accreditano l’avvocato G.C. (di sesso femminile) come simpatizzante (anche militante?) di un’associazione antiviolenza femminile. Detto legale si è presentato in udienza in rappresentanza di entrambe le congiunte del reclamante. Questi, avendone avuta conferma verbale (i documenti telematici non erano ancora accessibili ieri) nel corso dell’incontro programmato con il proprio avvocato, ha subito inviato la seguente pec: “Con mia comunicazione del 6/7/2020 L’ho motivatamente invitata a non assumere incarichi per mia madre, xxx. Con la presente, in forza dell’atto notarile (REPERTORIO xxxxx – RACCOLTA xxxxxxx del 13/3/2013) depositato presso la cancelleria del G.T. La diffido dall’assumere incarichi per conto di mia sorella, xxxxxxxxxxx, di cui sono procuratore generale. Il suo stato di salute, successivamente alle novità connesse al ménage intrafamiliare che, ad opera di terzi, le è stato imposto dal 13/6/2020, ha subito un repentino peggioramento. Per tale ragione le condizioni di sofferenza mentale della mia congiunta non sono più idonee per valutare obiettivamente delle scelte amministrative”.



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