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Abbiamo sempre ritenuto che la Magistratura dovesse essere un organo autonomo, non subordinato ai vari interessi di partito. Nella realtà poi i perversi legami tra potere politico e potere giudiziario hanno prodotto la situazione giurisdizionale che sta sotto gli occhi di tutti. Nel nostro Paese, come dimostra anche l’ultimo e programmato avvicendamento governativo, non accade nulla per caso. Da molto tempo si è costituita e continua ad esserci la guida “esterna” che ci accompagna verso destini sempre meno luminosi. Il personale di servizio addetto all’uopo, a datare dall’arrivo degli anglo-americani a Napoli, il 1º ottobre 1943, non è mai mancato. Tra i più zelanti c’è chi è giunto, collezionando anche “medaglie”, ai vertici delle istituzioni. Il mito di un transumanesimo onnicomprensivo ci ha perfezionato la gabbia tecnologica nella quale ci hanno infilato. Irrimediabilmente vittime della schiavitudine predisposta dalla finanza internazionale, con buona pace di quanto è stato saggiamente contemplato nel dettato costituzionale (ormai obsoleto?). Nell’Italia della P2, degli “opposti estremismi”, dei numerosi attentati impuniti, dove la Costituzione è progressivamente diventata un optional normativo, è sciocco pensare che quello che viene scoperto attualmente sulla e dentro la magistratura sia solo dovuto al caso. Ci sono coloro che otterrebbero enormi vantaggi dal subordinare formalmente il potere giudiziario, l’unico ad avere un’autonomia normativamente garantita senza efficaci checks and balances.
Quando ascoltiamo alcuni magistrati (non proprio campioni di deontologia) invocare il principio d’indipendenza, ci sorge questa domanda: ma di quale indipendenza cianciate, di quella che vi garantisce sempre insindacabilità, incontrollabilità ed impunibilità? Con tutta la deferenza che merita chi è degno della toga, chi non lo è perché serve interessi particolari dovrebbe trarne le dovute conclusioni nel rispetto dell’interesse generale. A margine delle ultime novità, riguardanti il caso di nostro interesse, ci soffermiamo sul misterioso quid che ha “indirizzato” il GT, in tutta la sua indipendenza, a deliberare sull’amministrazione dell’anziana invalida. Nel corso della procedura, ad un certo punto, il GT è apparso affaticato, poco lucido, sfuggente, in difficoltà. La cosa lasciava perplesso il nostro reclamante che si domandava cosa stesse accadendo. Ricordiamo al lettore che l’uomo, procuratore generale di una delle due congiunte, nella denuncia presentata ai carabinieri il 16 giugno 2020, per il sospetto di possibili reati consumati a danno della madre e della sorella convivente, tra l’altro, precisava: “Anche se conservo del denaro per conto di mia sorella (già precedentemente raggirata nella sua banca da una società poi fallita) non mi sembra il caso, date le sue condizioni di salute, di metterlo tutto a sua disposizione”.
Rammentiamo poi che l’uomo, in virtù della procura generale di cui è in possesso, nel maggio 2019, era infastidito dagli ostacoli e dalla burocrazia frapposte dalle Poste Italiane ogniqualvolta lo stesso operava prelievi dal libretto a doppio nominativo. Per qualche giorno non aveva potuto prelevare del denaro richiesto dalla sorella in quanto dalla fotocopia della carta d’identità della madre depositata nell’ufficio postale il documento risultava scaduto. Aveva dovuto perdere del tempo e produrre alcuni certificati prima di poter effettuare qualunque operazione. Il procuratore aveva ritenuto intollerabile non poter disporre dei soldi al bisogno ma sotto disposizioni e con i tempi imposti dall’ufficio postale. Il disservizio lo indusse a pensare inoltre che in caso di decesso improvviso della madre le Poste avrebbero colto l’occasione per trattenere i soldi della figlia sine die. Dunque adottò la decisione di trasferire la somma di xxxxxxxx euro sul suo conto corrente ed avere così maggiore facilità di movimento e di gestione del danaro.
Di tale trasferimento il reclamante si premurò di lasciare tracce ben visibili, mediante sua dichiarazione scritta, spillata alla custodia del libretto postale cointestato n. xxxxxxx, proprio per agire nella più piena trasparenza e per evitare che detta operazione passasse sotto silenzio. Senza averlo mai nascosto alle due contitolari, dal 6 maggio 2019 deteneva e detiene a tutt’oggi, a loro disposizione, xxxxxxxx euro. Da diversi anni il reclamante conservava o ha conservato soldi per conto delle due congiunte disabili senza che la cosa venisse ritenuta anormale da qualcuno. O, peggio, senza che qualcuno ventilasse la configurazione di reato. Lo stesso giudice tutelare, il xxxxxxxx, nell’esaminare il bilancio redatto dal reclamante e relativo ad una sua diversa amministrazione di sostegno, non ha trovato da eccepire sul fatto che l’AdS, per ragioni di sicura preservazione del denaro, non proprio, conservasse personalmente (e non sul conto corrente dell’amministrato) xxxxxxxx euro. Riteniamo che il quid che ha guidato il GT nella scelta dell’amministratore della madre non sia la “poca chiarezza” o la supposta incapacità dell’istante. La sua correttezza amministrativa è stata riconosciuta dallo stesso giudice, ad esempio, anche con l’approvazione del bilancio sottostante, corredato di esaustiva documentazione, pochi giorni prima che venisse presentata l’istanza per la madre, successivamente rigettata.
Al Giudice Tutelare
Presso il Tribunale di xxxxxxxxxxxxx
Oggetto: resoconto annuale (xxxx) sull’amministrato xxxxxxxxxxxxx (causa xxxx/xxxx)
Omissis
Consuntivo xxxx
Entrate totali: 20963,35 euro
Attivo al xxxxxx: 5425,60 euro
Totale delle disponibilità xxxx : 26388,95 euro
— Uscite:
Spese per l’integrazione della retta di xxxxxxxx : 5412,00 euro
Spese per il servizio di lavanderia della xxxxxxxx : 666,00 euro
Spese personali (medicine, cure, telefono, internet, etc.) : 6000,00 euro
Rimborso del finanziamento concesso dalla xxxxxxxx : 3190,80 euro
Spese di conto corrente : 65,00 euro
Quote ONG : 180,00 euro
Spese legali : 250,00 euro
Spese diverse, vestiario, igiene, generi di conforto, periodici, etc. 3185,79 euro
Totale spese : 18949,59 euro
Il totale delle uscite (18949,59 euro) è inferiore al totale delle disponibilità (26388,95 euro) per un importo pari a 7439,36 euro.
Il conto corrente al 31-12-xxxx ha un saldo positivo pari a 2270,74 euro. Al 31-12-xxxx xxxxxxxxxxxxxxx dispone inoltre di 5169 euro in contanti.
La giacenza media annua xxxxx del c.c. è di 3392,61 euro