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Ancora oggi al reclamante non è dato di conoscere il nome del giudice designato, le date ed i tempi necessari all’iter dell’istanza depositata nella Corte d’Appello competente. L’ufficio ha dato riscontro telematico che il 19 gennaio 2021 il fascicolo è stato assegnato a sezione. Viviamo i tempi del Covid-19. Il procuratore generale di Milano parla di quasi paralisi dell’attività giudiziaria a motivo della pandemia. “Nel raffronto con l’anno precedente del periodo aprile-giugno emergono dati impressionanti: le udienze penali in Corte d’Appello diminuiscono del 73%, quelle davanti alla sezione minori del 33%, le udienze civili sempre in Corte d’Appello del 70%. E’ difficile capire quanto tempo sarà necessario per ritornare ad una situazione normale”. In assenza di altri sviluppi da riportare ci discostiamo dalla storia più o meno pertinentemente. Il 18 settembre 2019 l’irriducibile fiorentino, ex Presidente del Consiglio ed ex segretario nazionale del Partito Democratico, ha fondato Italia Viva che, a detta del suo stesso creatore, è uno schieramento liberale, riformista, antinazionalista, antipopulista ed antisovranista. Fedele al format di cui è prigioniero, pur volatile come la pubblicità di una qualsiasi multinazionale, ha fatto lo sgambetto al capo del governo, che malgrado le promesse di voler difendere gli interessi dei più deboli, non ha mai brillato per iniziative popolari dopo il suo acclamato insediamento. Il professore, per ingraziarsi il Fondo Monetario Internazionale, che sta puntando a trasferire la potestà concreta sul denaro da chi lo detiene a chi lo custodisce, ha dato vita alla “lotteria degli scontrini”.
Un modo per incentivare, tra gli Italiani, l’uso di carte di credito, carte di debito, bancomat, carte prepagate, applicazioni connesse a circuiti di pagamento esclusivi ed a spendibilità limitata. In ultima analisi il premier non costituiva, né potrebbe domani costituire un vero ostacolo all’egemonia neoliberista, ma l’intercalare dell’uomo del Jobs Act: “basta vivere di sussidi”, “troppi ristori”, “aiutiamo i cittadini”, “non sprechiamo i soldi del Recovery Fund”, “bisogna ricorrere al Mes”, sta mirando in alto. Dietro al chiacchiericcio magniloquente ed impudico sul bene che il fiorentino vuole all’Italia c’è la sua grande voglia di rimettersi in gioco, partecipare in qualche maniera alla partita per le elezioni presidenziali, alla copertura di altre prestigiose cariche in predicato ed alla futura suddivisione delle risorse provenienti dall’Unione Europea, senza troppo concedere agli oneri previsti per le tutele sociali. Se chiede anche la testa di A. Bonafede non è per sete di giustizia né di certo per la sua “rigidità” istituzionale. La retromarcia del guardasigilli sulla nomina del capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la scorsa estate, lo conferma. Si sa che indagini simili a quelle che riguardano la fondazione “Open” si riducono ad un lavoro di avvocati, ad un rimpallo tra cassazione e tribunale del riesame, ad un gioco delle parti. Se tutto va come da aspettative, l’inciampo si supera spendendo un po’ di soldi. Tutti vogliono la riforma della Giustizia, ma non tutti vogliono la stessa riforma.
Per alcuni la malagiustizia rappresenta una vera e propria fortuna, per la maggior parte dei cittadini è un’insormontabile iattura. Per gli altri “mortali”, costretti alla gogna giurisdizionale per qualunque “banalità”, la posta in gioco è ben più alta di quella pagata da chi, nel mezzo del via vai delle conferenze arabe, invoca l’incompetenza territoriale del tribunale di Firenze. Ieri sera in Tv L. Palamara, rammentando i vizi della giustizia ideologicamente asservita, ha fatto un appello affinché si lavori tutti per un cambiamento radicale. Vogliamo aggiungere che, oltre ai danni ricordati dall’ex presidente dell’ANM, ci sono anche quelli prodotti dalla poca gratificante ripetitività operativa e dall’inettitudine personale. Viviamo in una ipodemocrazia, in un regime definito democratico, ma privo di sostanza vitale, in altri termini stiamo in un mero guscio vuoto. Nei giorni canonici va a votare il 50% dell’elettorato, ma non possiamo non ricordare che, nel 1987, già dopo il caso “Enzo Tortora”, gli Italiani vennero chiamati ad esprimersi sull’attività giurisdizionale e sulla responsabilità ad essa connessa con un referendum. Fu il trionfo dei sì (83%). Il magistrato che sbaglia ha una sua responsabilità soggettiva, e deve risarcire i danni causati dai propri errori. Il risultato del Referendum fu disatteso dal legislatore e la volontà popolare non è mai stata tradotta in legge.
240 giorni fa è iniziato il cammino giudiziario dell’uomo che voleva tutelare la vecchia madre (oggi novantaduenne) dall’invadenza di presunti benefattori. La decisione di ricorrere alla magistratura maturò nel corso ed a motivo delle restrizioni normative vigenti per la pandemia ancora presente. Se, come infine richiesto dal figlio, accusato di asserire il falso, la donna fosse stata sottoposta a perizia psichiatrica la vicenda si sarebbe potuta concludere in breve tempo. Invece, come già accaduto con interventi di personaggi, non proprio super partes, intromessi in altre vicende giudiziarie negli anni passati, la donna è stata aiutata a farsi del male da sola. Dal 13 giugno 2020, giorno in cui alla disabile è stato suggerito di barricarsi nella sua abitazione, lasciandone fuori il figlio, la stessa è rimasta sostanzialmente alla mercè degli eventi. Certo questo avvenimento, di fronte a tutto il resto che è accaduto nel frattempo, è ben poca cosa. Carlo Gilardi, in spregio della sua insopprimibile voglia di libertà, è rimasto chiuso in una residenza sanitaria assistenziale privata. Col trascorrere dei mesi il magistrato, intervenuto per l’interessamento di soggetti ritenuti “neutrali”, si accinge a processare amici e conoscenti dell’anziano professore accusati di circonvenzione d’incapace. Il diffondersi del Covid-19, la gestione degli aspetti sanitari connessi, la scarsa trasparenza delle scelte terapeutiche, la poca affidabilità dell’informazione pilotata e le ricadute pandemiche sull’economia nazionale hanno fiaccato il Paese oltre misura. A coronamento di una lunga marcia forzata, compiuta sotto la sferza del turbocapitalismo apolide, gli Italiani si predispongono a subire un altro “Governo del Presidente”, quello del finanziere per eccellenza. I programmi nell’agenda di quest’ultimo sono ineluttabilmente lontani dai desiderata e dai bisogni delle masse e, checché se ne dica, la nascita di una Giustizia efficiente, senza stendardi, semplicemente al servizio dei cittadini, appare come un sogno irrealizzabile. Gli auspici di L. Palamara non troveranno porte aperte. Fino a quando a dei conduttori televisivi verrà concesso di strizzargli l’occhio, meglio continuare a parlare delle sue chat, lasciando il sistema inalterato. Mentre continuiamo ad aspettare novità, tornando alla nostra storia, abbiamo pensato sia giusto che il lettore disponga di ogni dettaglio, incluso il verbale redatto dai carabinieri il 16 giugno 2020. La trasparenza ci appartiene ed ecco di seguito il documento inedito, che ha accompagnato la denuncia del reclamante, quando è stato costretto dai fatti a chiedere aiuto per la madre disabile.
VERBALE di ricezione di denuncia orale. Il giorno 16/06/2020 alle ore 10:44, in xxxxxxxxxxx presso gli uffici di STAZ.C.C. xxxxxxxxxx. avanti al sottoscritto M.M. xxxxxxxxxx appartenente al Comando in intestazione, è presente la persona in oggetto indicata, la quale denuncia quanto segue:—-// “Confermo in ogni parte l’allegata denuncia composta da una pagina prestampata da me sottoscritta. DOMANDA: Ci sa specificare quanti soldi, quali carte, quali oggetti e quali gioielli di famiglia sono stati asportati da ignoti ed in che modo? RISPOSTA: -Non sono in grado di stabilire la quantità di soldi asportati poiché mia madre xxxxxxxxxx di 91 anni, nonostante la pensione che gli viene accreditata sul libretto postale insieme a quella di mia sorella xxxxxxxxx, mi chiede sempre soldi in continuazione. Per quanto riguarda le carte: sono spariti buoni postali cointestati a mio padre xxxxxxxxxx deceduto nel 2006 ed a mia madre, che non sono in grado di stabilirne la quantità e l’ammontare per cui mi sto attivando per farmi conferire potere di amministrazione dei beni tramite Giudice Tutelare per effettuare le dovute verifiche alle Poste e alle Banche, con riserva. Per quanto riguarda gli oggetti: risultano sparite le chiavi di casa circa due mesi fa come riferitomi da mia madre e non è stata sostituita la serratura di casa in quanto non ne ho ancora l’autorità per farlo. Per quanto riguarda i gioielli: è sparita una spilla d’oro da foulard di mia madre ed altri che non sono in grado di riferire in quanto mia madre mi aveva confidato che aveva un sacchetto di gioielli che avrebbe venduto ma non so a chi e per quanti soldi. Attualmente mia madre e mia sorella hanno bisogno di assistenza e mia madre di un amministratore di sostegno, per cui mi sono attivato in questo senso, mentre per mia sorella è già in corso un procedimento per il riconoscimento del suo stato di salute.
Aggiungo infine che sono io a depositare la presente denuncia in quanto mia madre e mia sorella non sono in grado di poter uscire da casa e di conferire per il loro stato di salute. Posso fornire le seguenti informazioni circa gli oggetti e le persone coinvolte:—– Xxxxxxxxxxx nata a xxxxxxxxxx, cittadinanza italiana, sesso femminile, cognome da sposata xxxxxxxxxxx, vedova, professione pensionata, residente a xxxxxxxxxxxxxxxx è stata vittima di furto aggravato presumibilmente dal 16/06/2019 al 16/6/20 in non previsto/altro. Il fatto è avvenuto a xxxxxxx via xxxxxxxxx. Un’altra vittima del fatto è xxxxxxxxxxx nata a xxxxxxxxxxxxxx, cittadinanza italiana, sesso femminile, xxxxxxxxxx professione pensionata residente a xxxxxxxxxxxxxxxxx. Non ha sospetti sul conto di alcuno. -Non ho altro da aggiungere né da modificare. In relazione alla denuncia/querela presentala in data odierna, si AVVISA il denunciante /querelante, se ed in quanto persona offesa dal reato, che, in quanto tale, per l’esercizio e le facoltà ad essa attribuite dal Codice di Procedura Penale, può nominare un difensore nelle forme previste dall’articolo 96 comma 2 C.P.P. e che, nella ricorrenza delle condizioni di Legge, nella anzidetta qualità, qualora posseduta, può accedere al patrocinio a spese dello Stato ai sensi dell’articolo 76 del DPR 30 maggio 2002 nr. 115; con la precisazione che laddove si tratti di persona offesa dai reati di cui agli articoli 572, 583 bis, 609 bis, 609 quater, 609octies, 612 bis, nonché, ove commessi in danno di minori, dai reati di cui agli articoli 600, 600 bis, 600 ter, 600 quinquies, 601, 602, 609 quinquies e 609 undecies C.P., può essere ammessa al patrocinio anche in deroga ai limiti di reddito previsti ordinariamente.——— Fatto, riletto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra.