Tra agosto e settembre, quindi a ridosso delle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione meneghina, viene lanciato da “La 27esima Ora” del Corriere della Sera un sondaggio online su Milano: parola alle donne. Obiettivo dichiarato: «testare il polso delle milanesi su come vivono la loro città e che cosa chiedono alla futura amministrazione. I temi proposti: lavoro e smartworking, tempi di cura, trasporti, servizi di prossimità, qualità della vita del proprio quartiere, percezione della sicurezza, conoscenza e valutazione della rete antiviolenza del Comune». Non è chiaro il soggetto ideatore e promotore del sondaggio; non dovrebbe essere il Comune, o almeno non direttamente, poiché i resoconti si trovano solo online targati Donne Democratiche – Milano Metropolitana. Il titolo della 27esimaora.corriere sorvola su tutti i temi proposti e si catapulta sull’unico che da anni costituisce terreno fertile per i titoloni dei media mainstream in tutta Italia: donne vittime di violenza.
Evidentemente trascurabili tutte le altre batterie di domande del questionario; che vuoi che sia se le donne milanesi chiedono all’amministrazione entrante dei miglioramenti in merito a trasporti, sicurezza, lavoro e servizi, l’importante è far credere a chi legge solo i titoli (cioè la maggior parte dei webnauti) che il sostegno del Comune alla rete antiviolenza deve diventare più incisivo. E ti pareva… L’emergenza più emergenza di tutte comunque vacilla analizzando i dati: la quasi totalità delle compilatrici (97%) ha risposto di sentirsi sicura di giorno e ben oltre la metà (58%) di sentirsi sicura anche di notte. Così non va, l’emergenza bisogna alimentarla, quindi ecco che «preoccupa e allarma il dato relativo a chi dichiara di essere stata vittima di molestie, stalking, violenza sessuale: sono il 26% (…). Non sappiamo se si tratti di atti subiti sul posto di lavoro, per strada, sui mezzi pubblici o in famiglia. Rimane, in ogni caso, il valore del dato in sé stesso». Ecco, appunto. Non sanno né dove né come una donna su quattro avrebbe subito violenza, l’importante è dire che una donna su quattro dice di aver subito violenza. Il questionario non è reperibile sul sito del Comune di Milano né in rete, dove figurano solo alcuni resoconti dei risultati diffusi da Donne Democratiche.
Smentite le narrazioni allarmistiche.
Non è dato di sapere se fossero previste domande sulla violenza fisica, schiaffi, pugni, calci, strattonamenti o altro; i risultati dicono che l’unica violenza rilevata è quella sessuale. È interessante notare che vengono accorpati reati sensibilmente diversi: vi sono enormi differenze tra un complimento volgare in ufficio, la mano morta sul bus, le telefonate insistenti e lo stupro tra le mura domestiche… però figura tutto nel 26%. Mancata trasparenza sulla ripartizione logistica delle violenze: uffici, strade, metropolitane, bus, locali pubblici o abitazioni private, ancora tutto nel 26%. Non è chiaro nemmeno di quel 26% quante abbiano denunciato i reati subiti, e con quale esito; ma siamo nella norma, questi particolari chiari non lo sono mai.
La passerella pre-elettorale delle Donne Democratiche sembra aver avuto buon gioco nel tirare la volata al sindaco Sala, trionfatore al primo turno. Non poteva essere descritta una città allo sbando, in fondo il campione formato da donne milanesi «probabilmente sensibili ai valori progressisti e di centrosinistra», testuale, poteva chiedere solo qualche ritocchino a un sindaco che succede a sé stesso, ma il titolo deve esprimere la solita, immancabile preoccupazione per la violenza di genere. Questo mantra della violenza dilagante é un prezzemolo da infilare ovunque – come dimostra La 27esimaora – nonostante poggi su dati faziosi. Lo stesso sondaggio viene letto in modo da smentire l’allarme fittizio. E lo fa la Casa delle Donne sempre da Milano, non i talebani da Kabul. La sicurezza di Milano è «un dato positivo, che smentisce narrazioni allarmistiche di vario genere». Ad esempio, per dirne una, la narrazione allarmistica de La 273simaora.