La storia dell’umanità è la storia della lotta per l’emancipazione degli uomini dalla Natura. In questa lotta, i grandi animali addomesticati (cavalli, muli, asini, buoi, cammelli, dromedari, lama, alpaca, yak, elefanti, renne…), usati come animali da lavoro nelle campagne o da soma e mezzo di trasporto, per tragitti anche molto lunghi di difficile percorrenza, hanno fornito un inestimabile contributo. Senza i cammelli non avremmo potuto attraversare i deserti e senza i cani da slitta (groenlandesi, siberian husky o eskimo dog) le regioni ghiacciate. I cavalli ci hanno aiutato a percorrere le interminabili steppe e le vaste pianure. Grazie a loro abbiamo aperto le vie commerciali via terra e trascinato carri, carrozze e diligenze. Yak e asini hanno trasportato i carichi lungo le montagne. Il mulo, incrocio (ibrido) di un asino e di una cavalla, usato per la forza muscolare, la resistenza, è il più classico degli animali da soma. Gli animali addomesticati ci hanno sostenuto nel disboscamento delle fitte foreste, ad esempio gli elefanti, e nel trasporto del legname. Oppure nei lavori agricoli. Sono animali da tiro i buoi da lavoro e anche certe razze di cavallo (il murgese, l’Ardennese, lo Shire, Il Gypsy Vanner, e altre razze oggi scomparse o in via di estinzione). Sono stati i nostri migliori alleati nella lotta per la sopravvivenza e nella costruzione della civiltà, anche in questioni che ci potrebbero sembrare marginali. Nelle regioni fredde le stalle dei grandi animali venivano collocate nel piano terra delle case allo scopo di scaldare l’abitazione contadina. I grandi animali servivano, se necessario, a riscaldare. Non è solo un fatto di abbellimento se nel presepio ci sono un bue e un asino, a riscaldare la nascita di Gesù. E su un asino Gesù bambino ebbe salva la vita, quando i suoi fuggirono in Egitto.
Bisogna riconoscere onestamente che senza i nostri grandi “fratelli” animali noi esseri umani non saremmo oggi dove siamo: la nostra civiltà, così come la conosciamo, non sarebbe stata possibile. La Rivoluzione industriale ha cambiato tutto. La forza animale non è più necessaria. La macchina a vapore, adoperata in tutti i trasporti, comportò una trasformazione radicale che fece prescindere dalla forza motrice degli animali. La rivoluzione agricola ha permesso di introdurre le macchine nel lavoro dei campi e hanno reso i grandi animali non più necessari. Da piccolo mi ricordo le campagne, vive, piene zeppe di grandi animali addomesticati, mandrie di mucche, tori, cavalli, asini, muli, buoi, ovunque, quando trascorrevo le mie estati nel piccolo paese dei miei nonni materni, un paese agricolo arretrato dell’entroterra della Spagna. Oggi le stesse campagne sono vuote, deserte, non c’è più vita, non ci sono più i grandi animali. Per secoli l’uomo ha usato la Natura a proprio vantaggio, ha fatto ruotare i mulini con l’acqua, il vento o i muli, ha fatto trascinare i carri e gli aratri dagli animali e i velieri dal vento. Oggi la Tecnica procede indipendentemente dalla Natura, non se ne cura. La Tecnica ha reso i grandi animali inutili.
L’ingratitudine degli esseri umani.
Si tratta di una rivoluzione della quale siamo appena consci: la Tecnica ha modificato il nostro modo di percepire la realtà. Nelle società di sopravvivenza, come erano quelle dell’antichità, l’utile ha un valore inestimabile. Comportamenti e valori sono valutati in funzione della loro utilità allo scopo di sopravvivere. I cani cacciatori, ad esempio, si strofinano per terra sopra gli escrementi o i cadaveri per prendere e camuffare il loro odore, così come facevano secoli fa i cacciatori. Per lo stesso motivo, i soldati si mettevano vernice nera sulla faccia per mimetizzarsi di notte e i guerrieri si spargevano olio sul corpo per scivolare meglio. Nel film Predator (1987), Schwarzenegger si riempie di fango per evitare di essere una preda. La sporcizia, il fetore potevano essere utili alla sopravvivenza. Oggi la Natura non è più percepita come un incombente pericolo, come lo è stato per secoli. Anzi, il cittadino occidentale difficilmente riesce a immaginare le dure condizioni di vita dei nostri antenati. Questo cittadino ha scacciato via dal proprio immaginario ogni difficoltà e ha riposto sulla Tecnica tutta la fiducia per la risoluzione di qualsiasi eventuale problematica. Nella società del benessere, nella quale il cittadino moderno è immerso, l’utile non ha più lo stesso valore, ed è stato sostituito dal bello. Riempita la pancia, ora ci si sforza di riempire il cuore. A cosa serve una porcellana cinese sul tavolo o un quadro di van Gogh sul muro? L’iperpulizia, il profumo Dior, e altre caratteristiche estetiche, molto belle, in un ambiente naturale ostile, come lo erano una volta, ci porterebbero direttamente alla tomba. Utilità zero.
Negli ultimi decenni, le città occidentali si sono riempite di animali da compagnia: ci sono più cani che bambini, per un giro d’affari di miliardi di euro. Dal babyboom siamo passati al dogboom. Molti di loro sono cani piccoli, tascabili, perfetti per l’appartamento, da portare in borsa o sul passeggino del bambino; cani da coccolare con sedute presso il parrucchiere: barboncini, bassotti, bichon, carlini, chihuahua, maltesi, papillon, pechinesi e cani nani o toy – sì, proprio toy, in inglese giocattolo, cani giocattolo come toy fox terrier, toy rat terrier, english toy spaniel, barboncino toy o maltese toy. Questi animali, assolutamente inutili per la sopravvivenza, ci colmano un vuoto affettivo ed estetico. Oggi questi animali pullulano nel mondo occidentale. Nel frattempo i grandi animali scompaiono in silenzio, molte razze sono in via di estinzione. Chi vuole un ardennese al posto di un chihuahua? La causa del trionfo del chihuahua sull’ardennese è già stata rivelata, ma conviene ripeterla: i grandi animali sono inutili per noi! Questo è il nostro giudizio, dal nostro punto di visto antropocentrico. Ora facciamo uno sforzo, giudichiamo il tutto dal punto di vista dei grandi animali, immedesimiamoci nella loro condizione: “dopo secoli di sofferto e leale servizio, grazie al quale gli esseri umani sono riusciti a sopravvivere e a costruire per loro la civiltà del benessere, ora che ritengono di non aver più bisogno di noi, invece di condividere con noi il benessere raggiunto, riducono la nostra esistenza a numeri irrisori o, ancora peggio, ci spingono all’estinzione, ci buttano nella spazzatura e ci sostituiscono con animali da compagnia che non hanno mai contribuito con le loro fatiche al loro benessere. Gli esseri umani quindi si sono rivelati esseri spregevoli, profondamente irriconoscenti, gretti, ingrati, meschini, ignobili, fatui”.
Uomini e donne e la loro relazione con il freddo.
La Rivoluzione Industriale non ha reso vana soltanto la forza animale. Nella lotta per l’emancipazione degli uomini dalla Natura, la forza fisica maschile è stata protagonista: gli uomini hanno messo a disposizione la propria forza fisica a beneficio di tutta l’umanità. Senza questa, senza il contributo maschile, noi non saremmo oggi dove siamo: la nostra civiltà, così come la conosciamo, non sarebbe stata possibile. I censimenti dell’antichità non si curavano delle donne, militarmente e produttivamente inutili. Durante gli assedi, le «femmine» venivano elencate nel gruppo delle «bocche inutili», assieme ai «putti, vecchi, i ciechi, i matti». Se alcuni degli assediati venivano catturati, si rimandavano indietro nella città, dopo averli resi «bocche inutili»: all’uomo si tagliava un piede, si rendeva zoppo, alla donna il naso, cioè si colpiva il suo “aspetto estetico”. Per la colonizzazione di nuovi territori si mandavano in avanguardia gruppi di uomini, e nelle regioni agricole i campi fatalmente decadevano quando i contadini maschi erano allontanati dal servizio militare o dall’emigrazione, e questo succedeva in regioni ed epoche talmente dispari come l’Impero romano e il regno di Castiglia durante l’emigrazione verso l’America. Lasciare le aziende agricole nelle mani delle donne era «pressappoco come abbandonarle». Infatti, Celestina, protagonista vedova dell’omonimo capolavoro della letteratura spagnola (1499), a proposito delle difficoltà delle donne che rimangono vedove senza un uomo, afferma, con ragione: «Lì dove non c’è un uomo tutto perisce». Non credo sia necessario riportare ulteriori esempi, altri possono essere trovati assieme ai previamente elencati nel libro La grande menzogna del femminismo, a sostegno della tesi, a pag. 157: «nella sopravvivenza della specie la femmina è utile e il maschio è pressoché inutile, nella sopravvivenza del gruppo l’uomo è utile e la donna è inutile».
Gli uomini sono stati essenziali nella lotta per la sopravvivenza e nella costruzione della civiltà, anche in questioni, come succedeva per i grandi animali, che ci potrebbero sembrare marginali. In natura circa 67 specie di mammiferi e 25 di uccelli praticano qualcosa di simile a un abbraccio, il cosiddetto “huddling”, che serve principalmente a autoregolare o a mantenere la temperatura corporea, con un forte risparmio energetico. Questa funzione termoregolatrice dell’abbraccio ha avuto un ruolo importante anche tra gli esseri umani. È un fenomeno diffuso che gli uomini hanno più caldo e le donne hanno più freddo. Le donne necessitano di una temperatura più calda di 2,5°C rispetto agli uomini, intorno ai 24-25°C, questo nonostante entrambi abbiano una temperatura corporea sui 37°C (e quelle delle donne è in media leggermente superiore). La massa muscolare è la principale responsabile della sensazione di caldo negli uomini, al contrario delle donne. Per quest’ultime, infatti, questo fenomeno relativo alla muscolatura è piuttosto ridotto. A causa dei costanti cambiamenti ormonali, il gentil sesso è portato ad avvertire di più il freddo. La dimensione corporea è più piccola e il metabolismo è più lento rispetto quello degli uomini. Precisamente accade che alle basse temperature il sistema circolatorio delle donne si ritrova distante dalla cute e dalle estremità, al fine di tutelare la temperatura corporea. Inoltre quando è in arrivo il ciclo mestruale, le donne tendono ad avere molto più freddo a causa della scarsa quantità di ferro all’interno del sangue. Questa carenza provoca una riduzione dei globuli rossi con conseguente privazione del calore. La maggiore quantità di grasso e di massa muscolare è invece la perfetta alleata per gli uomini per resistere alle basse temperature.
La Tecnica ha reso gli uomini inutili per le donne?
Da quando il mondo è mondo le donne hanno risolto la loro sensazione di freddo, spesso di sera e a letto, facendosi abbracciare (e chissà quanti uomini hanno frainteso il loro abbraccio!). Per secoli gli uomini hanno riscaldato le donne, e le donne i loro bambini. Oggi se la donna ha freddo, alza il termostato; se vuole piacere, fa uso di un vibratore; se vuole un figlio, fa l’inseminazione artificiale; se vuole protezione, compra una pistola, e così via. Negli ospedali pullulano gracili infermiere che muovono, senza alcuna fatica, i pazienti nelle barelle a ruote, dove una volta s’aggiravano omoni forzuti che spostavano i pazienti a peso morto sulle barelle. Le donne pullulano nei centri commerciali, dietro agevoli carrelli pieni di acquisti, e negli aeroporti e stazioni, con i tacchi a spillo e unghie smaltate, trascinano comodi trolley su pavimenti perfettamente piatti. Dove sono finiti i facchini? La Tecnica ha reso gli uomini inutili per le donne? (segue domenica prossima).