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Ieri abbiamo raccontato quale risposta vergognosa il Quirinale diede, per bocca della Prof.ssa Zincone, alla richiesta di riconoscere a William Pezzulo il patrocinio del Presidente della Repubblica, sulla scorta di quello già concesso a Lucia Annibali. A quella replica imbarazzante seguirà poi, come avevamo raccontato nel sunto iniziale, anche una beffa: il cavalierato venne concesso poi anche a Gessica Notaro, altra giovane aggredita con l’acido, con danni più gravi di quelli di Lucia Annibali, ma sempre di molto inferiori alle inabilità provocate su William. Il quale, in quanto uomo, restava e resta ignorato dalle istituzioni. Ad ogni buon conto è doveroso raccontare come l’Avv. Tomarelli, che aveva avanzato la proposta di cavalierato per William, replicò a sua volta alla lettera goffa, sconveniente e impropria della Prof.ssa Zincone, in rappresentanza della Presidenza della Repubblica. Di seguito le parole stesse dell’Avv. Tomarelli.
«Gentile Prof.ssa Zincone, riscontro la Sua pregiatissima, e la ringrazio di aver dedicato la sua squisita attenzione all’esame della vicenda del signor William Pezzullo, nonché di aver trovato il tempo di rispondere chiarendo la posizione del Quirinale su una storia che, purtroppo, mette a nudo alcuni aspetti inquietanti del nostro sistema giudiziario e istituzionale. Nella sua pregevole nota, mi preme cogliere alcuni aspetti. In primis mi corre l’obbligo di sottolineare di non avere alcun contatto con la persona che leggo in indirizzo, né sono a conoscenza di quanto da questi inviato al Presidente. Trovo pertanto singolare che la Sua risposta sia cumulativa, rendendo reciprocamente noti recapiti e generalità di due cittadini tra loro sconosciuti. Il secondo aspetto riguarda la motivazione dell’onorificenza, che vorrebbe simbolicamente gratificare un comportamento più che una singola persona. Principio condivisibile, ma è lecito chiedersi quali criteri connotino come “meno coraggioso” e/o “meno civile” il comportamento tenuto da altre cittadine e altri cittadini in situazioni analoghe, facendo riferimento in particolare al comportamento di William Pezzullo, la persona segnalata nella mia comunicazione dello scorso dicembre.
Nessuna pietas per le vittime maschili?
Anzi, a differenza della Signora insignita del cavalierato, il Sig. Pezzullo è comparso raramente – una sola volta, su una TV nazionale – sulle emittenti pubbliche e private, non ha rilasciato interviste alla stampa locale e nazionale, non ha distribuito foto. Pur essendo stato anch’egli vittima di una aggressione pianificata ed eseguita dalla sua ex, ha vissuto e continua a vivere con discrezione il proprio dramma, ha sopportato e continua a sopportare con estrema dignità le conseguenze del gesto criminale che – tra l’altro – ha causato una condizione psicofisica di gran lunga più grave di quella, pur gravissima, sofferta dalla Sig.ra Annibali. Pertanto la disparità di considerazione da parte del Presidente rimane invariata. Il terzo aspetto riguarda la targa conferita il 25 novembre scorso ai testimonial della campagna NoiNo.org., che dimostrerebbe l’equilibrio del Presidente e l’attenzione simmetrica nei confronti dei generi. Una chiave di lettura quantomeno bizzarra, mi perdoni la franchezza; temo che la realtà sia diametralmente opposta.
Nel caso di specie il soggetto femminile ha ricevuto l’onorificenza con lo status di vittima, mentre i soggetti maschili hanno ricevuto una targa non in quanto vittime ma come non aggressori, in sostanza per aver preso le distanze dalla violenza agita contro le donne. Continua a radicarsi la percezione distorta che lo status di vittima possa essere associato esclusivamente a un soggetto femminile, un uomo non può essere riconosciuto vittima di una donna e l’intero genere maschile viene diviso fra chi trova “normale” aggredire le donne e chi invece si schiera contro. Doverosamente contro, aggiungerei. Tuttavia la campagna di cui sopra non contempla alcuna pietas per le vittime maschili di violenza; le vittime maschili, pertanto, non esistono né nei temi della campagna NoiNo.org., né nella considerazione del Presidente.
Un’occasione importante per il Presidente Mattarella.
Da ultimo, mi vedo costretta a notare l’incongruenza della Sua chiosa. Sostenendo che le vittime maschili sarebbero numericamente inferiori alle vittime femminili, afferma un principio difficilmente conciliabile con l’attenzione che il Presidente usualmente dedica alle minoranze. Non serve riconoscere le violenze subite dagli omosessuali, perché gli etero vittime di violenza sono di più? Non serve riconoscere le violenze subite dai disabili, perché i normodotati vittime di violenza sono di più? Non serve riconoscere le violenze subite dagli immigrati, perché gli italiani vittime di violenza sono di più? Allo stesso modo, non servirebbe riconoscere le vittime maschili per il solo fatto che le vittime femminili sarebbero di più? Suvvia Professoressa Zincone, La prego di non offendere la Sua e la mia intelligenza. Se fosse valido il teorema della rilevanza numerica, sa spiegare per quale motivo non è mai stato conferito il cavalierato ad un operaio sopravvissuto alla frana o alla caduta dall’impalcatura, visto che ogni anno le vittime di incidenti sul lavoro sono infinitamente superiori ai cosiddetti femminicidi?
Non è che per caso l’attenzione al caso Annibali nasca non da una esigenza reale e concreta, ma da un condizionamento ideologico che sconfina nel pregiudizio? Preferisco prendere le distanze da qualsiasi rivendicazione sessista e posizione contro ogni tipo di violenza, a prescindere dal genere di autori e vittime. Mi piacerebbe riscontrare la stessa imparzialità anche nelle figure del Presidente della Repubblica e della Consulente per i Problemi della Coesione Sociale». Con questa replica, a cui la Prof.ssa Zincone non ha mai risposto, si chiuse nel 2014 ogni discorso relativo al riconoscimento a William Pezzulo del patrocinio della Presidenza della Repubblica. Napolitano, come si sa, è stato poi sostituito dall’attuale Presidente, Sergio Mattarella, la cui carica è entrata da poco nel cosiddetto “semestre bianco“, ovvero gli ultimi sei mesi di mandato, durante i quali il Presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere, ma per il resto mantiene tutti i suoi poteri. Daremo domani all’attuale Primo Cittadino d’Italia l’occasione di chiudere in bellezza il suo settennato, oltre che di smacchiare l’abito della sensibilità verso i temi sociali e la parità, che il Quirinale ha macchiato già da otto anni. Il Presidente Mattarella sa, anche per averlo vissuto sulla propria pelle, cosa significa avere il contatto diretto con una vittima, con la violenza, con il sopruso, e dunque quanta speranza si riponga nelle massime istituzioni del paese per avere un ristoro etico e morale. Domani faremo al Presidente l’assist necessario perché possa rendersi alto rappresentante di quella speranza.