Tutto inizia nel 2011 quando Johnny Depp e Amber Heard si conoscono sul posto di lavoro. Lui più grande di una ventina d’anni, bello, ricco e dannato, lei minuta, delicata, sexy. Si innamorano e nel giro di qualche anno si sposano. Il duro Depp, dopo aver toccato il fondo all’indomani della separazione con Vanessa Paradis, sembra trovare un po’ di pace accanto alla giovane moglie, ed è tanta la sua fiducia che rinuncia persino a un accordo pre-matrimoniale. Il matrimonio tuttavia naufraga dopo 15 mesi con la richiesta da parte di lei di un divorzio milionario e un’accusa di violenze domestiche. I media fanno circolare foto e video della Heard con il volto segnato, vengono prodotte testimonianze contro il marito violento e abusante. La carriera di lui ne esce a pezzi, sborsa 7 milioni di dollari e non replica alle accuse. Nel frattempo cade in depressione e perde sua madre. Lei diventa attivista e paladina dei diritti delle donne, cavalca l’onda del #metoo, dice che devolverà i soldi del divorzio a due associazioni benefiche. Anche grazie all’esposizione mediatica, la sua carriera inizia finalmente a decollare, sulle ceneri di un grande attore. Tutto come da manuale.
Davanti a simili accuse, infatti, Depp crolla. Hollywood lo ripudia e sfumano i suoi ultimi accordi lavorativi: è un drogato fuori controllo, abusa della bella moglie e per questo non può più essere impiegato. Pur se in bancarotta, Depp non ci sta a passare per violento e maltrattante: ha sempre ammesso i suoi vizi ma non ha mia picchiato chi ama. Per questo, dopo qualche anno, querela la Heard per diffamazione in riferimento ad alcune sue dichiarazioni pubbliche dove lo definisce violento e «picchiatore di mogli». Il contrattacco di Depp apre un vaso di Pandora, da cui risulta che la persona violenta della coppia era lei: ma chi crederebbe mai ad un uomo grande e grosso che denuncia di essere vittima di abusi domestici da parte dell’esile moglie? Quale giuria condannerebbe una bella ragazza che pesa 50 kg e che produce testimonianze e prove contro il marito violento? Il fatto è che Johnny Depp a quel punto, per scagionarsi dalle accuse della ex moglie, produce materiale scottante: emergono audio, testimonianze di amici e collaboratori, foto dell’attore al pronto soccorso, video delle telecamere di sorveglianza.
Il pirata dei Caraibi alla riscossa.
In alcune riprese, Depp dà in escandescenze in casa e si vede la Heard osservarlo tranquillamente, senza spaventarsi, senza scappare o chiamare la polizia, come una che sa di non aver nulla da temere. In altri casi la si sente mentre offende l’attore, lo spinge, lo strattona, lo prende a calci e a pugni, lo ferisce gravemente a un dito e soprattutto lo sfotte: «nessuno ti crederà mai, prova ad andare in giro a dichiarare di essere vittima di violenza». In un altro audio l’attrice ammette di averlo colpito con oggetti, di averlo percosso, e di non poter promettere che in futuro non perderà ancora le staffe. Il materiale diffuso da Depp circola dappertutto, ma nessun media mainstream perde tempo a commentare le registrazioni della paladina dei diritti delle donne che ammette le violenze e la difficoltà a controllare la propria rabbia. Non restano però in silenzio diversi testimoni: emerge che le foto delle sue ecchimosi fossero del tutto false, frutto di un make-up. Nessuna delle persone che l’ha frequentata durante il periodo dei maltrattamenti coniugali dice di averla mai vista con un graffio da nessuna parte. Si profila il tipico scenario #metoo: Amber Heard una falsa accusatrice, una gold digger disposta a usare una facile vittimizzazione per sistemarsi a vita.
Sul piano della comunicazione pubblica dunque si arriva a un pareggio, che però è poca cosa, visto che dal lato pratico il danno è tutto per l’attore. Mentre la Heard continua nella sua microscopica e insignificante carriera, sebbene apertamente contestata, Depp perde continuamente occasioni di lavoro. Accade anche oggi, a distanza di tempo: la MGM ha di recente deciso, ad esempio, di non distribuire negli USA il suo ultimo film “Minamata” e forse anche per questo l’attore si è scagliato contro Hollywood in un’intervista al “Sunday Times”, denunciando di aver vissuto cinque anni surreali e dichiarando che intende andare fino in fondo alla questione ancora pendente. Sì, perché ci sono ancora un po’ di faccende in ballo. Tutto sembrava chiuso quando un folle giudice britannico aveva archiviato la denuncia per diffamazione di Depp contro il “The Sun”, che aveva definito l’attore un wife beater (picchiatore di mogli). Secondo il giudice la definizione era appropriata, nonostante tutte le prove a discarico portate dai legali di Depp e le profonde contraddizioni della Heard, a partire dalla mancata donazione a enti benefici dei 7 milioni di dollari già sborsati dall’attore. Ma quella era una denuncia verso un organo di informazione, non verso l’interessata, l’ex moglie Amber Heard.
Diamo sostegno a Johnny Depp.
Restava pendente infatti un’altra denuncia per diffamazione presentata a un tribunale americano da Depp direttamente contro l’ex moglie, per averlo accusato di violenza domestica in una intervista al Washington Post. Richiesta di risarcimento: 50 milioni di dollari. Sarebbe la rovina totale per l’astuta Heard, che infatti, tramite i suoi legali, ha cercato di usare la causa vinta in Gran Bretagna per determinare l’archiviazione della denuncia negli USA. Solo che quella era diretta contro il “The Sun”, non contro la Heard, dunque l’astuzia non ha attecchito. Il giudice americano ha autorizzato Johnny Depp e i suoi legali a procedere, respingendo la richiesta di annullamento dell’ex moglie. «Il signor Depp è gratificato dalla decisione della corte», ha dichiarato Ben Chew, l’avvocato dell’attore, e non stentiamo a crederci. Mentre le denunce delle donne, anche quando false (cosa che accade di frequente), esplodono e si risolvono all’istante, quelle degli uomini hanno bisogno di tempo per raggiungere la verità. La determinazione di Depp a recuperare la propria reputazione, atteggiamento prettamente maschile, lascia ben sperare rispetto all’auspicata ipotesi che si possa mettere una pietra tombale su quella feroce iattura chiamata #metoo. Noi, ora come già in passato, stiamo convintamente con Johnny Depp. E se qualcosa di concreto possiamo fare per lui, è sicuramente andare a vedere i suoi film al cinema, protestando vivamente per qualunque proiezione o messa in onda di qualunque porcheria dove Amber Heard appaia come attrice.